Blindspot

Una donna si risveglia in Times Square nel centro di New York immemore della propria identità, completamente nuda e ricoperta di misteriosi tatuaggi. L'FBI scopre che ogni tatuaggio contiene un indizio per un crimine che dovranno risolvere. È l'incipit di un’intricata matassa di misteri da dipanare grazie alle indicazioni della “mappa” tatuata sul corpo della ragazza.

Blindspot - Di cosa parla

L’incipit è di quelli forti. Affascinante per come viene messo in scena sublimando sul mistero del borsone abbandonato nell’ombelico del mondo, Times Square, nella città che non dorme mai, ma dove ancora aleggia la paura di un post 11/9 che non sembra finire mai. La vulnerabilità del santuario della libertà, quale da sempre aspira a essere New York, è pari solo alla cecità dei milioni di occhi che avrebbero potuto vedere e che invece non hanno visto nulla. Quindi quel borsone è lì, abbandonato. E nella nostra era contemporanea costantemente pervasa dall'ansia verso un terrorismo radicato e spietato, una borsa abbandonata per terra catalizza le immagini di morte che le "breaking news" ci hanno insegnato a piangere e scatena il panico. Invece, come da una pupa ormai matura, dal borsone emerge una ragazza completamente nuda e ricoperta di intricatissimi tatuaggi che della propria identità non ricorda proprio nulla. Una nuova vita: il messaggio. Un araldo per un terrore futuro scritto sul corpo di chi nulla sa del passato: vivrete in una nuova forma di paura.
Il senso dei tatuaggi che vestono la donna è un misto di arcana divinazione del male e scientifico disegno malvagio: tra i segni misteriosi spunta il nome dell’agente Kurt Weller immediatamente convocato per risolvere il mistero.

La prima puntata di Blindspot è costruita per non lasciare alcun dubbio sul proseguo della serie. Il compito di decifrare quei segni sulla pelle mostra quale sarà il mistero e chi dovrà risolverlo. Le prime domande trovano subito le prime risposte in un ritmo narrativo molto elevato e dalla regia dinamica. L’urgenza narrativa è una dichiarazione di intenti che vede la serie privilegiare i fatti lasciando in secondo piano la caratterizzazione dei personaggi almeno inizialmente delegata alle loro azioni (come succede nei film di genere) ma che avranno il tempo - tra indagini, inseguimenti e rivelazioni varie - di stratificarsi. A differenza dell’agente Weller tutto integrità e risolutezza, la protagonista Jane Doe (il nomignolo che viene dato a chi non ha identità) sospesa tra forza e vulnerabilità, getta un’ombra di ambiguità sul suo ruolo: eroina della situazione o vittima inconsapevole di un ordito più vasto di ciò che sembra? Lei è la chiave di volta che regge tutta la storia, il mistero da decifrare. Il passato della ragazza - delegato a brevi flashback - sarà vincolato dalle scelte che dovrà compiere nel presente e ricostruire così la propria identità. Blindspot è una storia che offre una serie di spunti narrativi che hanno fatto grande il cinema d’azione del passato recente – il protagonista immemore, i tatuaggi che rappresentano una mappa, il simbolismo patriottico americano – puntellando l’interesse proprio grazie a quel canovaccio del cinema action/thriller classico già perfettamente interiorizzato dagli spettatori. La serie è prodotta da Greg Berlanti che ha al suo attivo altre due serie molto note e amate come Arrow e The Flash.