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Il caso Via col vento e i difensori d'ufficio non graditi
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Tolgono Via col vento dal catalogo del servizio televisivo HBO dopo le polemiche di alcuni attivisti: siamo entrati nell'era distopica di Fahrenheit 451! mettono al rogo la cultura insieme al nostro passato! Contrordine, compagni, non lo toglieranno, ma lo contestualizzeranno discutendo il retroterra storico-culturale al quale il film ha attinto. Ah, allora così va tutto bene! Non mi preme sdegnarmi per quest'attentato cretino e ignorante sferrato dalla catechesi arcobaleno imperante del duemilaeventi - pace, amore e (in)tolleranza - ad un film-monumento inimitabile della storia del cinema, perché sarebbe come sparare sulla croce rossa: si commentano da soli, perciò non diamo loro la soddisfazione della nostra attenzione. La loro piccineria intellettuale non scalfisce di una virgola la gloria di un film immortale. Ciò che più mi ha lasciato esterrefatto sono le voci in favore di Via col vento, che ho potuto compulsare saltabeccando da un sito all'altro. Cosa che mi accade sovente, forse perché i nemici li conosco molto bene, ahimè, per quanto sono noiosamente ripetitivi e prevedibili (la buriana su Via col vento era fatale che scoppiasse), gli amici invece... beh, dai nemici mi guardi Iddio che dagli amici mi guardo io. Si legge, in giro per la rete, che Via col vento va studiato attentamente per non ripetere gli errori del passato. I suoi difetti vanno perdonati in quanto girato nei pestilenziali anni '30. E' un film razzista, certo che sì, ma non va cancellato perché costituisce una valida testimonianza dell'epoca. Va guardato, perché è un bel film, ma con consapevolezza. Capolavoro sì, ma con l'asterisco! Via col vento verrebbe in tal maniera ridotto a mero rudere archeologico/antropologico, su cui è bene rimuginare in devoto silenzio, magari anche con una punta di patetica pietà, per l'accento buffo di quei neri, o per i roboanti pistolotti sudisti di papà O'Hara, o per quell'orchestrina che dopo la battaglia di Gettysburg attacca con l'inno dei confederati. Macerie di un altro tempo, che è giusto tenere presenti, ma oggi siamo nel meraviglioso duemilaeventi. Quel che sfugge è che Via col vento non sarà mai un documento di storia, perché Via col vento è molto di più: un formidabile romanzo per immagini che come nessun altro sa far ridere, piangere, emozionare, coinvolgere, appassionare, un caleidoscopio di passioni, di personaggi, di scenografie, un rivolgimento di situazioni e di fortune da mozzare il fiato. Non c'è assolutamente niente da contestualizzare, non c'è niente da spiegare, a meno di non ritenere il pubblico 3.0 una manica di citrulli irrecuperabili. Il fine dell'arte è l'emozione, ogni parola di spiegazione spesa su un'opera d'arte degna di questo nome è una scoreggia nel firmamento stellato. L'arte non si spiega, è un'esperienza che va vissuta. La merda in scatola si spiega, il taglio di Lucio Fontana si spiega, l'Annunciazione di Leonardo va vissuta, Via col vento va vissuto. Il commentino a pié di pagina è il vero attentato, non la fantomatica rimozione! Sarebbe stata fino a mai meglio, la rimozione: in quel caso almeno sarebbe stata espressione di un agire autoritario e inflessibile, una forma di riconoscimento indiretto verso l'opera che invece in questa soluzione metà e metà che scontenta tutti, è inesistente. Ci dicano, piuttosto, quei difensori improvvisati ed acquiescenti, perché nel 1939 agli Oscar trionfava Via col vento, un film che a distanza di ottant'anni si ricordano ancora tutti e hanno visto tutti (se se ne parla!), mentre di questo decennio non ci ricordiamo nemmeno chi ha vinto tre anni fa. Dove sta andando il cinema? Il mefitico 1939, il buio 1939, produceva L'eterna illusione, Figlia del vento, Storia dell'ultimo crisantemo, La grande illusione, Ninotchka, Il mago di Oz, Ombre rosse. Nel solo 1939 si producevano questi film, che sono poi la punta dell'iceberg di una sublimità incomputabile. Oggi, l'uomo post-moderno, civilizzato, impegnato, che cosa produce, perché egli possa relegare Via col vento allo stambugio di utile documento storico... e nulla più?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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