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Il vocabolario dei sentimenti - Indifferenza (2)
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Non si può far finire tutto nell'indifferenza generale. Altrimenti si incorrerebbe nell'ira funesta dei Pelidi( ?)  Data & Base che ancora non hanno visto uno straccio di post sulla nuova parola in questa settimana. Anzi no, ne hanno visto uno sotto mentite spoglie. Però posso usare questo vocabolo per chiudere un cerchio incominciato con un velo d'amarezza che ombrava lo sguardo di una certa Camille. Beh forse allora lo chiudo il ciclo pensando a Stephane, a tutto quello che non ha fatto per evitare l'amore selvaggio di Camille. L'indifferenza è un non sentimento: è meglio essere amati o addirittura odiati. Sono sentimenti che hanno la stessa radice e la stessa caratteristica di essere impetuosi, ruggiscono, ti graffiano il cuore da dentro. Essere indifferenti a qualcuno è molto peggio che essere odiati. E anche Camille era di questo parere, preferiva essere usata sessualmente piuttosto che non evocare alcuna reazione da parte di Stephane.

Almeno per un attimo avrebbe toccato la felicità, avrebbe portato sempre con sè l'illusione di aver vissuto la gioia di un amore corrisposto. E invece non è così. Stephane pensa ad altro. Non la ama, nè la odia. In quel bistrot prende schiaffi, insulti ma continua ad andare avanti anche se forse ci sarà un tempo in cui rivivrà nella propria mente tutto questo maelstrom di sentimenti con un misto di imbarazzo e nostalgia.Eccone altri due. Chissà perchè mi frullano per la testa tutti i vocaboli scelti per scarabocchiarci sopra usando il cinema come un foglio da disegno, sarà forse per il fumettopost di maurri 63 che mi fa pensare a quel magico caffè in tazza rovente assaporato  'ngoppa al Vomero e alla fotografia scattata dal prode Sparrow a lui, a Peppe Comune e a me nel paradiso della sfogliatella come dice la scritta dietro di noi. Con la speranza neanche tanto recondita di rivivere una giornata del genere con due ciceroni di così elevato lignaggio che lasciano trasparire la loro dedizione assoluta per una città bellissima come Napoli. Mentre sto qui a scrivere mi viene in mente tutto questo e le dita corrono veloci sulla tastiera. Beh forse non così veloci, ma detto così fa tanto fico. Non so se questa esperienza finisce qua ma è stata bella: l'ansia da calendario,l'attesa fino all'ultimo giorno per sapere quella dannata(benedetta) parola, leggere tutte in un fiato le avventure di ziacassie esemplare nel raccontare di sè partendo dal cinema, una ziacassie  che chissà perchè mi immagino come un misto tra la Meryl Streep de Il diavolo veste Prada e la Crudelia De Mon de La carica dei 101. Naturalmente nel senso positivo del termine perchè per me quelle due figure sono tremendamente affascinanti. Oppure i graffi della gatta maghella affascinata da Dario Argento, da Hopper e dal giovanissimo Antoine Doinel. Brutta cosa scegliere il film e poi vedere un altro che ti ha anticipato nell'idea. Vero panflo? Giuro che quel giorno ti avrei mandato un messaggio minatorio magari sull'ira(mia), ti avrei voluto bucare le ruote della macchina, quasi ti avrei voluto strozzare quando appena dopo aver rivisto e rinfrescato Il deserto dei tartari mi ritrovo il tuo post bello e confezionato il giorno prima di quando avrei dovuto postare il mio. Però non tutti i mali vengono per nuocere, ti devo ringraziare perchè mi hai fatto riscoprire il gusto di pasticciare velocemente col carboncino non su un film solo ma su parecchi.Al suono di Got The time (that tick in my head) . La scelta dello stesso film per un dato vocabolo è successa anche ad altri:è vero Stand by me è forse l'epitome del film sulla nostalgia e qui  miracolosamente è stato riletto in modo mirabile  da alfatocoferolo,da libertàdiparola e da Filmoski  da prospettive nuove ed estremamente personali. La nostalgia canaglia, chissà perchè per Cocciante era celeste in una delle canzoni dalla melodia più odiosa che abbia mai sentito. A proposito di canzoni: ho messo per primo un video musicale in allegato a un mio post e alfatocoferolo mi ha fatto notare subito che l'ho anticipato nell'idea. No, caro amico mio, in realtà sei tu il primo perchè quella volta sbagliai il giorno in cui inserire il post, preda anche io di quella gentile anarchia che certe volte ha regnato in questo collettivo così ampio. Proprio bella l' idea di questo teorico vocabolario dei sentimenti, un'esperienza da ripetere. Io mi sono divertito a leggere l'imbarazzo del vissuto di degoffro così come la magnifica descrizione delle "sue" sequenze, mi sono abbeverato alla cultura e alla passione di spopola e mi sono commosso quando metaforicamente si è messo a nudo di fronte a noi tutti, ho ritrovato con piacere la prosa  confidenziale e piacevolissima di un amico di lunga data, l'eterno Harry Potter di Francavilla al mare, Lorcio. Ma ho letto con piacere tutti i vostri scritti e dopo averli letti mi sembra ora di conoscervi di più. Oddio sembra quasi un discorso di commiato i cui autori dovrebbero essere Data & Base o End & User(a proposito di che colore lo farete il frontespizio sull'indifferenza, di uno splendido trasparente indifferenziato?). E anche io mi sono divertito a scrivere, parola grossissima, forse è più pertinente dire scarabocchiare . E a proposito di scarabocchio ne butto lì un altro.

 

Ora che ci penso l'indifferenza può essere facilmente legata alla smodata ambizione: il sogno di arrivare il più in alto possibile senza curarsi di chi sta intorno e dei possibili effetti collaterali. E credo che la più grande figura in questo senso sia quella di Charles Foster Kane, il Citizen Kane di Welles. Una smisurata ambizione che divora lui e  tutti quelli che hanno la (s)ventura di mettersi di traverso sulla sua strada. Forse è sacrilego da parte mia trattare in così poche parole uno dei più grandi film della storia del cinema ed è meglio implorare il perdono . Abbiate pietà di questo giullare un pò sfiatato, credetelo sulla fiducia, non voleva offendere, magari odiatelo (solo per un attimo), ma  non trattatelo con indifferenza

 

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