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L'ordine primordiale del mondo - Qualche (in)utile riflessione su CITADEL di John Smith
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L'imprevedibilità degli eventi rende ogni nuovo film un viaggio e un'avventura” afferma John Smith, artista britannico,classe 1952, docente e regista di film, video e installazioni.

E questa ne è la prova.

3 febbraio 2020

Ecco cosa diceva agli imprenditori britannici Boris Johnson:

 “Quando le barriere si alzano, e quando c'è il rischio che nuove malattie come il coronavirus scatenino un panico e un desiderio di segregazione del mercato che va oltre ciò che è razionale dal punto di vista medico, al punto da causare danni economici reali e non necessari, allora, in quel momento, l'umanità ha bisogno di qualche governo da qualche parte che sia disposto almeno a sostenere con forza la causa per la libertà di scambio. Un paese pronto a togliersi gli occhiali Clark Kent e saltare nella cabina telefonica ed emergere con il suo mantello che scorre come il difensore sovralimentato del diritto delle popolazioni della terra a comprare e vendere liberamente tra loro. E qui a Greenwich nella prima settimana di febbraio 2020 posso dirvi in tutta umiltà che il Regno Unito è pronto per quel ruolo ".

6 mesi dopo

"Nell'agosto 2020 il Regno Unito ha raggiunto il più alto numero di morti in Europa per COVID-19 ed è entrato nella sua recessione economica più profonda dall'inizio del contagio. "

Imprevedibile? Forse, ma anche no.

John Smith è una persona paziente, molto paziente.

Al 3 ° piano di un palazzo ad Hackney, quartiere a est di Londra, il suo appartamento ha una stanza da letto con ampia finestra che si affaccia sulla City, una densa massa di grattacieli culminante nel colossale edificio al 22 di Bishopsgate, al centro del campo visivo.

Una camera fissa su treppiede ferma per mesi ha registrato immagini e ascoltato suoni.

Da una parte il Caos, invisibile ma incombente, un mondo fuori dei cardini che da un anno sembra aver perso il ben dell’intelletto, dall’altra la scansione geometrica dello spazio, modulato fra cielo e terra dai manufatti di un’ingegneria edile che a nulla più si arrende, per materiali e soluzioni formali.

In primo piano, modesto e schivo, un alberello spoglio si muove appena al vento.

La voce della Natura, se non è morta, sembra stia tirando le cuoia, per cui si limita ad alternare la notte al giorno, lasciando che un puntino di sole occhieggi fra i grattacieli e radi fiocchi di neve gelata graffino lo schermo.

I cambiamenti di luce sullo skyline in condizioni meteorologiche variabili in diversi momenti della giornata, questo ci mostra John Smith.

 Poco? Vediamo se è poco.

Tempo e spazio mercificati, la voce di Boris Johnson che tuona all’inizio, il mantra che ripete poi ossessivamente "compra e vendi", il centro del potere spostato dal Parlamento nel quartiere finanziario della City.

Comprare, vendere.

Umorismo e distanza critica sono beni di sostegno e sopravvivenza e sono dentro i sedici minuti di questo corto.

Spariscono, travolti dall’afasia di un mondo che non ha più parole, Qoelet e Lamentazioni, Rut, Ester e il Cantico dei Cantici

Secondo G. von Rad (1901-1971) esegeta tedesco che, partendo dagli studi storico-critici sul Pentateuco, è approdato ad una monumentale Teologia dell’Antico Testamento,la sapienza implica una conoscenza empirica dell’ordine del creato, una conoscenza pratica delle leggi della vita e del mondo basata sull’esperienza”.

Opinione che tutti possiamo condividere anche senza essere insigni biblisti.

 Ora, quale creato e quale ordine è possibile rintracciare nello scenario che John Smith ha filmato per mesi, immobile, dalla sua finestra al terzo piano di Smith’s London Field?

Lungo una linea intermedia fra casa sua e i superbi grattacieli della City ci sono palazzine di gente comune, uomini e donne, vecchi e giovani, chiusi dentro per mesi in condivisa, imposta e paralizzante reclusione antiCovid.

Le finestre di sera s’illuminano e l’uomo che guarda sbircia dentro.

Chi saltella facendo esercizi per tenersi in forma, chi cucina, chi sta al computer, chi guarda la tele, chi apparecchia la tavola per la cena, chi legge (una minoranza): la disperazione domestica va in onda.

Fuori uno stormo di gabbiani si alza libero nel cielo, un abbaiare di cani, il rumore di sirene, il basso continuo sordo in lontananza del traffico e via così, per giorni e notti tutte uguali, assurde marionette di un teatro dell’orrore.

Ciò che resta della nostra vita quotidiana.

Naturalmente John Smith vede solo una parte del tutto, vuoi per discrezione, vuoi perché non ha un drone, ma il modesto campionario che entra nel suo campo visivo basta a farsene un’idea.

Volevo catturare la malinconia di guardare le persone attraverso le loro finestre, una sorta di tristezza nelle loro posture e azioni.”

 E’ dunque questo L’ordine primordiale, misterioso, che l’uomo non solo incontra, ma dal quale in qualche modo è interpellato ed è guidato a una nuova consapevolezza sul significato della vita”?

E’ questo l’imperscrutabile disegno divino del mondo a cui la sapienza biblica fa riferimento?

Quello del potere aziendale senza volto che ha eretto i suoi altissimi templi da cui controllare le vite individuali?

“Sebbene in passato avessi realizzato numerosi film che si occupavano principalmente dell'estetica dell'immagine- dice John Smith -  questo era qualcosa con cui non potevo più sentirmi a mio agio. Non potevo guardare gli edifici della City di Londra senza pensare a ciò che rappresentavano e senza sentire il bisogno di presentarli in un contesto critico. Dopo che Boris Johnson è diventato Primo Ministro nel 2019 e ha formato un gabinetto dei Tory che era ancora più spietatamente guidato dagli affari di quello del suo predecessore Teresa May, ho deciso che avrei iniziato le riprese, con la vaga idea di aggiungere un testo parlato o scritto alle mie immagini che fornirebbero una sorta di critica al neoliberismo”.

 Sedici minuti in loop per mesi.

Comincia con neve e freddo, termina d’estate, l’alberello ha partorito foglie nuove e il cielo si è fatto azzurro.

Ma poi? Neve e freddo tornano, disperazione e fame anche.

“L’inquadratura finale si riferisce anche all'andare a lavorare, in particolare nel settore delle costruzioni. La scena innevata è accompagnata dal suono di un pesante lavoro manuale in un vicino cantiere che stava lavorando in quel momento. Quando ho iniziato a montare, questo suono registrato arbitrariamente aveva assunto un nuovo significato. Come sappiamo, i costruttori, come tanti altri, sono stati incoraggiati o costretti a rischiare di lavorare durante la pandemia, come si può vedere dalle posizioni mutevoli delle gru sullo skyline di Emerald City. Questo è solo un esempio del contrasto tra l'ottimismo fuori dal mondo privilegiato di Johnson e la realtà delle difficoltà che la metà della popolazione sta sopportando, con molti che hanno la sola opzione di andare a lavorare o soffrire la fame.”

L’ordine primordiale del mondo è servito.

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

 

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