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Quei pochi fotogrammi iniziali di "The Big Sleep"
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Mi è capitato di guardare recentemente The Big Sleep, il famosissimo noir girato da Hawks nel 46, e mi è capitato di restare soggiogato non tanto dal film e dal suo inestricabile ginepraio di vicissitudini, quanto dall'introduzione ai titoli di testa, un momento che di solito ci passa praticamente inosservato. In essa si vedono le silhouette nere su sfondo grigio scuro delle due grandi vedettes del film, Bogart e la Bacall: Bogart in particolare accende una sigaretta alla Bacall e poi ne accende una anche per sé.

                             

Posso solo immaginare quale attesa, quale anticipazione, quali promesse, quanto mistero questi pochi fotogrammi sapessero creare nel pubblico dell'epoca. Bogart e Bacall, uniti nella vita da una passione improvvisa e bruciante, uniti sullo schermo dalla loro arte. Ombre, figure mitiche proiettate su celluloide, inafferrabili, intoccabili. La loro grandezza precede la messa in onda del film perché essi sono superiori al film: è il cinema che esiste grazie a loro e non certo il contrario. 

I divi erano davvero entità superiori. Non che ai tempi non esistessero il gossip e gli scandali, ma tutto quanto era funzionale ad alimentare la leggenda, persino le storie più limacciose. Vite da sogno, vite da film. Galeotto fu il set di Acque del Sud proprio di Hawks, tra il mito del cinema hard-boiled, già sposato, e la Bacall. Come malandrino fu La donna del giorno di Stevens per Spencer Tracy e Katharine Hepburn, una relazione lunga, e strana, e ricca di pettegolezzo, ma loro due non se ne curavano. E la leggenda cresceva.

Vite da film, ma anche morti, da film. Bogart per la sua inseparabile sigaretta ci morì persino. Diversi grandi divi morirono anzitempo, giovani, troppo giovani: Rodolfo Valentino, il capostipite di questa lunga teoria di mostri sacri; la Lombard, perita in un incidente aereo; Jean Harlow, spentasi 26enne dopo una breve ma sfolgorante carriera; James Dean, bello e dannato sul grande schermo, tradito nel fatale momento dalla sua macchina troppo veloce. Gioventù bruciata.

Oggi ci riesce impossibile guardare ai grandi attori con l'occhio incantato di un tempo. Il benessere economico generalizzato, una certa tensione individualista che fa di ciascuno il divo e il centro del sistema solare di se stesso, e poi ovviamente anche la nascita dei social network, che davvero annulla tutte quelle incolmabili distanze descritte proprio da Hawks in Ventesimo secolo, gran commedia del '34.

Oggidì gli attori sono solo uomini, ricchi e famosi certamente, ma solo uomini. I loro scandali sono materiale per la pubblica gogna, le loro espressioni vanno a comporre lo sterminato repertorio di orride meme e gif. Il divo è mercificato, parte integrante della macchina industriale, non più inaccessibile rombra sullo schermo, ma vivissimo gigione da prendere a schiaffi, tutto sorrisi, foto su instagram e boria di gran lunga superiore all'arte e alla parte. Il massimo di quest'epoca è stata la relazione fra Angelina Jolie e Brad Pitt, finita con gli stracci che volavano, e forse anche i piatti.

Non siamo più disposti a sorprenderci, ad immaginare, e a venerare nessuno, forse siamo più scafati di un tempo e quindi non ci facciamo più ingannare. Eppure bastano pochi secondi, due ombre lontane nel tempo che si accendono una sigaretta, e la magia del cinema ricomincia, non smettendo mai di stupirci.

 

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