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La Notte in cui Parasite fece la storia del cinema
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A me degli Oscar non frega un cazzo.

Come ho già commentato qualche giorno fa, gli Oscar stanno al cinema più o meno quanto io sto alla Chiesa Cattolica. 

Gli Oscar altro non sono che una banale gara di stile. Uno spettacolo commerciale portato avanti da anni solo per ragioni monetarie e che per sua natura contiene il peggio che Hollywood possa offrire. Basti pensare ai numerosi membri dell’Academy che hanno ammesso di non vedere i film nominati prima di votare, il continuo portare all’eccesso la parte politica della premiazione o a tutti quei casi di corruzione che hanno portato alla vittoria di film come Shakespeare in Love (a cui avevo già fatto riferimento nel post su Harvey Weinstein: //www.filmtv.it/post/37981/harvey-weinstein-il-peggior-produttore-di-tutti-i-tempi/#rfr:user-116839). Gli Oscar sono una vergogna e lo saranno per sempre.

Però quest’oggi esulto, perché Parasite ha vinto 4 oscar, compreso quello come Miglior Film. È la prima volta che un film coreano vince come miglior film. Ma è anche la prima volta che un film non americano vince come miglior film.

Esulto perché la vittoria di Parasite agli Oscar sta in verità a simboleggiare molto più di quello che uno potrebbe credere. 

 

La vittoria di Parasite simboleggia la fine di molti conflitti che hanno segnato gli ultimi decenni, se non l’intera storia del cinema. 

Simboleggia innanzitutto la fine del conflitto tra cinema Occidentale e Orientale. Due tipologie di cinema da sempre in conflitto e che per anni si sono ostacolate a vicenda. E invece il grande Bong Joon-ho nel suo film ha inserito un po’ di neorealismo italiano, un pizzico di Nouvelle Vague e una struttura narrativa molto Hitchcockiana (la rivelazione a metà film che ribalta il genere del film stesso, il montaggio che scandisce ogni passaggio importante all’interno delle sequenze, ...), senza dimenticare mai di mantenere il suo spirito coreano e orientale. Parasite è quindi un film multiculturale, come lo era anche il precedente capolavoro di Bong Joon-ho, Snowpiercer, ma è soprattutto un film che guarda con amore tutti i popoli e le nazioni del mondo. Per non parlare poi della scena che ha come protagonista nient’altro che “In Ginocchio Da Te” del Gianni Morandi nazionale. 

La vittoria di Parasite simboleggia poi la fine del conflitto tra cinema d’autore e cinema commerciale. In un anno in cui le dichiarazioni di numerosi artisti sui film Marvel hanno fatto scalpore, l’uscita di Parasite ha chiarito una volta per tutte cosa deve essere un film d’intrattenimento. Perché Parasite è intrattenimento puro, che viene elevato proprio dalla sua poetica d’autore. Perché un film che fa spegnere il cervello senza suscitare emozioni o riflessioni è un film che non merita di essere visto. Un film come Avengers Endgame non sarà ricordato proprio perché tralasciando l’importanza economica, il film non lascia alcuna riflessione e col tempo riesce solo a peggiorare, come una statua di cera lasciata alla luce del sole durante l’estate. Invece Parasite rimarrà nella storia del cinema, perché prima di tutto è rimasto nel cuore di chi l’ha visto. 

E infine la vittoria Parasite sancisce la fine del conflitto tra pubblico, critica e spettatore casuale, che per tanto tempo hanno combattuto tra di loro, ma che davanti alla bellezza di un film come questo non possono fare altro che unirsi ed affermare: “Beh, questo è proprio un bel film”.

 

 

Un vero cinefilo deve essere felice della vittoria di Parasite anche se non era il suo favorito. Per esempio io ho preferito The Irishman, che non si è portato a casa nulla. Però è impossibile non commuoversi davanti a Bong Joon-ho che nel momento più importante della serata altri non ringrazia che proprio il maestro Scorsese, che a differenza di Sam Mendes era molto felice della vittoria del collega Sudcoreano. E pure io sono felice, perché ora tutta quella gente che crede che gli Oscar contino qualcosa andrà a vedere Parasite, ma soprattutto andrà a vedere tutti i film che assomigliano a Parasite.

Il mio consiglio è di non rimanere attaccati ai propri gusti. Ampliate i vostri gusti!

Guardare tutti i film che trovate! 

Che siano francesi, spagnoli, americani o coreani. 

Che siano thriller o commedie, horror o fantascienza. 

Abbattete qualsiasi frontiera, sia metaforicamente che letteralmente. 

Il cinema è quella cosa che ti permette di vedere un film d’animazione di lunedì, un film di Tarantino di martedì, un film di guerra di mercoledì, un film sudcoreano di giovedì, una commedia di Chaplin di venerdì, un film espressionista tedesco di sabato e un film di Bela Tarr di domenica.

Ma soprattutto il cinema è quella cosa che ti permette di amare allo stesso modo tutti i film sopraccitati, perché quando un film ti tocca nel profondo, non ha importanza l’etnia di chi l’ha fatto. 

 

“Il pubblico di oggi vuole sempre gli stessi film. Bisogna deluderlo, sennò l’arte non sarà più interessante”

~Woody Allen

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