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David W. Griffith: il maestro che seppe trasformare la tecnica cinematografica in arte!
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Le nuove tecnologie, gli effetti speciali, la rivoluzione del 3D, ci hanno fatto dimenticare come era il cinema un secolo fa. Una cinematografia dove le scene, le situazioni,  i sentimenti, venivano enfatizzate attraverso gesti e mimica, didascalie e musiche; stiamo parlando del cinema muto.

Un cinema che parte dai fratelli Lumiere, attraversa una corrente di stile e di pensiero come l'espressionismo e nel 1927 compare il primo sonoro.

 

In questo periodo, si imposero diversi, tra i quali comici, attori, registi: Buster Keaton, Charlie Chaplin, Erich Von Stroheim...

 

 Ma ci fu  un uomo che non si accontentò di essere solo un drammaturgo, un attore, un regista, uno sceneggiatore; ma un artista in continua evoluzione capace di riuscire a trasformare la tecnica cinematografica in arte!

 

David W. Griffith, il padre del cinema

 

 

 Nel 1915 produce  "Nascita di una Nazione",  dove racconta i violenti scontri tra bianchi e neri attraverso la storia di due famiglie durante la Guerra di Secessione. Fu il suo primo lungometraggio e considerato un capolavoro.

 

Seguirono altri film di successo: "Intollerance", "Giglio Infranto".

 

 Nel 1920 dirige un film che considero tra i migliori, sia per l'impatto emozionale che per il tema trattato, fortemente attuale: la violenza sulle donne.

Una violenza psicologica più che fisica, ma altrettanto pericolosa, subdola perché  colpisce attraverso l'inganno e la manipolazione.

 

 Una madre con grossi problemi economici, invita la propria figliola, Anna, a recarsi da alcuni parenti ricchi a chiedere aiuto. La ragazza ubbidisce e parte per la volta di Boston.

Qui subisce il fascino e la corte di un uomo benestante che la convince a sposarlo in gran segreto. Raggiante, Anna torna a casa rassicurando la madre, dicendole  che i loro problemi economici stavano per finire.

Quando poi si  rivede con il marito, gli chiede che è giunta l'ora di svelare il loro segreto, ma lui risponde che con un matrimonio vero avrebbe perso tutto e che il loro, quindi, era solo uno scherzo

Amareggiata e disperata, Anna non può fare altro che confessare tutto alla madre. Dopo qualche tempo, questa muore e Anna che era rimasta incinta, partorisce un bambino, senza nome e anche malato che di lì a poco morirà.

Non le resta che cercare lavoro e lo trova presso la fattoria dei Bartlett. Qui Anna, grazie al suo essere gentile e affabile, si fa amare da tutti, soprattutto dal giovane David, che si innamora di lei tanto da chiederle di diventare sua moglie.

 

Tutto sembra volgere per il meglio, ma le malelingue...

 

 

 

Una storia drammatica con un risvolto però positivo, per vincere sulla cattiveria, sui pregiudizi e sull'ipocrisia.

 

 

 

 

 

 

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