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Carlos

1 stagioni - 3 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Carlos

di supadany
8 stelle

Pensare che questo prodotto sia stato pensato come miniserie televisiva ha dell’incredibile e non solo per il fatto che in Italia siamo abituati a tutt’altro, quanto principalmente perché vedendolo tutto d’un fiato (soprattutto nello splendore della versione in bluray) si ha la percezione di un’opera quadrata, realizzata con una consapevolezza altra rispetto a quanto usualmente propone il “piccolo” mondo della televisione.

Carlos (Edgar Ramirez) inizia la sua carriera da terrorista convinto negli anni settanta peronando la causa palestinese e partecipando ad alcune delle azioni più roboanti del periodo.

Nel seguito, soprattutto per conseguenza degli esiti delle sue azioni, finirà per lavorare al servizio di diverse realtà (come la Siria), e con la caduta del Muro di Berlino sarà costretto a cercare una tana lontana dagli occhi indiscreti, individuata nello Yemen.

Ma basta una disattenzione per richiamare l’attenzione su di se.

 

Edgar Ramirez

Carlos (2010): Edgar Ramirez

 

Olivier Assayas redige un biopic corposo, contraddistinto da una messa in scena imponente che trova la sua massima manifestazione nell’ora centrale, ovvero quando si affronta  l’operazione in terra austriaca con tutte le peripezie aeree, e non solo, conseguenti.

Centrale in lungo ed in largo è chiaramente la figura di Carlos, e la partecipazione fisica di Edgar Ramirez è di alta fattura, un po’ sul modello di Christian Bale per via delle trasformazioni fisiche, ma soprattutto il film funziona egregiamente, perché impostato su di una struttura variegata (d’altronde la vita di Carlos è stata piena di svolte), ma soprattutto funzionale alla storia ed a una rappresentazione filmica.

Così assistiamo ad una genesi decisa, alle sfaccettature di un figura non semplice da catalogare (in fondo avrebbe dovuto perire durante l’operazione austriaca, ma di recarsi nell’adilà così non aveva nessuna voglia), alla sua obbligata deriva esistenziale ed a un susseguente finale laconico che in ogni caso stride (incontrovertibilmente) col concetto di giustizia (un individuo nella vita combina di tutto e poi viene “fregato” per un duplice omicidio che poco c’entra con tutto il resto assai più grave, un esempio di come la giustizia, anche quella internazionale, non funzioni come dovrebbe).

Tutto viene reso accessibile e realistico da una messa in scena accurata, generando in questo modo un prodotto che guarda ben al di là del consumo (pur non disconoscendolo affatto), un esempio da imitare, ma che più che altro rimane una sorta di caso isolato più che apprezzabile, soprattutto per il livello qualitativo giudicabile a tutto campo.

Avvincente.

 

Olivier Assayas

Molto attento alla cura dell'insieme, anche in considerazione della natura della sua opera in oggetto, offre il meglio nella rocambolesca ora centrale, tagliando forse un pò troppo lungo la parte conclusiva.

Nel complesso direzione più che buona.

Edgar Ramirez

Ha tra le mani un ruolo importante e ci mette determinazione ed anche un impegno fisico non indifferente.

Forse non rappresenta il massimo dell'espressività, ma la sua partecipazione appare totale.

Bravo.

Christoph Bach

Contributo ampiamente sufficiente.

Julia Hummer

Mette in mostra tutta l'adrenalina eversiva del suo personaggio.

Discreta.

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