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Ai confini della realtà

1959-1964 USA Fantascienza CBS Terminata
Guida episodi Cast
5 stagioni - 156 episodi
21 voti
9.4 9.4
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rodserling

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di rodserling

Immaginate una strada qualunque. E ora immaginate una persona qualunque, per esempio voi stessi. La riconoscete, vero? È la strada che percorrete ogni giorno per andare a lavorare e che oggi, per un motivo che ancora vi sfugge, ha qualcosa di diverso. La quotidianità improvvisamente acquista una sfumatura che ancora non conoscevate, semplicemente perché siete stati catapultati in un'altra dimensione, una dimensione nella quale a persone comuni possono accadere cose incredibili.

Ai confini della realtà - Di cosa parla

"C'è una quinta dimensione oltre alle quattro che l'uomo già conosce. È senza limiti come l'infinito e senza tempo come l'eternità. È la regione intermedia tra la luce e l'oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l'oscuro baratro dell'ignoto e le vette luminose del sapere. È la regione dell'immaginazione, una regione che si trova… ai confini della realtà.” Con queste parole la voce dell’autore Rod Serling introduceva ciascun episodio della serie The Twilight Zone (letteralmente “La zona del crepuscolo”), trasmessa negli Stati Uniti per la prima volta il 2 ottobre 1959 e ribattezzata in Italia Ai confini della realtà.

Trattandosi di una serie antologica, mancano personaggi fissi e gli episodi sono autoconclusivi. Ciò che la rende diversa dalle altre produzioni televisive di genere fantastico antecedenti è sicuramente l’intento di esplorare problematiche sociali e di veicolare messaggi, in maniera tale che lo spettatore fosse indotto a una profonda riflessione. Tale intento didascalico dà pertanto maggiore spessore al racconto, tanto che si può affermare che forse, per la fantascienza, il 1959 rappresentò la perdita dell’innocenza, l’anno in cui divenne adulta. Numerose sono le tematiche affrontate: la morte, l’alienazione, l’omologazione, la diversità ma, soprattutto, la perdita dell’identità dell’individuo. Spesso infatti i personaggi, immemori o inconsapevoli della propria condizione, vengono coinvolti in vicende che li porteranno a scoprire o riscoprire la loro vera identità, in un percorso sofferto e drammatico al termine del quale, come lo schiavo del mito della caverna di Platone, acquisiranno consapevolezza della propria condizione, scoprendo che la loro vita, forse, è stata solo un’illusione. I telefilm erano strutturati in maniera tale che lo sviluppo delle vicende fosse agile ed essenziale e conducesse a un finale, spesso a sorpresa (switching ending), che capovolgeva le prospettive e conteneva un insegnamento per lo spettatore, scandito dalla narrazione di chiusura, che ricordava che “certe cose accadono solo… ai confini della realtà”. L’ambizione della serie era però insinuare il dubbio nei telespettatori, far loro pensare che, mutatis mutandis, certe cose potrebbero accadere o già accadono anche nella nostra vita. Paradigmatici sono ad esempio gli episodi Mostri in Maple Street e Il rifugio, nei quali, una solo paventata invasione aliena e un’imminente catastrofe nucleare mettono a nudo tutti i difetti di un vicinato, con il pregiudizio e il mero istinto di sopravvivenza a farla da padroni. Di un certo interesse sono le note autobiografiche, in particolare nell’episodio La giostra (Walking Distance), nel quale un uomo, schiacciato dai ritmi frenetici della vita quotidiana, torna indietro nel tempo per riassaporare il senso della vita e ritrovare se stesso. Non mancano le tematiche classiche della fantascienza, come i viaggi nello spazio, l’esplorazione di altri mondi, le invasioni aliene, le quali vengono affrontate da un punto di vista sociologico, assurgendo a metafora dei conflitti latenti dell’epoca, in particolare della guerra fredda.

Del resto Serling, conscio di quanto la censura potesse limitare la sua opera, aveva colto nella fantascienza una notevole potenzialità in termini di libertà espressiva, in maniera tale che potesse affrontare argomenti particolarmente spinosi, specie se aventi collegamento con la realtà.

Ciò che forse a Serling interessava maggiormente era l’esplorazione della natura umana, verso la quale nutriva una profonda sfiducia, attraverso i suoi personaggi, sintetizzato attraverso una sua frase: “Un alieno può dire ciò che non può essere detto né da un Democratico né da un Repubblicano”.

