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Il talento di Mr. Kaufmann
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La trama degli eventi (ancora piena di dubbi, incertezze, vuoti) che ha portato all’incriminazione di Francis Kaufmann (alias Rexal Ford), cittadino statunitense di 46 anni, per l’uccisione di una donna e di una bambina, i cui corpi sono stati ritrovati a Villa Pamphili a Roma, assomiglia a quella di una complessa ed elaborata sceneggiatura. Truffe, false identità, fughe, sangue versato. Nell’attesa che altri particolari arrivino e che la narrazione diventi più omogenea e fluida e che si svelino i misteri che avvolgono l’inquietante scenario del femminicidio, c’è un altro sorprendente dettaglio della storia che emerge, inaspettatamente, dall’interno dei meccanismi dell’industria cinematografica italiana. A quanto pare Mr Kaufmann si spacciava per regista (vero o presunto), con una sua casa di produzione (Tintagel Films) ed era riuscito ad ottenere nel 2020 un sovvenzionamento, grazie alla tax credit, di circa 863 mila euro per un film che non è mai stato realizzato. E di cui, a quanto sembra, non è stata girata neanche una scena. Alcune domande, a cui speriamo si trovino adeguate risposte, sorgono immediatamente. Che fine hanno fatto tutti questi soldi? Come è stata possibile tale erogazione di denaro? Come funziona la tax credit? Chi è il responsabile da un punto di vista legale e burocratico di tutto ciò? Le indagini della polizia in questa direzione sono appena all’inizio, però appare chiaro che ci sono delle falle all’interno del sistema di aiuti finanziari del cinema italiano. Quante altre persone hanno sfruttato queste disfunzionalità nel corso degli anni? È quello di Kaufmann un caso isolato? Chi controlla e monitora i soldi che passano per le casse del MIC?

Sul sito della Direzione generale Cinema e Audiovisivo, sono apparse, pochi giorni fa, delle nuove disposizioni proprio a riguardo della tax credit, per la produzione nazionale e internazionale. Obbligo di consegna della copia dell’opera, presenza di un conto corrente tracciabile, verifica dei costi. Proprio quei punti ambigui che l’americano e chi lo ha aiutato hanno sfruttato per ottenere i soldi.

Sarebbe interessante anche poter vedere il progetto originale di Mr. Kaufmann,  dal titolo Stelle della notte, capire di cosa si tratti, quale fosse il soggetto, magari intervistare il presunto killer sulle sue idee di regia, sul suo modo di fare cinema. La sua vita o almeno quella descritta dai media fino ad oggi appare come un formidabile plot che forse in futuro ispirerà altri scrittori o sceneggiatori, in cui gli elementi per una pellicola o una serie di successo ci sono già tutti. Nel frattempo, fra il caldo torrido di Roma e quello della Grecia, la verità o la sua falsificazione, cercano di venire alla luce. Le indagini proseguono. Gli articoli della stampa anche. Ci si augura che oltre agli aspetti giudiziari privati di questa vicenda si scavi anche in quelli pubblici di un sistema di finanziamento che ha lasciato possibile che una storia che sembra uscita fuori da un libro di Patricia Highsmith sia diventata, incredibilmente, realtà.

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