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Sequenze: il duello
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I duellanti (1977)

di Ridley Scott con Keith Carradine, Harvey Keitel, Cristina Raines, Albert Finney

 

Lo spirito di Sequenze di Peppe Comune, è probabilmente di ben più ampio respiro di quello che mi sollecita a scrivere. Ma l’accenno alla sequenza, ad una sequenza in particolare, che abbia intrigato particolarmente l’animo fino  a rimanere indelebile, mi ha spinto qui a parlarvi di Conrad, Ridley Scott e di un duellante, (suo malgrado).

Dopo tutto quel duello era affare della cavalleria, e insistere a combattere a piedi sarebbe parsa una mancanza di rispetto per l’arma di appartenenza. I padrini, sorpresi dalla natura insolita della proposta, si affrettarono a comunicarla ai duellanti. Il capitano Feraud l’accolse con entusiasmo. Per qualche ragione oscura, relativa senz’altro alla sua psicologia, si pensava invincibile a cavallo”.

C’è una sola contesa a cavallo tra I duellanti di Ridley Scott, opera pazzescamente prima di un esperto spottista pubblicitario, per la prima volta alle prese con un lungometraggio, con attori famosi od in rampa di lancio, e con un budget all’osso.

Keith Carradine era, teoricamente, ancora un cantante ed Harvey Keitel una creatura scorsesiana reduce da Mean Streets e Taxi Driver.

E fu già geniale scegliere loro due.

La sequenza a cui faccio riferimento è una summa dell’intero film pur durando meno di tre minuti, un demenziale lanciarsi nella nebbia cavalcando col sole radente e stralci di  pensieri a perdere.

“Al mattino uscì dalla città in mezzo ai suoi due padrini, chiacchierando del più e del meno e guardando intorno con apparente distacco le dense nebbie mattutine che avvolgevano i campi verdi bordati di siepi. Saltò un fosso e scorse le sagome di un gran numero di sagome a cavallo che si muovevano nelle brume.”Ci batteremo di fronte ad un bel pubblico, a quanto pare” mormorò acido tra sé”.

I due ufficiali ussari che s’inseguirono in un personale duello per sedici anni, durante le campagne napoleoniche, rappresentano una ben chiara metafora all’idiozia della guerra che vede coinvolto il mondo in un duello continuo, da ben prima di quei sedici anni, e, ahimè, ben oltre i nostri post, ma lo spettacolo di quel microcosmo di odio ed acrimonia, che rivolgeva centripetamente la guerra attorno ai propri, personali, destini, viene esaltato dalle immagini di Scott e dai volti di Carradine e Keitel come difficilmente in seguito, potrò immaginare meglio.

D’Hubert (Carradine) ha chiesto personalmente l’ennesimo scontro ma sente proprio ora, ad un attimo dal comando dei padrini, tutta l’inutilità, l’impotenza, il terrore.

Dura un attimo ma Scott “spottizza” la scena con inserti di memoria, agopunture di sensazioni, e ci cala a forza nell’animo di D’Hubert, ci rende vulnerabili e tremanti, c’inchioda al destino.

Una grande idea che lui stesso tenderà a minimizzare (“sarebbe durato troppo poco quel duello, altrimenti!”)

I padrini erano piuttosto preoccupati delle condizioni atmosferiche, ma in breve un pallido sole malato si aprì un varco tra i bassi vapori, e il capitano D’Hubert distinse in lontananza tre cavalieri che si tenevano un po’ in disparte. Erano il capitano Feraud e i sui padrini. Sguainò la sciabola e si assicurò di averla ben salda al polso. Quindi i padrini, che formavano un gruppetto coi cavalli muso a muso, si separarono al piccolo galoppo lasciando un vasto campo libero fra lui e l’avversario. D’Hubert guardò il sole smorto, i campi tristi, e l’idiozia del duello imminente lo riempì di desolazione”.

Non smetterò mai di ammirare Carradine in quegli istanti di silenzio prima che tutto divenga urlo e tendini schizzati.

Ho tremato con lui. Ho provato reale, fottuta, paura assieme a lui.

“Da un punto distante del campo una voce stentorea gridò i comandi ai debiti intervalli; - Au pas - Au trot- Charrr-gez!... non per nulla vengono i presentimenti di morte, penso D’Hubert nel momento stesso in cui dava di sprone al cavallo”(Joseph Conrad - The duel)

 

 

 

Keith Carradine era un abile cavaliere, ma Keitel non era mai salito su un cavallo prima di allora, il duello lo fece ovviamente la controfigura, ma c’era un liberatorio salto del carro, a termine duello, che Carradine voleva assolutamente eseguire personalmente. Scott glielo dovette impedire a forza. (“Non abbiamo assicurazione Keith! Nessuno di noi è assicurato… )

… e  parlano oggi di film a low-budget!

 

 

 

 

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