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Mi ha chiamato Paolo. Ma prima mi ha mandato un link, questo: poi al telefono mi ha detto “mi sa che stai faticando a trovare argomenti per la newsletter, non vorrei essere nei tuoi panni, così pensavo di darti una mano”.

È assolutamente vero: scrivere una newsletter a voi che vi siete registrati a un sito di cinema sta diventando quest’anno particolarmente acrobatico. Ancor più dell’anno scorso. Almeno l’anno scorso - sia durante il primo lockdown totale, sia nei mesi successivi - si parlava molto di cinema: della sua chiusura, della sua riapertura, delle speranze, del paradosso delle sale aperte in estate ma senza film nuovi da proiettare (e anche senza pubblico a cui farli eventualmente vedere).

Ora invece tutto tace. È “naturale”. Le sale sono chiuse irrimediabilmente. La grande e brutta novità della pandemia è diventata quasi la nuova normalità. Non si pensa più al cinema, le emergenze sono chiare: i vaccini che non ci sono, i vaccini che non si fanno, la politica, l’economia.

Le riflessioni allora spingono altrove. Si prova ad allargare l’orizzonte: recentemente anche noi ci siamo occupati più di cultura in senso lato che di cultura cinematografica. Ci perdonerete?

Qualche sera fa ho visto su Netflix Notizie dal mondo, il western di Greengrass ambientato intorno al 1870 che ha ricevuto di recente quattro nominations (permettetemi di dire minori) ai Premi Oscar 2021. Un buon film, ma niente di speciale. Per questa newsletter - e per sforzarmi di parlare di cinema - proverò a vestire i panni del personaggio interpretato da Tom Hanks: il Capitano Jefferson, un veterano che tira a campare viaggiando di cittadina in cittadina e organizzando dei piccoli “spettacoli” che si basano sulla lettura di notizie scelte dei giornali. C’è una certa autoironia nella mia identificazione con il Capitano, vi prego di notarla, e c’è una fondamentale differenza: voi non siete analfabeti, come probabilmente la maggior parte degli spettatori delle sue letture, e le notizie oggi sono alla portata di tutti. Magari se siete stati proattivi ve le siete già lette. In tal caso, perdonatemi.

Partiamo dalla prima: una notizia che non lo era, ridicola e fasulla sin dal momento in cui è stata diffusa: cinema e teatri riapriranno il 27 marzo. Lo ha chiesto e ottenuto il 26 febbraio scorso - con grandi squilli di fanfara - il Ministro della Cultura Dario Franceschini. Vi prego di notare che Il 26 febbraio era meno di 20 giorni fa, quindi è tecnicamente quasi attualità. Naturalmente le condizioni-capestro erano scritte in piccolo: vale solo per le zone gialle, le sale dovranno limitare la loro capienza a un quarto del totale. Oggi Franceschini ha corretto: l’apertura varrà solo per la Sardegna. È chiaramente un messaggio simbolico e di speranza, ha spiegato Franceschini. Lasciamo a voi decidere cosa sperare. Noi speriamo che se ne vada. O che almeno taccia.

A proposito di Oscar. Sapete che lunedì sono state rese pubbliche le nomination (vedi sotto) per un’edizione, la 93esima, che parte necessariamente monca e che per tenersi in vita ha dovuto accettare film che - ovviamente - non sono nemmeno mai andati in sala. C’è chi sostiene che per pudore gli Oscar avrebbero dovuto saltare il 2020. Chissà.

Intanto proprio ieri l’Academy ha fatto sapere che la cerimonia prevista per il 26 aprile si terrà all’aperto, nell’area della storica Union Station di Los Angeles, anziché al Dolby Theatre, e che il numero dei partecipanti sarà dimezzato. Speriamo non piova.

Nuovo terremoto al vertice della classifica del film di maggior incasso di tutti i tempi. Il primato sino all’altro giorno era di Avengers: Endgame. Ma ora un nuovo pretendente al trono lo ha superato: anzi no, un vecchio. È che in Cina hanno tirato fuori dal cassetto Avatar, che ha guadagnato altri 21 milioni di dollari, tornando primo e superando il muro dei 2.8 miliardi di dollari. Ad Avengers: Endgame toccherà aspettare la prossima ondata per rifarsi.

Parlando di campioni di incassi, tutti si chiedono se e quando uscirà un nuovo film di Checco Zalone, l’unico uomo in grado di risollevare le sorti del cinema italiano (del botteghino, volevo dire). Il regista e attore non comunica molto, non usa i social e di lui - da dopo l’uscita di Tolo Tolo - si sa pochissimo. Sarà però in televisione il 19 marzo (oggi, se leggete subito questa newsletter), ospite del programma serale su Rai3 di Stefano Bollani. Chissà se svelerà qualcosa. Ma probabilmente nemmeno Bollani riuscirà a farlo cantare.

Presi dallo scoramento non abbiamo seguito adeguatamente come sempre facciamo la Berlinale, che si è tenuta in edizione online. Ci dovete perdonare, ma questa cosa dei Festival online ci sembra troppo. Rimedieremo. Magari quando si terrà la seconda parte del festival tedesco, in presenza di pubblico, dal 9 al 20 giugno 2021. Intanto però i premi sono stati assegnati e l’Orso d’Oro è andato al film Bad Luck Banging or Loony Porn, del rumeno Radu Jude, che racconta una storia davvero molto simile a quella dell’insegnante italiana che si è vista licenziare perché un suo filmino amatoriale porno era stato messo in circolazione dall’ex fidanzato. Nel film gli attori indossano spesso le mascherine. Non so se avrò voglia di vederlo, ma i doppiatori festeggiano: dicono che doppiarlo sarà una passeggiata.

 

scena

Bad Luck Banging or Loony Porn (2021): scena

 

A Los Angeles intanto tre giorni fa hanno riaperto le sale, “battuti” da quelli di New York che hanno riaperto il 5 marzo. In genere i cinema di LA fanno da soli quasi il 10% degli incassi nazionali statunitensi, mentre quelli di NY poco più del 7%. Anche lì comunque le limitazioni sono severe: non più del 25% della capienza e non più di 50 persone per sala (ma a LA si è deciso che ce ne possono stare anche 100). Pare che Nolan - autoproclamatosi paladino del cinema mondiale - sia corso subito, con tanto di fotografi al seguito: lo hanno immortalato nel multiplex AMC Burbank 16 dove ha assistito alla proiezione di Judas and the Black Messiah, di Shaka King, sulla storia di Fred Hampton, attivista delle Black Panther ucciso a Chicago nel suo letto nel 1968 da un raid della polizia.

E mentre medito sul paradosso della giornata odierna, eletta giornata nazionale della memoria delle vittime dalla pandemia, la prima - a memoria d’uomo - che ricorda un evento ancora in corso, chiudo qui con la lettura dei giornali. Lascio al vostre buon cuore le offerte (girerà una ragazzina con un secchiello) e se vorrete offrirmi un bicchiere, vi comunico che sono ufficialmente nel bel mezzo della mia personale annuale quaresima, con astinenza dall’alcol sino a Pasqua. Ci vedremo subito dopo, se vi va. Sono sicuro che tutto sarà più rosé. O rosso o anche bianco, purché ben freddo. Per le bollicine attendiamo tempi migliori.

Ciao Paolo, quando vuoi sono qui.

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