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Ibiza
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Stamane mentre andavo al lavoro ascoltavo il CD di Ela Minus appena acquistato, si perché nella mia auto essendoci una radio con lettore posso ancora ascoltarli.

Incrocio auto con specchietti alle quali sono appesi mascherine non più simpatici gadget frutti di laboratori dei figli in occasione di festa della mamma o del papà, il mio cane di stoffa resiste ancora seppur senza un orecchio. La mia Seat Ibiza sta’ per raggiungere un traguardo importante, 200mila km ma nessun epico viaggio on the road sulle spalle, il tragitto più lungo è quello percorso per arrivare all’ospedale di Padova tanti anni fa per portare mio figlio Giamma a un controllo oculistico, dunque il bel film di Mazzacurati non c’entra nulla.

Uno scrive on the road e pensa al Dom.

non certo alla brutta pellicola vista domenica scorsa.

Non posso però permettermi il lusso di lamentarmi perché mentre nel resto della penisola della mia patria le sale sono chiuse io qua sul Titano, provincia della provincia posso continuare a andare nell’unica rimasta, il Concordia. La mia provincia è Rimini e domenica se tutto va bene assisterò a Fellini degli spiriti. Alcuni anni fa in cineteca ebbi l’occasione di rivedere sul grande schermo, presentata da Emanuela Martini, alla prima prova a colori del maestro e non mi convinse a differenza di altri suoi film che rivisti in età più matura mi hanno dato ben altre emozioni, penso per esempio a Ginger e Fred o alla voce della luna.

Saranno tre film in otto giorni in sala (mi sento un privilegiato) anche perchè mercoldì ho trovato bella l’ultima opera dell’ex sceneggiatore di Virzì: per alcuni il capitale umano può essere un chiringuito alle isole Baleari?

Anche se Bruni è nato a Roma, Livorno è sempre presente: che pazienza mio babbo che s’è fatto tutta la trafila dal PCI fino al PD! Io ho virato verso l’anarchia perché cerco di ragionare anche se con scarsi risultati. Siccome non sta’ troppo bene, il babbo intendo ma del resto nemmeno il partito di Zingaretti, ho dovuto sostituirlo nella raccolta delle olive. Il percorso del babbo è l’idealtipo dell’homo economicus che ha realizzato il miracolo del dopoguerra, quello vero: proveniente da una famiglia contadina senza terra, divenne operaio e poco alla volta riuscì a comprare bot e tutti i beni status dalla cinquecento agli elettrodomestici, TV a colori negli anni ’80 compresa. Il videoregistratore mi pare arrivò nel 1990, quanto sono grato al mitico Telefunken!  Nel fine settimana che una volta era solo la domenica per rilassarsi un poco il babbo contribuiva a costruire quella che sarebbe diventata la sua casa con annesso pezzo di terra, perché penso che il legame con essa non sarà mai in grado di scinderlo. Penso alla terra e penso a Olmo anche se l’altro Gian Maria, il compagno Volontè mi avrebbe sicuramente redarguito che per interpretare i paisani non occorrevano volti noti stranieri.

Ieri sera, dopo due bestemmie tipo l’ora di religione o kaos calmo, una per ogni lettore che non caricavano il dvd, ho dovuto riprendere il vecchio Sony in garage accontentandomi del solo audio diffuso dalla tv, no casse, per ricordare Guy Fawkes: Evey esce dopo le 22.00 quando inizia il “coprifuoco codice giallo”, mancava solo che dall’autoparlante uscisse la voce di Conte. La birretta ci voleva proprio, no Corona, Ceres c’è.

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