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Il cast

Le sceneggiature furono scritte dallo stesso Rod Serling, Charles Beaumont, Richard Matheson, George Clayton Johnson, Earl Hamner Jr., Ray Bradbury, Reginald Rose, Jerry Sohl. La natura antologica della serie di per sé esclude un cast fisso. Fra i principali interpreti ricordiamo Buster Keaton, Robert Redford,… Vedi tutto

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Guida agli episodi

  1. Prima stagione

    36 episodi Vedi tutto
  2. Seconda stagione

    29 episodi Vedi tutto
  3. Terza stagione

    37 episodi Vedi tutto
  4. Quarta stagione

    18 episodi Vedi tutto
  5. Quinta stagione

    36 episodi Vedi tutto

Recensioni

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Produzione e ricezione

La popolarità di Serling iniziò già con il TV drama Patterns, trasmesso il 12 Gennaio 1955 nell’ambito della serie Kraft Television Theatre, con il quale vinse l’Emmy Award nel 1956 per la migliore sceneggiatura originale. Da allora la sua carriera fu scandita da una fama crescente, con una serie intitolata Playhouse 90 per la quale scrisse, tra gli altri, Requiem for a Heavyweight e The Comedian, con i quali vinse l’Emmy Award nel 1956 e 1957 (rispettivamente per la migliore sceneggiatura originale e il miglior adattamento), A Town Has Turned to Dust, The rank and file e The Velvet Alley. Ciò che spinse Serling a cercare nuove strade furono le frustranti ingerenze da parte della produzione, preoccupata di non turbare in alcun modo gli sponsor.

Fu così che nel 1957 decise di rispolverare e ampliare una sua vecchia sceneggiatura dal titolo The Time Element, allo scopo di creare un vero e proprio episodio pilota per una nuova serie. The Time Element fu accolto con una certa riluttanza dalla CBS. Fu per merito del produttore Bert Granet che fu incluso nella serie Westinghouse Desilu Playhouse e trasmesso il 24 Novembre 1958. Si trattava di una storia di fantascienza, nella quale un uomo racconta a uno psichiatra un sogno ricorrente: ogni notte sogna di trovarsi a Honolulu (dove peraltro non è mai stato) il giorno prima dell’attacco di Pearl Harbour. Lo straordinario successo ottenuto da The Time Element indusse la CBS ad approvare la produzione di un episodio pilota per la nuova serie Ai confini della realtà. L’episodio, intitolato The Happy Place, ambientato in una società distopica, fu però ritenuto troppo cupo e pessimista e pertanto Serling produsse un altro pilota intitolato Where is everybody? (La barriera della solitudine), nel quale un uomo si ritrova senza memoria in una sinistra cittadina priva di abitanti. La CBS commissionò pertanto un’intera stagione di 36 episodi della durata di 30 minuti ciascuno girati negli studi della Metro-Goldwin-Meyer, ad eccezione del pilota, per il quale furono utilizzati gli studi della Universal. Il produttore fu William Self per La barriera della solitudine e Buck Houghton per i rimanenti episodi; Serling, con la sua casa di produzione Cayuga Productions, era il produttore esecutivo.

L’esordio ufficiale della serie fu il 2 Ottobre 1959. Il notevole successo di critica e di pubblico indusse la CBS a commissionare una seconda stagione che, per contenere i costi, era composta da 29 episodi, fra cui 6 girati su nastro magnetico. A partire da questa stagione, Rod Serling compare in ciascuno episodio nelle vesti di anfitrione (inizialmente si pensò ad Orson Welles, il cui ingaggio sarebbe stato però troppo oneroso). Dopo la terza stagione, di 37 episodi, per la quarta si decise di modificare il formato, passando a episodi della durata di 60 minuti (18 episodi): il parziale disimpegno di Serling, che aveva accettato una cattedra all’Antioch College, e la modifica della durata delle storie, snaturarono la serie. Per la quinta stagione, si tornò alla tradizionale durata di 30 minuti per ciascuno dei 36 episodi, per la quale, per contenere i costi, si acquistò il cortometraggio francese La Rivière du hibou, rinominato An Occurrence at Owl Creek Bridge, tratto dal famoso racconto di Ambrose Bierce, vincitore del primo premio al festival di Cannes del 1962 e successivamente del premio Oscar come miglior cortometraggio. Il destino di Ai confini della realtà era però segnato: il nuovo produrre William Froug e il progressivo distacco di Serling decretarono un notevole calo qualitativo e, dopo 156 episodi, la serie chiuse i battenti il 19 Giugno 1964.

