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Festival di Annecy: il meglio del nuovo cinema italiano passa da qui
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Ogni qualvolta che qualcuno dall’alto di chissà quale incompetenza tuona dicendo che il cinema italiano è morto o si appresta a lasciarci le penne, tutti noi dovremmo fare una colletta e regalargli un biglietto per Annecy, in Francia, dove dal 1983 si svolge un Festival del Cinema Italiano, con presidente onorario Ettore Scola e che, giunto alla sua 29ª edizione, avrà luogo quest’anno dal 27 settembre al 4 ottobre e sarà dedicato alla memoria di Mario Monicelli (è ironico vedere come all’estero ci si ricordi del maestro Mario e in Italia si liquidi con un applauso durante la cerimonia di apertura veneziana).

 

La giuria, presieduta da Marco Risi, avrà il compito di premiare la migliore opera (prima, seconda o terza) di un giovane talento italiano, oltre che la migliore interpretazione femminile e maschile, con l’ulteriore aggiunta di un contributo per la distribuzione del titolo nei cinema di Francia.

 

In competizione, nella categoria Lungometraggi, ci sono nove titoli a cui potremmo attribuire il titolo di “belli e invisibili”: alcuni sono usciti nelle nostre sale con scarsi riscontri commerciali mentre altri sono in attesa di distribuzione, sperando che qualche mente illuminata provveda all’errore finora commesso.

 

Usciti già nelle sale ma che meritano sicuramente maggiore attenzione sono:

 

  • Et in terra pax, di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini;

 

 

  • Tutti al mare, di Matteo Cerami;

 

 

 

 

  • Tatanka, di Giuseppe Gagliardi;

 

 

 

  • Il gioiellino, di Andrea Moiaioli;

 

 

 

  • Corpo celeste, di Alice Rohrwacher, forte del successo riscontrato sia a Cannes che a New York.

 

 

 

 

In attesa di distribuzione ma con una gloriosa sfilza di ottime recensioni della critica, abbiamo:

 

 

 

 

  • Sulla strada di casa, di Emilio Corapi, appena visto al Milano Film Festival, un polar/giallo pieno di tensione;

 

Sulla strada di casa (2011)

di Emiliano Corapi con Donatella Finocchiaro, Daniele Liotti, Vinicio Marchioni, Lucia Mascino, Claudia Pandolfi, Fausto Maria Sciarappa

 

 

 

 

  • Sette opere di misericordia, di Gianluca e Massimo De Serio, passato a Locarno;

 

 

 

  • Maledimiele, di Marco Pozzi, un film che meriterebbe di essere imposto nelle scuole di ogni ordine e grado per la delicatezza con cui si affronta un tema mai rappresentato così realisticamente.

 

Maledimiele (2010)

di Marco Pozzi con Sonia Bergamasco, Gianmarco Tognazzi, Isa Barzizza, Benedetta Gargari

 

 

 

 

 

 

Come ogni competizione che si rispetti, c’è anche una sezione apposita per i documentari. Nel sito ufficiale trovate l’intera lista ma a me piace ricordarne almeno due:

 

  • Italy: Love it, or Leave It di Luca Ragazzi e Gustav Hofer, vincitore del Milano Film Festival 2011 e appena intravisto su Raitre – in una versione corta – con ascolti al di sopra della media di rete (nonostante l’infelice orario di partenza delle 00:21);

 

Italy: Love It, or Leave It (2011)

di Gustav Hofer, Luca Ragazzi

 

 

 

 

 

  • Fughe e approdi, di Giovanna Taviani, snobbato dal pubblico ma amato dai cinefili per il ritorno alle Eolie sulla mitica barca di Figliodoro.

 

 

 

 

 

Il premio Sergio Leone, assegnato a un autore emergente, andrà a Daniele Gaglianone, con una retrospettiva di tutti i suoi lavori, compresi l’acclamato Pietro e il “contrastante” Ruggine.

 

Spazio a due omaggi: il primo all’attore Michel Piccoli, con la proiezione di alcuni film da lui interpretati (compreso Habemus Papam), e il secondo alla Sicilia, con 15 film girati da Palermo a Catania, da Stromboli di Rossellini a Sedotta e abbandonata di Germi, passando per I cento passi di Giordana, La siciliana ribelle di Amenta e il documentario Palazzo delle Aquile di Stefano Savona.

 

Tante le proiezioni evento, tra cui tre a cui sono legato  (permettetemi di essere di parte):

 

  • Terraferma, di Emanuele Crialese, titolo in corsa per rappresentare l'Italia alla notte degli Oscar 2012;

 

 

 

 

  • Maternity Blues, di Fabrizio Cattani;

 

 

 

 

  • Noi credevamo, di Mario Martone.

 

 

 

 

 

 

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