Espandi menu
cerca
COSA RESTERÀ DI QUESTO 2022 CINEFILO - I 10, anzi i 15 migliori film prodotti nell'anno:
di alan smithee ultimo aggiornamento
post
creato il

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 315
  • Post 214
  • Recensioni 6383
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

John Lloyd Cruz, Shamaine Buencamino

When the Waves are Gone (2022): John Lloyd Cruz, Shamaine Buencamino

La frequentazione di alcuni tra i principali festival cinematografici, nel caso di chi scrive prevalentemente italiani, se si eccettua il più grande e il più celebre, ovvero Cannes, resta sempre la via privilegiata per poter arrivare a visionare titoli di maestri anche molto noti in ambiente cinefilo, ma purtroppo scarsamente oggetto di lanci distributivi, sia in streaming, sia tantomeno sul grande schermo, sempre più snobbato e sempre più in crisi soprattutto nel nostro paese.

 

scena

Le mur des morts (2022): scena

Quasi la metà dei titoli di questa mia classifica, che condensa in soli 15 titoli il meglio di una stagione sofferta, ma interessante, non hanno ancora avuto una distribuzione, e almeno la metà tra questi titoli, resterà probabilmente un desiderio inappagato per alcuni, e un tabù per i pochi eletti cinefili che scelgono i festival come strumento di scoperta.

Peccato succeda tutto ciò, e l'arte non riesca a risultare appannaggio di chi voglia dedicarvisi, senza dover per forza intraprendere viaggi o dedicare sforzi straordinari, impegnando risorse economiche e tempo a disposizione.

Kristen Stewart, Léa Seydoux, Viggo Mortensen

Crimes of the Future (2022): Kristen Stewart, Léa Seydoux, Viggo Mortensen

In Francia, anche senza avere dati precisi sotto mano, da frequentatore abituale ed assiduo delle sale oltreconfine, non posso evitare di notare come il cinema in sala sia tornato a rivivere, e la distribuzione non dimentichi, ora come nel periodo ante Covid, opere d'autore destinate anche solo ad una ristretta cerchia di insaziabili cinefili, dando comunque loro una chance distributiva che ne garantisca almeno una piccola distribuzione in sale d'essai.

scena

Gli orsi non esistono (2022): scena

Il cinema Mercury di Place Garibaldi a Nizza, da poco ribattezzato Cinéma Jean-Paul Belmondo in onore al celebre attore francese scomparso nel settembre del 2021, organizza proiezioni a calendario settimanale che permettono alle tre sale di proiettare sino ad un totale di oltre 10 film al giorno, offrendo sbocchi ad un cinema d'autore che valorizzi il cinema come arte, e non solo come svago, distribuendo titoli in rigorosa versione originale con i sottotitoli.

scena

The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft (2022): scena

Nulla di tutto ciò, purtroppo, da noi, con le sale che languono anche distribuendo prevalentemente titoli commerciali, e con gli incassi che premiano solo pochissimi titoli di cassetta.

E il cinema d'autore?

Quello diventa sempre più un comparto di nicchia, che quasi sempre è costretto a disertare la sala e a venir proposto, quando va bene, grazie alla presenza di piattaforme lungimiranti come Mubi.

 

Benoît Magimel

Pacifiction - Un mondo sommerso (2022): Benoît Magimel

Ecco i titoli:

1) When the waves are gone - Lav Diaz;

When the waves are gone racconta una storia di rivalità acerrima tra due ufficiali, uno bravo ma devastato psicologicamente, l’altro corrotto, colluso e incattivito per la strage perpetrata ai danni della propria famiglia di cui ritiene responsabile il primo.

Una sfida che, sulla carta, probabilmente, avrebbe potuto appassionare anche un regista come Michael Mann, e che Lav Diaz affronta, racconta e sviscera rispettando il proprio stile riflessivo. Voto 10

2) Le mur des morts - Eugène Green;

Ogni volta che il grande autore ed esperto di epoca barocca Eugène Green torna a incantare con una sua opera cinematografica, il suo stile tutto personale e intenso ha il potere di incantare lo spettatore.

