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Un futuro prossimo approssimativo
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Noi ci stiamo provando a tenere aggiornate le uscite nella nostra sezione Prossimamente, quella in cui trovate le date di uscita dei film in sala. Per adesso, lanciando il cuore al di là dell'ostacolo, solo la Universal Pictures ha provato a diffondere delle date e, tra queste, spicca quella di Una donna promettente, piazzata strategicamente il 29 di aprile proprio a valle dell'edizione Oscar 2021 che si terrà il 25. Ma ci sono così tante incognite e variabili (se non varianti) sulla riapertura dei luoghi di spettacolo che mi sembra assolutamente impossibile che questo titolo, quasi un monumento granitico dedicato all'incertezza, resista agli spostamenti.

Una donna promettente
è anche uno dei pochi film candidati nella categoria Miglior film di questi atipici Oscar 2021 che ancora non siano visibili su alcuna piattaforma o servizio di noleggio streaming. Su 8 titoli ben 5 sono già disponibili online, alcuni di questi essendo proprio nati direttamente per le piattaforme. Molti dicono che l'Academy avrebbe dovuto soprassedere e rinviare questa edizione, io penso che sarebbe stata una mossa abbastanza sbagliata: quest'anno non è da considerare una semplice eccezione, bensì quello che ha introdotto e reso definitivo un cambio paradigmatico. Se va tutto bene dall'anno prossimo in avanti avremo ANCHE qualche film uscito nelle sale a contendersi gli Oscar, il rapporto si è invertito. Essendo questo un anno pilota, mi pare che l'Academy non potessero fare altro che semplicemente adeguarsi.

La mia vera curiosità invece è un'altra: quest'anno che ne abbiamo avuto la possibilità l'abbiamo fatta la scorpacciata di film candidati agli oscar visibili online? Oppure quando siamo lasciati soli a decidere, nei nostri salotti-monadi, siamo meno suscettibili ai richiami e alle lusinghe dell'attualità? Non che sia un male, mi piace l'idea che ognuno di noi si ritagli le proprie visioni sulla base del proprio gusto e dei propri agganci. È da tempo che per me i film e le serie sono attaccate tra loro da un prezioso filo rosso che non ha nulla a che vedere con quel che succede nella cosiddetta attualità cinematografica. Ma il lato oscuro di questa totale autocrazia è la mancanza di stimoli provenienti dall'esterno.

Su un fronte di questa assenza c'è la scarsissima propensione delle piattaforme e dei negozi digitali a condividere i dati di visualizzazioni e dei noleggi che sarebbero utili per sostituire o integrare il buon vecchio box office, senza il quale mancano ai media gli appuntamenti fissi settimanali che almeno avevano la funzione di dare un po' di visibilità ai primi dieci titoli in classifica. Un appuntamento settimanale che, appunto, non è stato sostituito da altre classifiche. Al massimo Netflix, ogni tanto, nella sua immensa bontà, diffonde qualche comunicato stampa che riguarda la serie più vista o il numero di visualizzazioni su scala globale di una pellicola, ma è chiaro che, per avere un minimo di affidabilità, per essere davvero un po' il riflesso di quel che accade nei nostri salotti, ci vorrebbe qualcuno che potesse mettere insieme dati in maniera trasversale.

E poi c'è un altro fronte, più intimo: il passaparola è un serpente sociale che ha bisogno di fisicità per respirare, per espandersi, per diventare un vero media, per svolgere quel ruolo che ha fatto la fortuna di tantissimi titoli nel passato. E le piattaforme sono i luoghi meno sociali che mi vengono in mente. Su questo fronte ci sarebbe tantissimo da fare, lavorando su piccoli gruppi di persone, ad esempio, ma evidentemente alle piattaforme e ai negozi digitali che propongono i noleggi questo nostro essere monadi va benissimo e al di là di qualche iniziativa per condividere la visione nata proprio in quest'epoca pandemica, nessuno sembra cogliere la grande opportunità che risiede nel mettere insieme persone dai gusti affini e farli diventare piccoli, ma numerosi, centri di consumo attivo, con prezzi agevolati in base a quante persone partecipano alla stessa visione digitale.

E così ci ritroviamo qui, ad attendere una riapertura dai contorni nebulosi, un po' spersi nelle nostre abitudini solitarie e senza che in tutti questi mesi a qualcuno sia venuto in mente di cogliere l'occasione di questo fermo forzato per rimettere mano seriamente al sistema distributivo cinematografico italiano che quindi riprenderà (?) con gli stessi vizi di prima. Il cinema che verrà rischia quindi di essere allo stesso tempo meno di prima in termini quantitativi e uguale a prima in termini sistemici.

Voglio però chiudere questo testo con una nota davvero futuristica segnalandovi l'affascinante idea che ho utilizzato come immagine di apertura, ossia il "cinema verticale" modulare progettato dai francesi Pierre e Nicolas Chican che si ispira al senato galattico di Star Wars e che parcellizza gli spettatori in piccoli gruppi ospitati all'interno di piattaforme (esatto, non c'è scampo!). Distanza sociale garantita ed esperienza di visione immersiva grazie ad un maxischermo e ad un proiettore posizionato nel centro della sala che dovrebbe assicurare la stessa esperienza visiva da qualsiasi palchetto.

Nostalgia delle vecchie poltroncine di velluto e dei combattimenti silenziosi per la conquista del bracciolo condiviso? Monadi in cerca di compagnia? Piattaformisti convinti? Futuristi entusiasti?
Questo spazio è per voi.

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