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Murì Patò o s'ammucciò? - Da Andrea Camilleri al cinema
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Anni prima che il commissario Montalbano cominciasse ad indagare per le strade di Vigata, il paesino siciliano fu al centro di una vicenda che mise in luce contraddizioni, vizi e difetti della Sicilia e dell'Italia tutta. Era infatti il venerdì santo del 1890 quando la popolazione si ritrovò di fronte a un increscioso fatto, pregno di mistero e dubbi.

 

Dopo aver interpretato Giuda nella rappresentazione del Mortorio - la passione di Cristo -, infatti, il mite impiegato della Banca di Trinacria Antonio Patò scomparì nel nulla, indossando ancora i vestiti di scena, dalla botola in cui era caduto dopo la scena dell'impiccagione.

 

 

Tutti si prodigarono sin da subito nelle ricerche ma non ci fu nulla da fare fino a quando su una palizzata comparve una scritta che inquietò in primo luogo la moglie Elisabetta. Murì Patò o s'ammuccio?

 

« Giuda murì

Patò spirì

Spirì Patò

Cu l'ammazzò?

Quantu patì e po' pirchì Patò spirò? »

 

 

In un'Italia unificata da appena un trentennio, ad indagare sono sia la Pubblica Sicurezza sia i Reali Carabinieri, rappresentati dal "settentrionale" delegato Bellavia e dal "meridionale" maresciallo Giummarò. Pensare che l'enigma sia di facile risoluzione è un'utopia, ognuno in paese ha la sua tesi. Patò conduceva affari illeciti con la banca, Patò aveva un'amante, Patò era cornuto, la mafia si era rotta la minchia di Patò, Patò ha perso la memoria dopo una caduta? Chi lo sa...

 

Immagino abbiate riconosciuto la storia. Nasce dalla penna dello scrittore siciliano Andrea Camilleri. Perché ne parlo? Semplice: La scomparsa di Patò è anche un film che finalmente - dopo due anni di attesa, una premiere al Festival di Roma del 2010, la partecipazione a 11 festival internazionali e la vendita a decine di Paesi, Cina compresa - arriva in sala a partire dal prossimo 24 febbraio.

 

 

E si tratta di un evento nel vero senso della parola. È la prima volta che un'opera di Camilleri arriva sul grande schermo e il merito va sia alla Palomar, la casa di produzione di tutti i film tv su Montalbano, sia a Rocco Mortelliti, regista e sceneggiatore del film (insieme a Maurizio Nichetti) e - particolare di non poco conto - genero dello stesso Camilleri, che si riserva un piccolo cameo alla fine del lungometraggio e fa da voce narrante nel trailer diffuso da poco in rete.

 

 

 

Il cast, poi, è quello delle grandi occasioni. Patò ha la faccia, il corpo, la gestualità e la "barba" di Neri Marcorè, il delegato Bellavia è Maurizio Casagrande, il commissario Giummarò invece è interpretato da Nino Frassica. Completano il quadro Alessandra Mortelliti, Simona Marchini, Guja Jelo, Flavio Bucci, Gilberto Idonea, Danilo Formaggia, Roberto Herlitzka e Manlio Dovì, che così presentano il film - girato in Sicilia tra Canicattì, Naro e Porto Empedocle - insieme al cast tecnico.

 

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