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Ancora nessuna traccia de "Le polveri del tempo", l'ultima fatica di Theo Anghelopoulos.
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Che fine ha fatto l'ultimo film di Anghelopoulos, The dust of time? Il film, da quanto è emerso e da quanto dichiarato dal regista stesso, dovrebbe essere il secondo tassello di una trilogia il cui primo capitolo è costituito da La sorgente del fiume, trilogia che a quanto pare vorrebbe dare un ritratto degli avvenimenti principali della storia del ventesimo secolo, ovviamente con un occhio di riguardo per le vicende della Grecia e dell'Europa dell'est. E proprio questo dovrebbe far da sfondo alla vicenda di un regista in crisi di ispirazione, che si reca a Cinecittà per girare un film sulla storia d'amore infelice e tormentata fra i suoi genitori; il regista si reca a Roma senza un progetto preciso, senza una sceneggiatura, senza un'idea di cosa dovrà essere girato, eppure il film lo vedremo realizzarsi davanti ai nostri occhi: è la visualizzazione dei ricordi dello stesso regista mescolati alle sue fantasie, a costituire la materia narrativa del film, in una continua sovrapposizione di passato e presente, realtà e immaginazione, vicende individuali e storiche, che si legano senza soluzione di continuità. Il tema centrale della pellicola sembra essere dunque, secondo le parole dello stesso Angelopoulos (che ha citato il pensiero di Heidegger come punto di riferimento per la pellicola), l'inesistenza del tempo, la relativizzazione di passato e futuro in rapporto a un tempo che è in realtà un presente perpetuo, un fiume che scorre amorfo senza origine nè direzione. Riferisce ancora Anghelopoulos che Fellini sarebbe stato un altro punto di riferimento per il film, e in effetti visto il tema trattato è difficile che il pensiero non corra subito ad Otto e mezzo. 

Tematiche senza dubbio affascinanti, che del resto permeano il cinema del regista greco fin dai suoi esordi, ma che purtroppo sembra non abbiano incantato più di tanto il pubblico di Berlino che a quanto pare non ha apprezzato la pellicola, tanto che dai commenti che si possono leggere anche in giro per la rete, sembrerebbe trattarsi di una delle peggiori opere di Anghelopoulos, definita da molti banale, stucchevole, vecchia, priva di ispirazione, seppur non mancante del consueto fascino visivo.

Staremo a vedere (sempre che ce lo consentano)...

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