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Akira
di AndreaVenuti
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Dopo una lunga pausa causa lavoro ritorno qui su FilmTv.it con brevi commenti ragionati sperando possano essere utili.

Parto con un capolavoro assoluto dell'animazione: Akira.

Akira, Katsuhiro ?tomo, 1988

 

Una delle opere più importanti della storia del cinema d'animazione e ovviamente non devo dirlo io; Otomo è colui che forse più di tutti ha contribuito sia all'esportazione di anime all'estero ma soprattutto ha indotto il pubblico e la critica ad un cambiamento di opinione verso l'animazione, vera e propria forma d'arte in grado di sviscerare tematiche scottanti e ragguardevoli.
Akira è dunque la Magnum opus di Otomo, capolavoro monumentale dove confluiscono tutte le tematiche care al registe (in parte già apprezzate in alcune sue opere precedenti, da Interrompete i Lavori, terzo episodio del progetto Manie-Manie - I racconti del labirinto ideato da Rintaro, al manga Fireball del 1979) ed i primi 15 minuti sintetizzano al meglio il corpus autoriale del regista.
 
Il film si apre con un piano sequenza in carrellata frontale dall'alto che ci mostra Tokyo in tutta la sua magnificenza, movimento destinato a salire progressivamente quasi a prendere le distanze dalla città ed ecco che improvvisamente un fungo atomico avvolge la metropoli radendola al suo.
 
L'esplosione atomica è il simbolo della strumentalizzazione scellerata e senza etica della scienza da parte della classe politica e militare, uomini corrotti e avidi di potere che portano il mondo sul punto della disgregazione totale e questo aspetto è cruciale nel cinema di Otomo (l'esplosione la ritroveremo ad esempio in Spriggan: diretto da Norihiko Sudo ed ideato proprio da Otomo insieme a Hirotsugu Kawasaki).
 
Dopo l'atomica il regista effettua un salto temporale di trent'anni catapultandoci in Neo Tokyo, megalopoli cyberpunk ammaliante grazie ai suoi imponenti grattacieli e luci al neon ma non è tutto oro quello che luccica ed infatti per le strade della città si aggirano i B?s?zoku, bande di giovani motociclisti emarginati dalla società; ragazzi senza regole ed ideologie il cui unico obiettivo è divertirsi e soprattutto sopravvivere. Ma le bande non sono l'unica "attrattiva" della città in quanto una larga parte della popolazione è stanca della politica oppressiva di stampo militarista ed invade le strade della città protestando animatamente. Ed ecco il punto forte del film: Akira significa dopoguerra ed in realtà quello che vediamo altro non è che un sorta di rappresentazione del Giappone degli anni 60 quando gli studenti protestavano o meglio guerreggiavano spinti da un forte antiamericanismo (proteste spesso organizzate dallo Zengakuren, un movimento di estrema sinistra).

scena

Akira (1988): scena

Akira è dunque un film politico, le rivolete sono messe in scena realisticamente e con uno stile altamente secco e brutale (a volte Otomo ricorre anche all'ellissi mostrandoci però le conseguenze devastanti della violenza) e mentre le persone muoiono in piazza i politici sono rinchiusi i palazzoni monumentali a litigare tra di loro senza trovare mai una reale soluzione lasciando campo libero ai militari.
 
Parlando ancora di politica in correlazione film potremmo dire tantissime cose tuttavia mi limito a riportare brevemente un'interessante riflessione di John Lewis, il quale identifica nella motocicletta un vero e proprio simbolo politico di "flessibilità e sovversione contro uno stato monolitico e indifferente".
Detto questo Akira è un film fantasmagorico, Otomo dedica molto spazio ai poteri esp e attraverso di essi ci regala delle sequenze dove è impossibile distinguere realtà da fantasia/allucinazione andando ad influenzare un certo Satoshi Kon (che poco dopo collaborerà più volte con Otomo).
 
Nella lunga resa dei conti finale invece troviamo il rapporto/scontro uomo-macchina con reti e tubi metallici che confluiranno in Tetsuo trasformandolo in un ameba gigante.
Sullo stile visivo onestamente c'è poco da dire, le immagini parlano benissimo da sole: capolavoro inarrivabile soprattutto se consideriamo la varietà di ambientazioni (centro di Neo-Tokyo, la Tokyo vecchia, il villaggio olimpico, la scuola decadente, il centro di ricerca e non parliamo degli oggetti/macchine belliche in scena) che presentano una cura maniacale per il dettaglio, impressionante.

 

 

 

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