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COSA RESTERA'…. DI QUESTO 2021 CINEFILO: i 10, anzi 15 film per cui è valsa la pena frequentare festival e sale cinematografiche, o escogitare stratagemmi utili a scovare nuove sorgenti a garanzia di potenti emozioni .
di alan smithee ultimo aggiornamento
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Memoria (2021): locandina

Se nel 2020 la debacle del cinema in sala poteva contare sull'attenuante di una chiusura generalizzata quasi continuativa, in un 2021 non meno funestato dalla medesima pandemia, sempre uguale e sempre diversa a causa delle differenti varianti in grado di rendere sempre più incalzante, oltre che drammatica, la lotta per debellare il virus, la sala cinematografica, in particolare quella italiana, ha accusato una vera e propria diserzione da parte del grande pubblico, che in pochi mesi sembra sia riuscito a rinunciare, senza eccessiva difficoltà o condizionamento nostalgico, alla fruizione del cinema in sala, usufruendo sempre più abitualmente di tutte le altre forme di fruizione domestica alternative, comode ed oggettivamente più a portata di mano; tra queste, ahimè, anche l'irriducibile e tentacolare pirateria.

Da quasi "frontaliero" in un Ponente ligure sempre piuttosto poco foriero e brillante di proposte cinematografiche in sala, ho tuttavia potuto notare già da tempo, ma in particolar modo in questo ultimo anno, come la situazione del "cinema al cinema" sia molto differente nei due paesi confinanti, tra l'abbandono che caratterizza i nostri punti di fruizione, e, al contrario, ciò che accade nelle sale dei "cugini", ove l'ormai quasi ricordo lontano della coda fuori dalla sala imperversa nelle sale nizzarde, ed immagino in molte altre città della Francia, ancora oggi; anzi soprattutto oggi, con gli inevitabili rallentamenti per i controlli sui green pass necessari ed opportuni per accedere alla sala.

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Vortex (2021): locandina

Gli incassi in Francia, per quanto ridimensionati dal fenomeno pandemico, hanno numeri ben maggiori di ciò che accade in casa nostra: l'ultimo 007, No time to die, raggiunge in quel paese i 32 milioni; e Spider-Man sta per superarlo; Dune ha oltrepassato i 25 milioni, ed anche film non proprio di nicchia, ma certamente un po' più d'autore, come potrebbero apparire Eiffel di Martin Bourboulon, Aline di Valerie Lemercier o Adieu les cons di Dupontel, superano tranquillamente i 10milioni.

Al contrario da noi lo stesso Uomo Ragno, che è considerato l'unico vero fenomeno passaparola tra i teen dell'anno, si attesta a poco più della metà degli incassi riscossi dallo stesso in Francia; e i film d'autore di casa nostra, anche quelli sulla carta a maggior richiamo commerciale come i tanto attesi Freaks Out o Diabolik, stentano a raggiungere rispettivamente la misera soglia dei 3 e 2 mln di euro, in deficit più o meno eclatante rispetto ai relativi costi di produzione.

Se consideriamo poi il fenomeno del momento, ovvero l'irriverente affondo apocalittico-sarcastico che è Don't look up di Adam McKay ed il suo cast all stars (DiCaprio+Lawrence+Blanchett+Chalamet+Streep+Hill+Rylance ed altri ancora), distribuito in qualche sala da Netflix prima di approdare i giorni scorsi in streaming, se i dati dell'incasso in sala rimangono un mistero, come da abituali precise istruzioni dell'intransigente distributore, posso dire che, visto in sala allo spettacolo serale il secondo giorno dall'uscita, il pubblico in sala si contava sulle dita di una mano. Salvo poi esplodere il film non appena rilasciato tramite i canali dello streaming. 

Cosa succede veramente agli spettatori italiani, demotivati ed assenti? Sarà forse che, saggiamente al contesto pandemico, ci presentiamo più prudenti e ligi alle regole rispetto ai nostri vicini oltreconfine (quello tendenzialmente si, lo dimostrano i molti, forse troppi dati statistici comparati che ogni sera ci propina ogni mezzo di comunicazione in modo ossessivo da oltre un biennio); e/o c'è dell'altro?

Nel mio piccolo di un ambito personale lavorativo, analizzando la confidenza o l'eventuale assiduità che i miei colleghi bancari (pubblico culturalmente forse non eccelso, ma probabilmente sopra una media statistica nazionale) dimostrano nei confronti del cinema in sala, c'è da rimanere scoraggiati. A dir poco.