La serie, diventata ben presto molto popolare, si aggiudicò 3 Emmy Awards (nel 1960 e 1961 Rod Serling vincitore come migliore sceneggiatore per una serie drammatica; nel 1961 Gorge T. Clemens vincitore come miglior direttore della fotografia), 1 Golden Globe (nel 1963 Rod Serling vincitore come miglior produttore televisivo), 3 Hugo Awards (Rod Serling vincitore nel 1960, 1961 e 1962 per la migliore rappresentazione drammatica), 1 Online Film & Television Association: Television Hall of Fame (nel 2005 come miglior programma televisivo). Dopo la morte di Rod Serling, avvenuta nel 1975, furono realizzati un film nel 1983, diretto da John Landis, Steven Spielberg, Joe Dante, George Miller e due serie a colori, di cui una nel 1985-89 (3 stagioni per un totale di 110 episodi), uno speciale televisivo nel 1994 basato su due sceneggiature inedite di Rod Serling (Twilight Zone: Rod Serling's Lost Classics) e un revival nel 2002, presentato dall’attore Forest Whitaker (1 sola stagione, di 42 episodi). In nessun caso si ottenne il successo sperato. L’immaginario collettivo ancor oggi è profondamente debitore a The Twilight Zone, senza la quale non sarebbero stati concepiti film come Matrix, Il Sesto Senso, The Others e serie TV come X-Files e Lost.

A partire dal 14 Aprile 1962 la serie è stata trasmessa anche in Italia, anche se in maniera molto discontinua, sui canali Rai, poi all’inizio degli anni 80 su Italia 1, per poi essere riproposti nel 2003-2005 dal canale satellitare Jimmy e dal 2013 da Fox retro, Rai3 e Rai4. Memorabile fu la trasmissione dei due episodi Ore perdute e Chi è il vero marziano il 21 Luglio 1969, nell’attesa che iniziasse la diretta dello sbarco dell’Apollo 11 sul suolo lunare.

Degno di nota nell’edizione italiana è il doppiaggio di Rod Serling, ad opera di Emilio Cigoli, Sergio Tedesco, Franco Sangermano e, per quanto concerne gli episodi inediti doppiati per l’edizione in DVD, di Mimmo Strati.

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Le stagioni

Stagione 1

La prima stagione, composta di 36 episodi autoconclusivi da 25 minuti ciascuno, è stata trasmessa per la prima volta negli USA dal 2 ottobre 1959 al 1° luglio 1960. In Italia il primo episodio è stato trasmesso per la prima volta dalla RAI il 14 aprile 1962, mentre altri episodi vennero trasmessi in momenti diversi, tra il 1962 e il 1971. Solo all'inizio degli anni 80 la serie è stata ritrasmessa dalle reti Fininvest, comprensiva degli episodi mai andati in onda, doppiati per l'occasione. Nel 2015 Rai 4 ha trasmesso per intero la prima stagione.

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Stagione 2

La seconda stagione, composta di 29 episodi autoconclusivi da 25 minuti, è stata trasmessa per la prima volta negli USA dal 20 settembre 1960 al giugno 1961.

In Italia è stata trasmessa per la prima volta dalla RAI, solo parzialmente (7 episodi) tra il 1963 e il 1971. Successivamente negli anni 80, sulle reti (allora) Fininvest andarono in onda quasi tutti i restanti episodi ad eccezione di 6, di recente resi disponibili in DVD. Nel 2015 Rai 4 ha trasmesso per intero la seconda stagione.

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Stagione 3

La terza stagione, composta di 37 episodi autoconclusivi da 25 minuti ciascuno, è andata in onda in prima visione negli USA dal 15 settembre 1961 al 1° giugno 1962.

Questa stagione ha visto la partecipazione di tantissime guest star, tra cui Buster Keaton, Robert Redford, Charles Bronson, Lee Marvin e Peter Falk (solo per citarne alcuni).

In Italia la stagione è stata trasmessa per la prima volta solo parzialmente (i primi 19 episodi) negli anni ottanta dalle reti Fininvest. I restanti 18 episodi sono stati successivamente doppiati e resi disponibili in DVD. Tra il 2015 e il 2016 Rai 4 ha trasmesso quasi interamente la stagione, ad eccezione di due episodi.

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Stagione 4

La quarta stagione a differenza delle altre è composta di un ridotto numero di episodi (18) di durata maggiore (50 minuti circa ciascuno). È andata in onda in prima visione negli USA dal 3 gennaio al 23 maggio 1963.

In Italia è stata trasmessa per la prima volta negli anni 60, dopo che la RAI ne acquistò i diritti per 6 episodi. I restanti 12 episodi sono stati ridoppiati e resi disponibili solo nel 2006 in DVD.

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Stagione 5

La quinta e ultima stagione, composta di 36 episodi autoconclusivi da 25 minuti ciascuno, è andata in onda in prima visione negli USA dal 27 settembre 1963 al 19 giugno 1964.

Anche in questa stagione tantissimi attori famosi hanno preso parte a diversi episodi. Solo per citarne alcuni: Don Siegel, Richard Donner, Jacques Tourneur, Mickey Rooney, James Coburn, Lee Marvin e William Shatner.

In Italia la stagione è stata doppiata solo nel 2007 per essere distribuita in DVD. Nel 2015 Rai 4 ha trasmesso 29 dei 36 episodi.

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