Dunque, Phantom Thread. Il filo nascosto.
L'ultima opera d'arte firmata Paul Thomas Anderson [regia-sceneggiatura-fotografia-produzione-cucitura-confezione-vestizione: semplicemente, l'Autore più completo degli ultimi trent'anni]. Per il suo lavoro l'hanno accostato a Welles, Kubrick, Hitchcock, Scorsese, Altman. E via (maestra, di maestri) di seguito. A ragione.
Phantom Thread ha quell'insana, sublime capacità di farsi oggetto di visione e, al contempo, di vestirti addosso. Di scavarti, guardarti dentro, restarti attaccato (come cucito-ricamato-suturato, sopra e sotto pelle, nelle viscere, addentro le sinapsi). Ore e ore e giorni e giorni dopo. E durante. E prima.
Mi ammutolisce (sempre), letteralmente; e lasciato una profondissima irrequietezza. Lascia tracce del suo prenderti le misure (e non il contrario), con l'innata abilità del genio mentre ti conficca spilli e aghi e fili nel tessuto (umano).
Sensazioni come fantasmi che sai essere lì con te, come brandelli di ricordi pronti a riaffiorare al bisogno e in sogno, come pensieri celati nell'abito della mente. Come un motivo che non vuole più abbandonarti (a proposito, la partitura orchestrata da Jonny Greenwood crea un connubio musica/immagini/dialoghi così sontuoso e irripetibile da causare dipendenza).
Ma. Non sono qui per parlare del film. Che - userò un termine banale che raramente faccio - è un dannato Capolavoro. Total(izzant)e. Pieno di grazia e meraviglia, inquietudine e disperazione, incanto (tossico) e fascino (mortale). Non ci sono storie. Nè ammettero altra opinione.
Vi (e mi) parlo a proposito delle ossessioni. No, non di quelle di Reynolds Woodcock (o di Alma ...), bensì di quelle che si palesano con tutta la loro carica di furore e indeterminatezza nel persegui(ta)re quel corpo. Il corpo, il film.
Per farla breve, l'ho visto (al cinema) tre volte in sei giorni. Due di seguito (ieri sera, oggi nel pomeriggio). La cosa mi ha un pochino turbato (e non è la prima volta che mi accade ...). Quasi quanto Il filo nascosto.
Tanto che ho già sottoposto la questione in forma di gioco a qualche gentile amico utente.
Lo ripeto - un po' ampliato un po' modificato - anche qui.
Sapendo quanto sopra, secondo voi:
a) sono folle(mente disturbato);
b) sono psico/sociopatico;
c) (ne) sono ossessionato;
d) ho le visioni (multiple, evidentemente);
e) a+b+c+d+f+g+eh?
f) sono incasinato;
g) non c'ho un cacchio da fare;
h) che forse mi identifichi un filino (nascostino) nell'universo di regole assurde di Woodcock (e nella disperazione di lei)?
Non abbiate timore: rispondete pure, aggiungetene altre se vi va. Non sarò affatto vendicativo; al massimo potrei seppellirvi (vivi) con un abito chic indosso.
Ah, mentre oggi lo rimiravo, sentivo - ben prima dei titoli di coda - la necessità di farlo ancora. Ancora una volta. E un'altra ancora ...
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