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Great Freedom (2021): locandina

Posto che quasi tutti costoro mi considerano, quando va bene, un tipo un po' strano o almeno una persona un po' fanatica (e probabilmente hanno ragione, bontà mia!), per la mia reiterata abitudine a "spendere" oltre 3/4 delle ferie a disposizione per la fruizione di festival in giro per il paese e stati limitrofi, ad occhio ho valutato che un buon 70-80% fra costoro non frequenta la sala da anni, dirottati quasi tutti con soddisfazione alla fruizione via streaming o similare, completamente avvinti anche da una serialità dilagante che oggi affolla le proposte di tutti i principali network di offerta: una serialità spesso di buon livello, e che crea nello spettatore quella dipendenza rassicurante che, tuttavia, rende a volte ostica anche solo l'idea di affrontare, in alternativa al piatto già noto, un prodotto "una tantum", con tutte le incognite che poi il mancato gradimento del singolo film in sala possa anche pregiudicare o compromettere uno stato di salute oggi sempre più messo alla berlina dalla situazione pandemica senza fine; altri più semplicemente non la frequentano più dai tempi dell'inizio pandemia.

I dati dell'industria cinematografica nostrana, come accennato sopra nel brutale confronto con gli incassi francesi, sono drammatici. Pensare di poter rieducare ora il pubblico fruitore ad un ritorno in sala fiducioso e responsabile, appare ora realisticamente prematuro in quanto insidiato da troppe incognite.

Nonostante questo sconforto di dati e bilanci, anche il 2021 mi ha fornito l'occasione di poter vivere, quasi sempre in sala o almeno nei festival che son tornati a svolgersi in presenza, e che ho potuto tornare con entusiasmo a frequentare, emozioni e sentimenti che mi hanno fatto bene: moralmente, se non anche fisicamente.

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First Cow (2019): locandina

Il cinema mi aiuta molto - e sempre di più invecchiando, inevitabilmente -  a sopportare una routine di vita obbligata e sempre più insidiata di ostacoli e difficoltà che mi oppongono barriere sempre più difficili da scavalcare.

Qui di seguito, disposti in ordine crescente di gradimento, i film che ritengo rappresentino maggiormente questa mia soddisfazione nei confronti delle proposte rese fruibili lungo questo tormentato 2021.

Dovevano essere 10, ma, nel cercare di tirare le somme, non sono riuscito ad evitare che risultassero almeno 15.

Cliccando sui titoli, potrete come di consueto accedere alle singole recensioni.

Buone feste e buon 2022. alan

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On the Job 2: The Missing 8 (2021): locandina

 

15) ANONYMOUS ANIMALS di BaptisteRouveure, Francia 2020 - horror

 

14) DAU. NATASHA di Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel, Ru/Fr/Ger/Svezia/Olanda,Ucraina 2020 - drammatico

 

13) PICCOLO CORPO di Laura Samani, Italia, 2021 - drammatico

 

12) RE GRANCHIO di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, It/Fr/Arg. 2021 - drammatico

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Drive My Car (2021): locandina

 

11) WHAT JOSIAH SAW di Vincent Grashaw, Usa 2021 - horror

 

10) IL BUCO Di Michelangelo Frammartino, It 2021 - documentario

 

9) IN FRONT OF YOUR FACE di Hong Sang-soo, Corea Sud - drammatico

 

8) BEGINNING di Dea Kulumbegashvili, Georgia 2020 - drammatico

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Sesso sfortunato o Follie porno (2021): locandina

 

7) SESSO SFORTUNATO O FOLLIE PORNO di Radu Jude, Rom/Croazia/Rep.Ceca/Lux 2021 - drammatico

 

6) DRIVE MY CAR di Ryusuke Hamaguchi, Giappone - drammatico

 

5) ON THE JOB 2: THE MISSING 8 di Erik Marri, Filippine 2021 - azione

 

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Beginning (2020): locandina

 

4) FIRST COW di Kelly Reichardt, Usa 2019 - drammatico

 

3) GREAT FREEDOM di Sebastian Meise, Austria 2021 - drammatico 

 

2) VORTEX di Gaspar Noé, Arg/It 2021 - drammatico

 

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In Front of Your Face (2021): locandina

 

1) MEMORIA di Apichatpong Weerasethakul, Colombia 2021 - drammatico

 

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Re Granchio (2021): locandina

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Piccolo corpo (2021): locandina

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