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Diario Venezia 75. Giorno ultimo.
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Ultimo giorno, domani si ritorna ai ritmi casalinghi. Il tempo pare essere clemente, e non rispetta quelle che erano le previsioni nefaste del meteo. Un timido sole si affaccia e questo mi fa ben sperare di non dover fare la prima fila per il primo film della giornata: "The sister brothers" di Jaques Audiard, in concorso.

Jake Gyllenhaal

The Sisters Brothers (2018): Jake Gyllenhaal

 

Un western per il regista francese di "sapore di Ruggine e ossa". Ero  molto curiosa di come  Audiard avrebbe girato questo nuovo film, dove si metteva alla prova con un genere del tutto nuovo per lui. La storia di 2 fratelli killer, diversi per indole tra di loro, ma legati da un profondo affetto. La storia che si svolge tra scazzottate, cavalli , pistole e ricercatori d'oro, in realtà tutto é un pretesto per parlare di famiglia e di tutte le problematiche  che i rapporti di  sangue implicano. Il film mi é piaciuto molto, proprio per il messaggio di semplicità che racchiude. La ricchezza facile non esiste, la ricchezza nelle piccole cose invece sì.

Si esce dalla sala e si rientra immediatamente. Io però ho la capacità di perdermi in un bicchier d'acqua, oggi poi è domenica, c'è veramente molta confusione  e mi confondo tra i mille volti. Ritrovo quasi tutti in sala ma mi assale un lieve malessere, forse il magone perché so che è l'ultimo giorno bussa al mio stomaco.

Martina Gusman, Bérénice Bejo

The Quietude (2018): Martina Gusman, Bérénice Bejo

 

Secondo film della giornata una piacevole sorpresa: "La quietud" di Pablo Trapero, fuori concorso. Ancora la famiglia al centro della storia, questa volta ambientata in Argentina ai giorni nostri. A causa di un ictus del padre, Euge raggiunge la sorella Mia e la madre nella loro tenuta chiamata appunto La Quietud. Le 2 sorelle sono unite in modo quasi morboso, molto simili, quasi da non distinguerle, hanno un rapporto al limite dell'incestuoso. Ben presto si capisce  che i legami tra sorelle è inquinato da altri fattori sentimentali, quello che appare superficialmente come una famiglia unita e coesa, in profondità ha radici che si fondono tra segreti terribili. Anche in questo caso (come nel primo film) l'affetto tra sorelle apre un varco di salvezza.

Il film mi ha fatto bene, versare qualche lacrimuccia mi è servito per  buttare giù quel magone che avevo dalla mattina. Mi ritrovo con Spaggy tra la moltitudine di persone della domenica. Prima di lasciarci per gli impegni differenti del pomeriggio, decidiamo di regalarci l'ultima oretta di cicaleccio al Grand Hotel Excelsior.  Mi passa davanti Carlo Verdone, scorgo al bar Tilda Swinton, ma devo essere sincera, l'Hotel quest'anno pullula di starlette televisive che a stento riconosco: ex tronisti di "Uomini e donne", ex concorrenti del Grande Fratello, e conduttori di trasmissioni su Real Tv. La televisione più popolare sembra diventata una pianta infestante sul grande cinema.

Sosie Bacon, Hannah Murray, Marianne Rendón

Charlie Says (2018): Sosie Bacon, Hannah Murray, Marianne Rendón

 

Dopo il terzo caffè della giornata mi metto in fila (una lunghissima fila) per il film del pomeriggio: "Charlie Says" di Mary Harron per Orizzonti. Film che non ha incuriosito solo me vista la mole di persone che ha attirato in sala. La storia è di quelle che attirano sempre in effetti, quando si parla di Charles Manson l'attenzione è sempre alta. In effetti la trama è concentrata più sulle 3 ragazze Manson rinchiuse in prigione, il film tramite flash back mostra la capacità di influenza del guru satanico sui componenti della "famiglia"; di come le sue farneticazioni avessero fatto il lavaggio del cervello alle 3 ragazze prima delle stragi , da convincerle di aver operato in quel modo per un disegno divino in cui Charlie era il maestro unico. Solo una lunga rieducazione da parte di una insegnate carceraria, riesce a far prendere coscienza alle 3 ragazze di quello che realmente avevano compiuto. Film che mi ha soddisfatto solo in parte, avrei preferito un altro tipo di approfondimento sulle vicende, invece la regista tende a rimanere in superficie senza mai sbilanciarsi troppo, andando a cercare un finale da fumettone che veramente lascia il tempo che trova.

 

 

Mi rendo conto che oggi, a parte  la parentesi all'Excelsior,  sono sempre in fila per la Sala Darsena. L'ultimo film della giornata é: "Napszálita" di Làszló Nemes, in concorso. Film che ha ancora la famiglia come fulcro principale, fratelli che si cercano, si trovano, si odiano. Un film che devo ancora metabolizzare per la sua intensità e per la sua complessività visiva.

Con Spaggy decidiamo di concludere l'ultima serata andando a mangiare qualcosa di serio, seduti come cristiani, in un posto decente. A casa trovo Supadany, in sua compagnia scrivo le ultime pagine del mio diario, domani saluterò il festival andando a vedere il primo film della mattina "At eternity's gate" di Julian Schnabel, in concorso. Poi corro a fare le valigie e a prendere il treno.

Willem Dafoe

Van Gogh - At Eternity's Gate (2018): Willem Dafoe

 

Una giornata particolare

L'ultima giornata al Lido è sempre particolare, la vivo con un velo malinconico. Quest'anno mi duole maggiormente lasciare il festival perché mi ero appena abituata ai ritmi festivalieri e ritornare ora a quelli di casa sarà davvero difficile. Mi mancherà soprattutto l'ora del cicaleccio,  diventata ormai il mio momento di relax e divertimento per eccellenza. Mi piace molto guardare i film che il festival propone, ma mi piace anche tutto il mondo che gira intorno a questa manifestazione. Un carosello di colori, abiti, volti, personaggi che lascia quasi storditi. Ho definito più volte la Mostra del Cinema di Venezia una bolla nella quale si viene racchiusi, dalla quale ci si sente protetti e un po' alienati. Una bella sensazione.

Ringrazio ancora la redazione di www.filmtv.it che anche quest'anno mi ha permesso di partecipare alla Mostra, non è un impegno facile per molti aspetti; grazie per la fiducia .

 

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