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I formati cinematografici (2) - SuperScope (1954)
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Siccome il CinemaScope era stato registrato dalla Fox, ed alla Fox si sarebbero dovuti pagare i diritti per lo sfruttamento del sistema, alcuni Studios minori pensarono ad escamotages più economici dell'uso di un'ottica particolare quale quella dei sistemi anamorfici.

Più economici, ma anche meno buoni dal punto di vista della definizione dell'immagine.

Il SuperScope non fu inventato da uno Studio in particolare; venne invece adottato, dalla Rko, e da altri Studios di minor prestigio. I vantaggi più evidenti furono la mancanza di quote da versare alla Fox, e la possibilità già menzionata di usare un normale macchinario - che necessitava di minor luce - in luogo delle ottiche complicate richieste dal CinemaScope - che necessitavano di condizioni di luce superiore.

 

La Rko era all'epoca di proprietà di Howard Hughes, ricco abbastanza per potersi permettere il pagamento del "pedaggio" alla casa concorrente, ma evidentemente non pensò mai di investire nella sua casa di produzione più del necessario.

 

Il primo film girato - o megio, ritagliato - in SuperScope fu il capolavoro di Robert Aldrich Vera Cruz (1954).

 

Sarita Montiel, straordinaria bellezza messicana, e Gary Cooper

 

La splendida e traditrice contessa interpretata da Denise Darcel insieme a Burt Lancaster

 

Una scena notturna (Denise Darcel, Gary Cooper e Burt Lancaster)

 

il film venne fotografato nel normale formato 1.33:1, e solo in un secondo tempo, in laboratorio, venne "ritagliata" al desiderato Aspect Ratio 2:1 usando apposite tecniche di copertura delle zone del fotogramma da tagliare via.

 

 

Widescreen Museum - CinemaScope Derivatives - Superscope 1

Descrizione del SuperScope del sito The Widescreen Museum

 

 

Se ho ben capito (consiglio di leggere nuovamente dal sito The Widescreen Museum la parte dedicata al SuperScope), una volta individuata la zona del fotogramma originale 1.33:1 da ritagliare in 2:1, questa veniva ristampata nel normale formato 1.33:1 con un procedimento anamorfico che la comprimeva nella stampa finale. Cioè il procedimento anamorfico esisteva comunque, ma non nelle ottiche con le quali veniva girato il film; il procedimento anamorfico di compressione riguardava la zona (con proporzione 2:1) del fotogramma originale (1.33:1) che si sarebbe dovuta ristampare nella copia finale destinata alla proiezione.

 

L'inconveniente della "grana", facile a intuirsi, origina dal fatto che da una minor superficie di pellicola si dovevano proiettare immagini in schermi più grandi del solito (le dimensioni dello schermo comunque dipendono dalle possibilità di ogni singolo cinema).

Vera Cruz fu infatti criticato per tale problema.

 

Oggi non si è certi delle intenzioni originali riguardo a Vera Cruz: alcuni sostengono fosse stato concepito come un normale 1.33:1 e solo in un secondo tempo sia stato deciso di tagliarlo in SuperScope.

L'opinione dell'autore del sito 50 Westerns from the '50s è interessante:

 

"Guardando il film, direi che forse le cose andarono proprio così. Fotografato dal grande Ernest Laszlo in location in Messico, Vera Cruz dovrebbe risplendere. E mentre il DVD a nostra disposizione oggi fa un lavoro ammirevole, l'immagine è leggermente fuori centro, la grana è considerevole e le scene notturne piuttosto schifose - tutti problemi comuni con i transfers SuperScope".

 

Ancora su Vera Cruz

 

 

Ancora su Vera Cruz 2

 

L'esempio 1 mostra due stampe diverse della stessa scena: una in formato anamorfico, l'altra "piatto". Deduco quindi che ambedue i formati fossero stampati, a seconda della necessità di proiezione di ogni singolo teatro.

 

L'esempio 2 mostra un piccolo errore di centratura dell'edizione dvd.

 

The ever smiling bandit Joe Erin, forse una delle migliori interpretazioni di Burt Lancaster

 

Solitamente, un film destinato a simile operazione lasciava al regista la possibilità di non curare troppo le parti in alto e in basso dell'immagine, che sarebbero comunque state scartate alla fine. Immagino dovesse arrecare anche problemi proprio perchè si poteva solo immaginare il risultato finale.

 

Oggi i films in SuperScope guadagnano in definizione se visti alla tv mediante il semplice ritorno al 4/3 originale, che non è un taglio ma un ripristino, ed evitano, come ci dice nuovamente il sito 50 Westerns, un pan e scan del già ritagliato SuperScope.

 

 

In seguito - nacque così il SuperScope 235 - si decise - per venire incontro ad esigenze di proiezione dei teatri - di ritagliare un 2.35:1 dal frame 4/3, e ciò aumentò ulteriormente i problemi di grana.

Tuttavia, i miglioramenti apportati nel frattempo ai sistemi di trasferimento e stampa delle pellicole, attenuarono il problema.

 

 

Vera Cruz (1954)

di Robert Aldrich con Gary Cooper, Burt Lancaster, Cesar Romero, Denise Darcel, Sara Montiel, Ernest Borgnine, George Macready, Jack Elam, Charles Bronson

 

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