Vite spezzate da una guerra crudele e inutile come tutte le altre, famiglie lacerate e separate senza il tempo ed il modo di congedarsi da una vita che non meritava una fine così prematura e crudele.

Ne scaturisce un’altra opera incantevole , commovente e pregna di significati, che condensa nei suoi scarni cinquanta minuti di durata, tutta la potenza di un sentimento rimasto inespresso dalle crudeli circostanze della vita. Ma portato a diretto compimento dal potere di una intesa che va al di là dei limiti terreni umanamente comprensibili. Voto 10

3) Crimes of the future - David Cronenberg;

Cronenberg torna a capofitto ad incentrare tutto il suo discorso artistico e cinematografico sulla mutazione corporale, sulle cognizione e presa di coscienza di nuovi orizzonti di piacere, e del concetto di body sex in cui il corpo aperto si trasforma in un involucro che custodisce una forma d'arte, e l'atto di aprirlo e contemplarlo, fino a manipolarlo, fornisce una sensazione di contemplazione pari alla lettura di un poema, e alla più congrua e rispettosa valutazione di un'opera d'arte.

Lo straordinario regista affronta il percorso sacrificale di una ossessione unica e, per quanto inquietante, travolgente: la stessa che ha reso epocale la carriera di questo straordinario cineasta canadese, capostipite assoluto, ora più che mai con questo film incredibile, del culto pagano del body horror. Voto 9

4) Gli orsi non esistono - Jafar Panahi;

Con Panahi e il suo stile di racconto indotto e forzato dalle circostanze di regime, il cinema si trasforma in verità e la verità in narrazione cinematografica.

Due storie d’amore parallele, anzi intrecciate tra loro, riescono in questo splendido No Bears, a spiegarci come tutto ciò può essere possibile.

Il cinema può confutare la realtà?

La narrazione cinematografica è in grado di rivelarsi più autentica della realtà che si sta vivendo.

Da esule e poi persona sottoposta ad arresto, Panahi da tempo gira in clandestinità.

La criticità delle condizioni in cui si ritrova a vivere il grandissimo regista gli consente, tuttavia, di arrivare all’illuminazione, con un cinema ad incastro che riflette più do ogni altro sulle dinamiche in cui la brutale realtà dei fatti supera la fantasia della narrazione. Voto 9

5) The fire within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft - Werner Herzog;

Il tenace regista tedesco Werner Herzog ha sempre ammirato l'opera della coppia di due vulcanologi, e avrebbe sempre desiderato, da animo votato alla ricerca da esploratore instancabile e temerario quale è sempre stato, seguire i due coniugi, morti prematuramente in Giappone il 3 giugno 1991 sul campo di osservazione di un fenomeno sismologico sfuggito di controllo.

Ne scaturisce un film magnetico dal punto di vista visivo, ed emozionante dal quello più strettamente umano, in cui la voce austera ma anche umana del grande cineasta racconta con la solennità del carismatico narratore, ma anche col trasporto emotivo di chi non riesce ad evitare di provare una forte commozione.

The Fire within è pertanto un altro prezioso tassello di una carriera di cineasta che, soprattutto nell'ultimo ventennio,ha trovato nel documentario la sua forma espressiva più matura e perfetta. Voto 9

6) Pacifiction - Albert Serra;

Ci sono trame misteriose nel paradiso terreste di Tahiti. O piuttosto tutto è frutto di una diffusa suggestione popolare? Il "re" dell'isola indaga e viaggia senza sosta per appurare e rassicurare, in un film ambiguo che pare una spy-story a metà, e che conferma Serra come uno degli autori più intransigenti e affascinanti del momento.

