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La meravigliosa spontaneità di Marcello Fonte
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Marcello Fonte

Dogman (2018): Marcello Fonte

Si è svolta ieri sera a Siviglia la 31esima edizione degli EFA - European Film Awards -, che ha visto il trionfo assoluto di Cold War, film polacco diretto dal regista Pawel Pawlikowsi, che si candida prepotentemente anche a un posto tra i favoriti per l’oscar al miglior film straniero - premio già vinto dal regista polacco nel 2015 con il film Ida -. In attesa che Cold War esca nelle sale italiane il 20 dicembre, il nostro paese torna da Siviglia con un buon risultato: dei due film in corsa per i premi - Lazzaro Felice e Dogman -, il film di Matteo Garrone è riuscito ad accaparrarsi tre premi: Costumista europeo a Massimo Cantini Parrini; Acconciatore e truccatore europeo a Dalia Colli, Lorenzo Tamburini & Daniela Tartari; e ultimo, ma più importante, il premio di Miglior attore a Marcello Fonte, già vincitore del medesimo premio a Cannes. Nulla da fare invece per Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher, uscita a mani vuote dalla manifestazione, dopo aver ricevuto il premio come miglior sceneggiatura nelle Kermesse Francese.

Non ci sarebbe nulla raccontare della serata di ieri: una kermesse normale, in cui i protagonisti si sono alternati, come di consueto, sul palco per ritirare i rispettivi premi.

 

locandina

Cold War (2018): locandina

locandina

Lazzaro felice (2018): locandina

locandina

Dogman (2018): locandina

 

C’è qualcosa, però, che va segnalato: qualcosa di importante e, tutto sommato, divertente: il momento dell’assegnazione del premio a Marcello Fonte. L’attore calabrese è apparso nuovamente in imbarazzo e senza parole appena salito sul palco, allo stesso modo come già gli era successo a Cannes, dove, al fianco di Roberto Benigni, era a malapena riuscito a credere di essere proprio lui il vincitore. Con la barba folta e i capelli sempre più trasandati, Fonte ieri è salito sul palco a ritirare l’ennesimo premio per la sua straordinaria interpretazione in Dogman. E si è ripetuto, nella splendida spontaneità che fa di lui un unicum nel mondo del cinema. Quasi come se fosse un’altra volta capitato in quel palco per errore, Fonte è riuscito a essere nuovamente se stesso. Ancora più imbarazzato che a Cannes, non è riuscito a dire quasi nulla, tranne… “C’era... C’era... Come si chiama? C’erano tanti più bravi di me (...) Chi era quella ragazza, ragazzo… aiutami. Dove sei? Fantastico! Complimenti oh! Ma sei femmina o maschio? Onorato, ci sono tantissimi grandi. Eeeeh, che dire…? Va bè, grazie!”.

Non esattamente un discorso per palcoscenici e manifestazioni importanti. Però, quanto è stato bello vederlo lì su quel palco, senza il solito discorso di ringraziamento, senza la lacrimuccia finta e l’espressione scioccata di chi non desiderava altro che vincere il premio? Imbarazzante, imperfetto e brutto. Una descrizione che non si addice a chi di mestiere fa l’attore, ma che sembra essere perfetta per  Marcello Fonte.

Chiunque si fosse collegato proprio in quell’istante, avrebbe fatto fatica a credere che ciò che stava guardando fosse L’EFA e non uno sketch di Scherzi a Parte: ma ancor di più, avrebbe fatto fatica a riconoscere in quell’uomo, basso, brutto, in difficoltà a stare su un palcoscenico e con una voce non esattamente sonora e piacevole, un attore. Anzi, chiedo venia: il miglior attore europeo. Non potrebbe essere, e invece è proprio così. Marcello non è un semplice attore, è qualcosa di più. Non si vincono per caso due premi di spessore nel giro di qualche mese.

E dunque, lasciatemelo dire: W il suo essere sempre in imbarazzo; W la sua incredibile e meravigliosa spontaneità; W il suo talento vero, la sua caparbietà e il suo modo di essere; in poche parole, W Marcello Fonte!

In un mondo del cinema sempre più finto, composto da Barbie perfette e Ken palestrati, un attore come Marcello Fonte è ciò che di meglio possa esserci.

Marcello Fonte

Dogman (2018): Marcello Fonte

 

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