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Viaggio nell'Italia Underground di Dizionario del Turismo Cinematografico: L'arte come se non ci fosse un domani, benvenuti nelle mille sfaccettature artistiche di Stefano Ricciardi!!!
di LIBERTADIPAROLA75 ultimo aggiornamento
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Una scena di ANGELIKA (2014).

 

Continua il nostro giro di interviste con gli autori del recente THE ANTITHESIS, che abbiamo avuto modo di vedere in anteprima nell’edizione 2017 del ToHorror di Torino, ci ha colpito per una certa originalità narrativa (almeno rispetto alla maggior parte delle pellicole uscite ultimamente) e infatti, proprio sulla trama, preferiamo non sbottonarci più di tanto per non togliere il gusto della gradita sorpresa.

Dopo aver conosciuto questa estate (e prima ancora di vedere il film) il regista Francesco Mirabelli e, recentemente, uno degli sceneggiatori Francesco Basso oggi faremo due chiacchiere con un altro degli autori, Stefano Ricciardi, che, oltre a parlarci del suo apporto alla realizzazione della pellicola, ci introdurrà nel suo mondo creativo.

 

-Ciao Stefano! Intanto grazie di essere qua con noi. Tu sei scrittore. La tua arte nasce inizialmente per il cinema o la letteratura?

-Ciao Dave, sono un artista casuale (e mi sogno di usare questo bellissimo appellativo solo perché me lo suggerisci te) dalla connotazione vagamente compulsiva: scrivo, dipingo, scolpisco, tutto come se non ci fosse un domani; la tastiera e il foglio bianco, il pennello o la matita sono la pace dal mondo; ho scritto sin da ragazzino, dapprima un piccolo romanzo fantasy, poi molti racconti giallo horror, storici e psicologici ed infine un soggetto e parte della sceneggiatura per un corto che ebbe molto successo, ANGELIKA, sempre con la bravissima ed eclettica Crisula Stafida; l'anno scorso Francesco Mirabelli, proprio su segnalazione dell'attrice protagonista, mi chiese di entrare nella scrittura di THE ANTITHESIS.

 

 

Foto backstage in una pausa di lavorazione del film ANGELIKA (2014).

 

 

-Non voglio essere ripetitivo con le domande, al tuo collega Francesco Basso ho già domandato la paternità dell’idea di partenza del soggetto di THE ANTITHESIS. A te chiedo invece di raccontarci, con parole tue, qual è stato il tuo apporto, se si può sapere, a livello di sceneggiatura.

-La prima versione di Francesco era un'ottima piattaforma di atmosfere, fenomeni, situazioni e dialoghi. Ci chiedemmo se non fosse il caso di trovare una struttura più solida su cui incatenare cause ed effetti, antefatti, vicenda; insomma, volevamo lavorare sui "perché" della trama; si pensò ad un inganno, una trama ordita non casualmente ai danni del personaggio protagonista. Fu un bel lavoro, divertente come cambiare stile ad un appartamento, senza stravolgerne i volumi o la funzionalità. infine ci concentrammo molto su fabbisogni, schede dei personaggi, design in genere, in forma preventiva, al fine di rendere tutto consistente e "forte" sul piano della credibilità.

 

-I tuoi autori letterari preferiti?

-Mi affascinano la Storia, le antiche civiltà, le avventure e il tessuto mitologico, mistico e talvolta esoterico che ha sempre rivestito i grandi avvenimenti nel corso dei tempi: Edgar Allan Poe, Howard Phillips Lovecraft, John Ronald Reuel Tolkien, Philip Kindred Dick e tra i recenti Clive Cussler, Valerio Massimo Manfredi, Dan Brown. Insomma una bella insalata di fantasia, angoscia, soprannaturale, viaggi distopici, avventure archeologiche e grandi trame globali.

 

 

-E cinematografici?

-Sono un consumatore di beni per artisti, ovvero infantili, il cinema per me è questione di arte estetica e fantasia, sorpresa e originalità; in sintesi, quel che non ti aspetteresti nella vita reale: Spielberg, Ridley Scott, George Lucas, Cameron ante-TITANIC, David Fincher, tra gli ultimi, Nolan.

Fra gli italiani mi piace Paolo Genovese e mi ha stupito molto Gabriele Mainetti.

 

 

-Ti hanno ispirato in qualche modo?

-Sicuramente sì, se scrivo una storia, cerco di tirar fuori qualcosa che non ci si aspetti. Lo stupore rimane una delle sensazioni più belle da provare e far provare a tutte le età.

 

 

Crisula Stafida in ANGELIKA (2014).

 

 

-E adesso parlaci degli altri tuoi lavori artistici sia passati che progetti futuri (romanzi, film, etc…). Se non tutti di quelli del quale hai un ricordo migliore e ti hanno dato maggiori soddisfazioni.

-ANGELIKA è stato un progetto portato a compimento in maniera professionale e di qualità da parte di tutti; voleva e vuole essere ancora un pilota per una miniserie di cui, inutile sottolinearlo, esiste già tutto, soggetto, cast eccetera. Inoltre è stato incoronato in maniera magistrale dagli interpreti, prima fra tutti la protagonista e con un ottima regia e una fotografia da action-movie di livello, rimane una splendida esperienza.

Spero di poter scrivere ancora per il cinema, sto capendo sempre di più cosa migliorare, dobbiamo migliorare sempre nel nostro percorso e correggere il tiro in termini di soggetti e di idee su come narrarli è sempre l'onnipresente dictat.

 

 

-Ora raccontaci un po’ di te. Hai qualche hobby? Qualche altra attività? Cosa ti piace fare in generale?

-Dipingere, fotografare, ideare un po' di tutto, uso le mani e gli occhi finché posso, finché potranno accompagnare le astrazioni della mente.

 

 

 

-Come vedi il panorama artistico attuale?

-In imbarazzo. I recenti scandali di vecchie consuetudini non sono che la spolverata di "zucchero a veleno" su un mondo in crisi: le major americane vivono quasi solo di heroes movies, prequel, sequel e reboot, lo star system continua a partorire faccette e faccine che però hanno ben poco del carisma di quelle di una ventina di anni fa; le cose più belle le ho viste nelle serie con produzioni come BREAKING BAD e THE MAN IN THE HIGH CASTLE.

Nel Bel Paese poi andiamo anche peggio, fatta eccezione per qualche commedia originale e ben interpretata e qualche ben riuscito tentativo di ri-creare qualcosa di diverso (grazie Gabriele Mainetti), dobbiamo cibarsi quasi solo esclusivamente di crime che fortunatamente riesce a raccogliere nuovi talenti e nuove opportunità di pubblico e di sviluppo, soprattutto nelle piattaforme on-demand. Siamo ormai da 15 anni in piena crisi di storie, lo dicono in tanti, dobbiamo osare di nuovo, dobbiamo cercare di stupire ancora. Dico sempre che il cinema è fatto di una storia e di un modo di raccontarla, servono tutte e due accidenti.

 

 

-Cosa diresti ad un ragazzino che ti chiede lumi su questo mondo e vorrebbe entrare un giorno a farne parte?

-Viaggiare con la mente, leggere e guardare molto il lavoro degli altri per capire quali strumenti adottare per trovare il proprio "metodo" narrativo, guardare oltre, trovare l'ignoto, l'insolito o il sorprendente, e farlo scovare alla storia. E, fortunatamente, appoggiarsi alle nuove piattaforme come Amazon e i social che ci consentono di pubblicare e farlo sempre, senza timori.

 

 

-E a quelli che credono in te, ti seguono e sostengono vuoi dire qualcosa?

-Voi siete matti. Chi mi segue, dove dove?

 

 

-Grazie Stefano per la bella chiacchierata!!!

-Grazie a voi amici. Ciao!

 

Stefano Ricciardi.

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