La lunga scena della osservazione sul campo delle immense onde oceaniche che si rifrangono fragorosamente in determinato punto al largo della costa, monitorato da barche, fotografi e surfisti, oltre che il fulcro centrale del film, finisce per essere una delle scene più suggestive e indimenticabili di tutto il festival 2022. Voto 8

7) Mantícore - Carlos Vermut;

Uno dei gioielli indiscussi del Torino Film Festival nr. 40, proiettato nell’ambito della originale e inedita rassegna personale che la sezione Fuori Concorso ha dedicato al regista, ma non meno fumettista e sceneggiatore spagnolo Carlos Vermut, presentandolo finalmente con la massima ufficialità nel nostro paese, ove tuttora l’apprezzato cineasta risulta quasi uno sconosciuto.

Carlos Vermut riesce nell’impossibile compito di trasformare il protagonista non proprio in un mostro, bensì nella vittima di una mostruosità che lo coglie inaspettatamente e non lo lascia più andare. Nonostante la buona volontà e gli strenui tentativi per non incappare nel  chiodo fisso che lo logora e lo divora nei desideri più animaleschi che albergano in lui. Voto 8

8) Trenque Lauquen - Laura Citarella;

"Laura non c'è"...come la Laura della nota canzone, in un mistero che non appare come meno intricato di quello che ha coinvolto Laura Palmer nella celebre saga di Twin Peaks.
Forse il nome "Laura" ben si addice a dare i natali ad una figura misteriosa di donna che si mette nei guai per la sete di ricerca di verità a cui proprio non riesce a sottrarsi.
La vicenda si snoda in un complesso di storie secondarie, per ritrovare, nella seconda parte della titanica opera lunga oltre quattro ore, la nuova Laura come un essere nuovo, rinato dalle acque un po' limacciose, ma mai putrefatte, dei corsi fluviali che percorrono quel territorio verdeggiante pieno di fascino, ma anche di mistero. Voto 8

9) The Fabelmans - Steven Spielberg;

La vita, assieme al cinema, è una cosa meravigliosa. Steven Spielberg ci mostra qualcosa di simile alla propria giovinezza, in quella metà degli anni '50 ove tutto scintillava e l'entusiasmo pareva palpabile ovunque. Anche nella bella casa di una operosa ed armoniosa famiglia ebrea che non aveva l'abitudine di apporre luminarie in giardino nel periodo natalizio.

Raccontando nella purezza del suo inconfondibile stile narrativo classico e senza smagliature, Spielberg ci regala un gioiello emozionante che guarda al cinema di Capra, e pure agli orizzonti, inevitabilmente o alti o in alternativa bassi, del burbero ma infinitamente saggio John Ford. Voto 8

10) Fairytale - Alexandr Sokurov;

l'ultima eccentrica e magistrale fatica di Alexandr Sokurov rielabora materiale d'archivio riguardante soprattutto alcuni uomini cardine a cui sono legate le principali tragedie o sconvolgimenti del '900.

Ecco allora che alle figure di Hitler, a cui Sokurov aveva già dedicato il film cardine della sua tetralogia sul potere (Moloch), Stalin e Mussolini, si aggiungono quelle di statisti di rilievo come Churchill, ma anche tornando indietro nel tempo, Napoleone e persino un dolente Gesù Cristo sdraiato morente come appena deposto dalla croce.

Una schiera di anime in pena che non si rassegnano all'idea della banalità del loro agire devastante.

Sokurov manipola materiale che - ci tiene ad esplicitarlo - è unicamente tratto da materiali di archivio rielaborati sapientemente con l'estro scenico e la padronanza tecnica di uno dei più grandi registi viventi di oggi. Voto 8

11) Showing Up - Kelly Reichardt;

Kelly Reichardt torna a riproporci scorci di un'America della periferia, concentrandosi nel mondo dell'arte e dell'ispirazione che vanno conquistate e rimesse in discussione interagendo con una vita reale che non attrae né interessa, e da cui spesso ci si sottrae. Il film va rodato, ma riesce a conquistarsi cuore e sentimento di chi lo affronta.

la Reichardt si conferma una regista meravigliosa. Con il suo Cinema è  in grado di far entrare lo spettatore a far parte del suo mondo un po’ country, attraverso uno sguardo ossessivamente indipendente e dai tratti nuovamente “mumblecore”. Il personaggio centrale trova, attraverso un piccolo contrattempo apparentemente innocuo, la forza di arrivare a quella svolta che costituisca finalmente la differenza tra oblio predestinato e riscatto a cui non si è mai troppo creduto. Voto 8

12) Il signore delle formiche - Gianni Amelio;

La vicenda giudiziaria in cui fu coinvolto il professore Aldo Braibanti nel 1968, che gli comminò una condanna a nove anni di reclusione, diviene, dietro la guida narrativa limpida e colma di pathos di Gianni Amelio, la storia di una vero e proprio camino della passione.
Un calvario attraverso il quale una giustizia ottusa e perbenista, che in primo grado e per direttissima richiese una condanna a 14 anni, uno in meno di quello previsto in caso di omicidio, utilizzò l'espediente del plagio per condannare lo status di omosessuale.
Gianni Amelio si prodiga in un racconto di uno degli episodi più bui ed infami della nostra giustizia, senza tuttavia accelerare sul tasto della indignazione, già tanto esasperante ed impressionante appare il calvario di un uomo contro tutti, utilizzato come esempio per compiacere i benpensanti e fornire lezioni di vita in grado di omologare comportamenti di vita dando lezioni pubbliche di comportamento etico totalmente discutibili. Voto 8

13) Men - Alex Garland;

La prevaricazione tutta maschile ai danni della donna, di cui son piene le cronache nere di giornali e media, trova nell'ottimo horror di Garland una sua più coerente ed inquietante personificazione, attraverso un film spesso inquietante, a tratti disturbante, ma geniale dall'inizio alla fine.

Nel film Garland trasporta in un altro contesto, decisamente più bucolico e rilassante – almeno sulla carta – la protagonista, fino a condurla in un tunnel senza ritorno.

Nel vero senso della parola.

Vedere per credere. Voto 8

14) EO - Jerzy Skolimowski;

Onomatopea di un grido di dolore e delusione. Il film di Skolimowski reinterpreta Au hasard Balthazar di Bresson, e si rivela la tragica onomatopea di un grido di dolore e delusione di un essere mite come si rivela l'asino protagonista e vittima sacrificale, nei confronti della vorace ed insaziabile umanità.

Nel riproporre i significati di fondo della pellicola del grande regista francese, Skolimowki va incontro, inevitabilmente, ad un percorso un po’ più forzato e meno limpido rispetto a quello originario uscendo però indenne da un pericolo di retorica sempre in agguato. Questo grazie anche alla solita superba regia di nerbo e ad una capacità di dirigere e filmare che lascia ogni volta stupefatti ed interdetti. Voto 8

15) Esterno notte - Marco Bellocchio.

A quasi vent'anni dal suo intenso Buongiorno notte, incentrato sui giorni di prigionia dello statista e politico della Democrazia Cristiana Aldo Moro, Marco Bellocchio torna ad affrontare uno dei capitoli più spietati e bui della nostra storia recente, tornando proprio a focalizzare il suo sguardo indagatore di fenomeni, ma non meno introspettivo, sulla figura dello stimato uomo politico.

Diretto con la nota maestria dell'autore, scritto a più mani da valenti sceneggiatori assieme a Bellocchio senza l'affanno di dover risultare concisi, ma determinato a rendersi incalzante in tutte le sue oltre cinque ore e mezza, Esterno notte è una grande produzione matura e riuscita che ci rende orgogliosi di queste felici contaminazioni tra cinema e televisione. Voto 8

Nacho Sánchez, Catalina Sopelana

Mantícore (2022): Nacho Sánchez, Catalina Sopelana

scena

Trenque Lauquen (2022): scena

Paul Dano, Michelle Williams, Mateo Zoryon Francis-DeFord

The Fabelmans (2022): Paul Dano, Michelle Williams, Mateo Zoryon Francis-DeFord

scena

Fairytale (2022): scena

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati