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Carlos, il terrorista che ha fatto tremare il mondo. Il kolossal di Assayas sbarca in Italia, su FX, in 3 puntate tra Storia e Cinema
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Tutti i più grandi criminali della storia sono dei seduttori. Che siano spietati dittatori o che siano efferati terroristi hanno la grande capacità di ammaliare con le loro parole e divenire dei guru per tutti coloro che abbagliati ci credono ciecamente. Il fascino del male, pronunciato o meno, per citare direttamente il nostro ultimo criminale raffigurato al cinema, Renato Vallanzasca, fa proseliti e attraversa il corso della storia, la determina e spesso la riscrive. I mass media, la stampa in primis, ne esaltano i gesti e contribuiscono alla creazione del mito.

 

E lo sa bene Ilich Ramirez Sanchez, Carlos lo Sciacallo, il terrorista che ha fatto tremare il mondo. Nato in Venezuela il 12 ottobre 1949 da genitori marxisti (deve il nome Ilich proprio a Lenin), Carlos sta oggi scontando una condanna a vita in Francia per l’omicidio di due poliziotti e del suo “contatto” in Libano ma il suo nome ha attraversato 30 anni di terrorismo internazionale: dal 1970, anno in cui a Berlino abbraccia la causa palestinese divenendo un attivista del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, al 14 agosto 1994, giorno in cui viene arrestato (in maniera ancora oscura, si parla di accordi tra terroristi islamici e governo francese) a Khartoum, nel Sudan. Non c’è crimine efferato che non porti la sua firma: l’assalto all’Opec a Vienna il 21 dicembre 1975 (con 60 ostaggi costretti a seguirlo in giro per mezzo mondo), le bombe su due TGV nel dicembre 1983, la distruzione degli uffici di Radio Free Europe, per citarne alcuni. Non c’è sistema totalitario che non lo abbia reclutato per l’assassinio degli esponenti politici avversari: si è mosso dalla Libia di Gheddafi alla Jugoslavia di Tito, dalla Cuba di Fidel Castro all’Iraq di Saddam Hussein. Non c’è governo o servizio segreto che non abbia goduto dei suoi servigi: dalla Stasi della Germania dell’Est alla Romania, alla Siria. La causa palestinese ha lasciato presto il posto ad un nuovo movimento armato da lui fondato: l’Organizzazione Araba per la Lotta Armata, composta da ribelli siriani, libanesi e tedeschi, un vero esercito di mercenari professionisti. Non c’è mistero irrisolto di cui lui non abbia conoscenza: fanno scalpore le sue dichiarazioni sui misteri italiani, dalla strage della stazione di Bologna alla caduta del DC9 ad Ustica, dall’omicidio Moro alle motivazioni della strage di piazza Fontana a Brescia. E fa ancora più scalpore pensare che il presidente venezuelano Hugo Chavez sia fiero di vantare lo scambio epistolare che intrattiene tuttora con il detenuto.

 

A definirlo “sciacallo” è stato per la prima volta il romanziere Robert Ludlum nella sua trilogia Bourne: il suo nome evocava trame, intrighi, complicati legami con il potere, una sorta di “Romanzo criminale” internazionale. E, come ogni criminale da antologia, amava circondarsi di donne che mieteva con il suo fascino maledetto, con la sua passione per le armi (“la pistola fa parte del mio braccio”). Si è sposato per ben 3 volte, rimarcando così il suo aspetto seduttivo, vanitoso, elegante e colto. Perché, a differenza di altri, Carlos non veniva dalla strada: trasferendosi da Caracas a Mosca, passando per Londra, era stato rifiutato alla Sorbona ma si era iscritto alla Lumumba University di Mosca per poi ripiegare alla London School of Economics, dopo esserne stato espulso nel 1970.

 

 

Da queste premesse, il regista francese Olivier Assayas, con l’aiuto del produttore Daniel Leconte (ex giornalista) e i soldi della pay tv francese Canal Plus, ispirandosi al film “Syriana” e alla figura del Che, ha realizzato una fiction di oltre 5 ore e mezza, presentata per la prima volta in versione integrale al Festival di Cannes del 2010, basata su una commistione di elementi reali e romanzati, in cui il pericoloso criminale non si è riconosciuto.  A fornire le basi per la cronaca dettagliata sono stati i documenti degli archivi della Stasi (la polizia politica della Germania dell’Est), tenuti per anni segreti e resi pubblici dopo la caduta del muro di Berlino: oltre alla vita del terrorista, ne viene fuori uno straordinario quadro sul funzionamento del potere totalitario e sulla geopolitica di Paesi come la Libia e la Siria prima e dopo la Guerra Fredda, dall'idealismo rivoluzionario post '68 al cinismo mercenario di un terrorismo al servizio dei servizi segreti.

Carlos”, questo è il titolo della miniserie, coniuga per la prima volta piccolo e grande schermo in un’epopea criminale da kolossal: sette mesi di riprese, 13 milioni di euro di budget, una miriade di lingue diverse parlate sul set (che si sposta in continuazione in una decina di nazioni differenti) a testimonianza del lungo “peregrinare” del protagonista. Dopo un Golden Globe vinto come miglior miniserie, un César per il miglior attore promessa (Edgar Ramirez) e un’uscita cinematografica (fuorché in Italia) ridotta a 160 minuti (una versione corta ma che mantiene lo stesso respiro della serie tv), l’opera arriva adesso in Italia sull’emittente satellitare FX (canale 131 della piattaforma Sky) per tre giovedì, a partire dal 21 aprile alle ore 21:55.

«Non ho fatto un film sull’ideologia di Carlos né ho voluto esaltarne il mito. Mi sono limitato a raccontare la storia di una generazione e della sua fine, con i cambiamenti che voleva apportare al mondo e da cui è rimasta schiacciata.

Carlos si immagina come un rivoluzionario del terzo mondo, gioca con l’iconografia del Che, porta il basco e il pizzetto ma lo fa solo per proiettarsi in un’immagine mediatica riconoscibile e colpire l’opinione pubblica. Non è un rivoluzionario, semmai si illude di esserlo: finisce con l’essere un semplice impiegato alle dipendenze di qualche Stato o di un altro, un esecutore materiale, un mercenario di professione. Non credo che dal mio lavoro emerga confusione con ciò che Carlos si credeva di essere e ciò che invece ha veramente realizzato. 

Nonostante cambino le tematiche, è abbastanza evidente come il terrorismo degli Anni Settanta sia strettamente connesso con il fanatismo religioso di oggi: è solo cambiato il grado di cinismo, è aumentato, ma rimane sempre un terrorismo di Stato. O, meglio, terrorismo tra Stati: per la prima volta ho cercato di non concentrarmi sulla storia di un singolo Paese ma ho provato a capire quali erano le relazioni internazionali, quali gli effetti della globalizzazione della criminalità. Metaforicamente Carlos è come un uomo d’affari di una grossa multinazionale, ossessionato sia dai risultati da conseguire sia dall’immagine che di lui ne delineavano i mass media». Queste le parole del regista.

 

Carlos - Opinione di Bradipo68 

Carlos - Recensione di Alessandro Baratti - "Gli spietati" / "Cinema da denuncia"

 

Per chi volesse approfondire la storia di Carlos lo Sciacallo e capirne di più sul cast e i personaggi della serie, il canale FX ha realizzato una guida didattica, che vi propongo di seguito.

 

Buona lettura!

 

LA STORIA DI CARLOS


 

PARTE PRIMA – IL RIVOLUZIONARIO PROFESSIONISTA

Ilich Ramìrez Sànchez nasce in Venezuela nell'ottobre del 1949. Il padre, avvocato fedele almarxismo (da qui il nome Ilich, per rendere omaggio a Ilyich Lenin), fa sì che Ilich – che sarebbe poi diventato noto in tutto il mondo con lo pseudonimo di Carlos (Carlos lo sciacallo, per la precisione, a seguito del ritrovamento di una copia de "Il giorno dello sciacallo" di Frederick Forsyth fra i suoi averi) – segua le sue orme, insegnandogli fin da piccolo a vedere il mondo secondo le sue idee politiche. A soli dieci anni Ilich è già membro del movimento giovanile del Partito Comunista Nazionale e a 17 anni, nel 1966, ha già frequentato un campo cubano di addestramento alla guerriglia. Nello stesso anno, a seguito del divorzio dei genitori, Ilich si trasferisce a Londra insieme al fratello Lenin e alla madre.

Quattro anni più tardi, nel 1970, viene espulso dall'Università di Mosca, dove aveva scelto di studiare, e decide di trasferirsi in Giordania, presso un campo di addestramento legato al "Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina" (FPLP). La sua storia inizia qui: Ilich assume ufficialmente lo pseudonimo di Carlos ed inizia a programmare e compiere atti di violenza, omicidi e attentati in nome del FPLP. All'inizio è estremamente sfrontato, violento, spinto dagli ideali che hanno distorto la sua visione del mondo. Soprattutto, è totalmente disorganizzato: molto, se non tutto, avrebbe potuto andare storto durante le sue prime azioni violente ed i primi omicidi: Carlos agisce in preda agli impulsi, senza pianificare le sue azioni, esponendosi a molti rischi. Ciononostante, la fortuna lo assiste e in breve tempo si fa un nome presso le organizzazioni estremiste: tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Molti lo aiutano. Carlos è giovane e molto ambizioso: vuole un posto di rilievo nell'organizzazione, e pur di dimostrare che la sua giovane età non è un problema è disposto a qualunque cosa.

Nel 1973 la sua "carriera" di terrorista ha ufficialmente inizio: su ordine del FPLP, in Francia tenta di uccidere il vice presidente della British Zionist Federation, Joseph Sieff, lancia una granata in un locale di Parigi (ci saranno due vittime e molti feriti) e organizza una serie di autobombe realizzate per distruggere una banca londinese e le sedi di alcuni quotidiani francesi che Carlos stesso ritiene favorevoli agli israeliani, e quindi nemici della Palestina.

 


Sono gli anni in cui Carlos fa le sue scelte di vita e mostra le sue debolezze: si definisce un soldato, un "rivoluzionario professionista" (lo ripeterà spesso) ed appare fin dal principio arrogante, ambizioso, bisognoso di emergere a tutti i costi. In nome dei suoi ideali, Carlos si serve della violenza per costruirsi una reputazione (arrivando ad usare il solo suono del suo nome come minaccia) e per vivere tutte le esperienza più "forti": il suo successo con le donne (con le quali è spesso violento), attirate dal suo potere, alimenta il suo ego. Le droghe, l'alcol e tutti i "piaceri" della vita annebbiano la sua lucidità rendendolo instabile e, di conseguenza, molto pericoloso...

 

 

 

 

 

PARTE SECONDA – GLI ANNI DEL TERRORE

Nel 1974 Carlos sostiene (anche se in seguito, interrogato sulla vicenda, avrebbe negato) l'attacco di un commando dell'Armata Rossa Giapponese all'ambasciata di Francia con lo scopo di liberare un militante del gruppo arrestato in territorio francese.
Nel 1975 il suo contatto per il Libano, Michel Moukharbal, viene catturato dalla polizia francese. Carlos viene identificato da Michel in una foto, e le autorità hanno per la prima volta la conferma della sua identità e dello pseudonimo (Michel dice che si tratta di un playboy peruviano di nome Carlos Martinez) sotto il quale si nasconde. La polizia si reca quindi nella casa francese in rue Toullier che Carlos divide con una delle sue amanti per interrogarlo. Di fronte alla foto che gli mostrano, Carlos continua a negare ed afferma che si tratta solo di un a somiglianza. 
La situazione degenera e si conclude con una strage: Carlos, preso dal panico, estrae la pistola ed uccide i due poliziotti, oltre a Michel. Inizia così la sua lunga fuga, aiutato dai suoi complici dell'organizzazione terroristica e dalle autorità che accettano di scendere a compromessi con lui (diverse nazioni gli garantiscono il passaggio alla dogana e la possibilità di avere una base nel loro Paese in cambio dell'assicurazione che non subiranno attacchi terroristici; molti altri si servono di lui per i loro giochi politici, e così via).

Sempre nel 1975 Carlos prende parte anche ad un attacco rivolto agli aerei di linea della compagnia israeliana EI AI presso l'aeroporto francese di Orly, ma il tragico evento per il quale viene principalmente ricordato in quell'anno è l'incursione armata, con il sequestro di molte persone, effettuata presso la sede viennese dell'OPEC. Un commando guidato da Carlos in persona prende in ostaggio quasi sessanta persone fra esponenti dell'OPEC e personale in servizio presso la sede. I suoi obiettivi sono i rappresentanti dell'Iran e dell'Arabia Saudita, che deve uccidere per conto del FPLP, ma la missione fallisce: nonostante ottenga la disponibilità di un aereo, sul quale vola insieme agli ostaggi ed ai complici – fra i quali la violentissima e spietata Gabriele Krocher-Tiedemann - nel corso delle tappe (non ha abbastanza carburante per andare dove vuole) prima ad Algeri e poi a Tripoli è costretto a trattare con le autorità e a liberare degli ostaggi.


Carlos, fortunatamente, non porta a termine il suo compito e dopo giorni di tensione e di paura il mondo assiste alla liberazione di tutti gli ostaggi (liberazione che secondo alcune fonti sarebbe stata segretamente pagata a Carlos con una cifra fra i 20 ed i 50 milioni di dollari) che termina ad Algeri, dove Carlos ottiene asilo politico.

L'anno seguente, nel 1976, entra in scena Johannes Weinrich, complice e fedele collaboratore che gli rimarrà accanto per anni. Nello stesso anno Carlos viene arrestato in Jugoslavia ma dopo essere stato liberato, e dopo i forti contrasti con i vertici del FPLP, che iniziano a voltargli le spalle uno ad uno, decide di fondare una propria organizzazione armata, della quale sarà il comandante assoluto e per la quale selezionerà personalmente tutti i membri.

 


La nuova organizzazione, che Carlos chiama "Organizzazione Araba per la Lotta Armata", vede la partecipazione di cittadini tedeschi, libanesi e siriani e si stabilisce – grazie agli accordi con le autorità locali – nella Germania dell'Est.


Ma la lotta solitaria di Carlos non dura a lungo: un rimpasto nei vertici del FPLP lo porta a mettersi di nuovo al servizio dell'organizzazione e ad impegnarsi in una serie di altre missioni violente ed attentati per suo conto... 

 

 

 

 

PARTE TERZA – L’ESILIO

Nel 1982 la moglie di Carlos, Magdalena Kopp, viene arrestata a Parigi insieme a Bruno Bréguet, un altro membro dell'organizzazione, mentre si trova a bordo di un'auto piena di esplosivi. Per cercare di ottenere la sua liberazione, Carlos dichiara guerra alla Francia e dà il via ad una serie di attentati in territorio francese. Il 22 aprile del 1982, a pochi minuti dall'inizio del processo contro Bruno e Magdalena, Carlos fa esplodere un'auto parcheggiata in rue Marbeuf di fronte alla sede del giornale Al Watan Al Arabi, uccidendo un passante e causando il ferimento di oltre sessanta persone.

In seguito Carlos si sposta a Berlino (per attaccare la Maison de France, nel 1983, uccidendo un uomo e ferendone altri ventidue) e continuando con un attentato ad un TGV, che costa la vita a quattro persone e causa il ferimento di dozzine di passeggeri. La violenza e la frequenza degli attacchi di Carlos spaventano i membri dei vari Paesi che l'avevano fino ad allora supportato: i vertici delle organizzazioni e delle autorità compiacenti capiscono di trovarsi di fronte ad un cane sciolto e, per paura delle ripercussioni, iniziano a cercare il miglior modo per disfarsi di lui, allontanandolo.

Nel giro di poco tempo Carlos perde tutto il supporto sul quale aveva potuto fare affidamento fino ad allora. Nel 1985viene espulso dall'Ungheria, Paese nel quale aveva stabilito la sua base principale e nel quale era riuscito a tessere una fitta rete di contatti utili. Nello stesso momento Carlos perde anche l'appoggio di Iraq, Libia e Cuba. Non riesce più a trovare un Paese in cui stabilirsi senza che le autorità locali facciano di tutto per assicurarsi che non metta nemmeno piede sul loro territorio: Carlos viene fermato appena sceso da un qualsiasi aereo ed invitato a trovarsi un'altra destinazione.

Dopo diversi tentativi ottiene accoglienza dalla Siria e si stabilisce a Damasco con la moglie - che nel frattempo è uscita di prigione ed è stata esiliata dalla Francia, che le proibisce di far ritorno in territorio francese con la figlioletta Elba Rosa, nata dall'unione con Magdalena proprio a Damasco.


Per qualche anno Carlos continua a vivere in Siria, dove si spaccia per un rispettato uomo d'affari ma è costretto a limitare molto il suo ruolo di rivoluzionario professionista, come ama definirsi: il governo siriano gli offre infatti ospitalità in cambio della promessa di non continuare con le sue attività terroristiche e di condurre una vita lontana dai riflettori. Questi saranno gli unici anni tranquilli della vita di Carlos. Anni tranquilli destinati ad esaurirsi presto, con il passare del tempo: dopo meno di sei anni, infatti, anche la Siria decide di espellere Carlos, dandogli una settimana di tempo per trovarsi un altro Paese disposto ad accoglierlo.

 

 

 

PARTE QUARTA – IL MONDO È CAMBIATO

Dopo la caduta del muro di Berlino il mondo è cambiato. Per sempre… E anche per Carlos. Nel 1991 il terrorista si trova costretto a lasciare Damasco in fretta e furia a seguito dell'intervento di Saddam Hussein (che insieme a Gheddafi era stato, anni prima, un suo fervente sostenitore), che ora lo considera solo una presenza scomoda dalla quale è opportuno prendere le distanze. Negli anni precedenti, Carlos raggiunge una grande popolarità: le riviste di tutto il mondo parlano di lui, qualcuno pubblica le sue foto, uno scrittore lo intervista ed i giornalisti di varie nazioni cercano di contattare chi lo conosce per avere informazioni utili a realizzare un suo ritratto.

 

Tutta questa fama da un lato soddisfa l'ambizione ed il bisogno di popolarità che Carlos ha sempre dimostrato, ma dall'altra fa paura ai suoi compagni di lotta armata. Quella stessa popolarità che Carlos aveva tanto cercato, e di cui si vantava, in buona sostanza dà inizio alla sua fine. Dopo l'espulsione dalla Siria, Carlos cerca rifugio insieme alla famiglia a Tripoli, in Libia, ma viene fermato dalla polizia appena sceso dall'aereo: Gheddafi considera la presenza di Carlos nel suo Paese "indesiderabile". Così Carlos e famiglia sono costretti a tornare in Siria.

 

Ma l'ultimatum non è stato ritirato e Carlos ha solo pochi giorni per trovarsi una nuova casa, lontano dalla Siria. Al rientro da Tripoli Magdalena, che afferma di non riuscire più a vivere così (rinnegando quindi ufficialmente le aspirazioni di combattente rivoluzionaria che l'avevano avvicinata a Carlos e le erano costate diversi anni di carcere), annuncia di voler portare la bambina in Venezuela per darle una vita decente. Carlos si trova così solo e dopo un breve periodo in Giordania alla fine riesce a stabilirsi in Sudan.

 

In men che non si dica, Carlos inizia a vivere a Karthoum con la sua nuova moglie, la ventitreenne giordana Lana Jarrar. Nello stesso periodo inizia ad avere dei problemi di salute: dev'essere operato ai genitali per la presenza di una vena varicosa che gli causa forti dolori. I servizi segreti americani e quelli francesi sanno che Carlos si trova in Sudan e vogliono mettere le mani su di lui. Alla fine, la collaborazione fra Sudan e Francia porta alla sua cattura: trasferito in un ospedale militare (con la scusa di proteggerlo meglio) in seguito all'intervento al quale viene sottoposto, Carlos viene poi prelevato dai francesi e portato in Francia per il processo.

 

 

È il 1994. Carlos viene arrestato e processato (il processo inizia tre anni più tardi, nel 1997) per gli omicidi dei due poliziotti francesi massacrati in rue Toullier e di Michel Moukharbal, l'uomo che l'aveva tradito. Ilich Ramìrez Sànchez, noto in tutto il mondo con lo pseudonimo di Carlos lo sciacallo, viene riconosciuto colpevole dei crimini per i quali è imputato e condannato all'ergastolo, che sta ancora scontando nel carcere francese di Clairvaux.



Nel 2001 ha sposato il suo avvocato, Isabelle Count-Peyre, divenuta la sua terza moglie. Nel 2003 ha pubblicato il libro Islam rivoluzionario, nel quale spiega la sua visione del mondo ed esprime la sua ammirazione per Osama Bin Laden ed i suoi attacchi contro gli Stati Uniti.

 

 

 

 

 

CAST – PERSONAGGI E ATTORI

  

Carlos, vero nome Ilich Ramírez Sánchez, è stato uno dei terroristi più ricercati e temuti del mondo tra gli anni 70 e 80, dall'attivismo a favore della Palestina all'Armata Rossa giapponese. Ha incrociato la sua strada con la Stasi, l'ETA, forse persino con il KGB, ed ha girato il mondo con diversi pseudonimi, inserendosi nella complessa situazione politica internazionale dell'epoca e prendendo parte a diversi attentati e attività terroristiche. Fino al 1994, data in cui viene arrestato in Sudan, dove si era rifugiato, e viene consegnato alle autorità francesi, per affrontare un processo per dei crimini che in Francia non sono mai stati dimenticati. Come si combinavano insieme tutte le sue varie identità? E chi era prima di dedicarsi anima e corpo alla lotta e al terrorismo?

  

Edgar Ramirez Arellano nasce a San Cristobal, nel sud del Venezuela, figlio di un diplomatico militare. Per il lavoro del padre, è costretto a crescere in varie parti del mondo, tra cui Austria, Italia, Canada e Messico (e grazie a questo parla fluentemente cinque lingue: tedesco, italiano, francese, spagnolo e inglese). Si laurea in giornalismo, e si avvia alla carriera diplomatica come suo padre. Ma l'arte lo irretisce, all'università, e intraprende invece la carriera come attore. Comunque ha preso parte attivamente a molte campagne atte alla diffusione dei valori democratici tra i giovani, ed stato direttore di un'organizzazione non governativa, la "Fundacíon Dale Al Voto". Ramirez muove i primi passi nel cinema latino, diventa la star della serie Cosita Rica (2003-2004), ma il successo arriva con Tony Scott, nel suo film Domino, dove interpreta l'amico di Keira Knightley, Choco. Nel 2007 è la volta di The Bourne Ultimatum, e poi è nel cast di Prospettive di un delitto. Nel 2008 recita in Che - L'argentino, di Steven Soderbergh. Il 2010 è l'anno di Ilich Ramírez Sánchez, alias Carlos lo Sciacallo, nella premiata miniserie televisiva Carlos, per cui ottiene una candidatura ai Golden Globe edizione 2011. Per il ruolo Edgar Ramirez apprende anche le basi della lingua araba, ed ha la possibilità di dimostrare tutto il suo talento, sia nelle parti d'azione che nelle parti più intime del personaggio, cui somiglia in maniera impressionante, e non solo fisicamente. Prossimi impegni artistici: Saluda al diablo de mi parte e Wrath of the Titans. Attualmente Edgar Ramirez è uno dei giovani attori latini più promettenti della nuova generazione a Hollywood.

 

 

  

 

Johannes Weinrich. Terrorista tedesco con rapporti stretti con la Stasi, Weinrich fonda le Cellule rivoluzionarie assieme a Wilfried Böse. Inoltre, i due aprono a Francoforte la libreria di estrema sinistra "Roter Stern" (Stella rossa). Dopo la presa degli ostaggi di Vienna e l'espulsione di Carlos dal FPLP, Weinrich diventa il braccio destro del venezuelano, nel tentativo di farsi una posizione nell'Europa dell'Est. Weinrich presenta la sua compagna, Magdalena Kopp, a Carlos. ”Heinrich Schneider” – il suo nome secondo gli archivi della Stasi - diventa l'intermediario del gruppo di Carlos non solo a Berlino Est, ma anche a Budapest, Bucarest e Praga. Dotato di buoni agganci in Yemen e in Libia, Weinrich viene arrestato nella periferia di Aden nel giugno del 1995 ed estradato in Germania. Nel 2000, viene condannato all'ergastolo per l'attacco alla Maison de France di Berlino il 25 agosto 1983, che ha provocato un morto e ventidue feriti. Sta ancora scontando la sua pena in Germania.

  

Alexander Scheer. Attore tedesco, nato a Berlino nel 1976, nella sua adolescenza ha visto la caduta del Comunismo. Scheer si dedica alla carriera teatrale, e recita e va in tour con le migliori compagnie del suo paese. Viene osannato per lo spettacolo Kean, ripreso nell'Aprile del 2010. Oltre al teatro, al cinema e la televisione(Sonnenallee, che gli ha fatto avere un Silver German Film Award, Das wilde Leben, Solo per il successo, la serie tv Lolle, etc) Alexander ha la passione per la musica, ha fondato un suo gruppo e una sua etichetta musicale, Audio Chrome. Nel 2010 è stato scelto per recitare nella miniserie Carlos, vincitrice ai Golden Globe 2011, nella parte di Johannes Weinrich.

 

 

 

  

Magdalena Kopp. Fotografa tedesca, lascia la provincia con il primo marito e la figlia per trasferirsi a Francoforte. Qui lavora alla libreria "Stella rossa", fondata da Wilfried Böse e Johannes Weinrich, dove nascono le Cellule rivoluzionarie. Nel 1973, la Kopp divorzia per stare con Weinrich. Nelle Cellule rivoluzionarie, si fa strada come brava falsificatrice di documenti. In un resoconto pubblicato il 30 giugno del 2003 sul quotidiano tedesco “Der Tagesspiegel”, la Kopp sostiene di aver vissuto in clandestinità con Weinrich e con Carlos dal 1978. Nel 1979, sposa Carlos, un colpo di fulmine. Arrestata nel 1982 a Parigi, mentre prepara un attentato agli uffici del quotidiano “Al Watan Al Arabi”, viene processata e condannata a cinque anni di prigione. Dopo il suo rilascio, avvenuto nel 1985, ritrova Carlos a Damasco, dove la coppia si stabilizza nell'agosto del 1986 in seguito alla nascita della figlia Elba-Rosa. I due si separano quando Magdalena parte per il Venezuela nel 1992, per vivere con la famiglia di Carlos, in attesa che lui ristabilisca la sua posizione in Medio Oriente, compromessa dopo la fine della Guerra fredda. Molto più tardi, in una lettera che Carlos scrive dalla prigione La Santé a Parigi, la Kopp apprende dell'esistenza di una seconda moglie, una donna musulmana.

  

Nora Von Waldstätten. Attrice austriaca, nata nel 1981, ha studiato Arte drammatica a Berlino, dove vive attualmente, e si è diplomata nel 2007. Nora ha illustri discendenze: Martha Elizabeth, Baronessa Von Waldstatten, la protettrice di Mozart. Nora, eletta nel 2008 miglior giovane attrice dalla rivista Bunte, si alterna tra cinema, teatro e televisione. Nel 2010 ha ricevuto inoltre il premio Max Ophuls come miglior giovane promessa femminile. Ha recitato nel film The Countess (2009) di Julie Delpy, e in Tangerine (2008), dove suo partner era Alexander Scheer, ritrovato sul set di Carlos (2010), dove lei interpreta la moglie del noto terrorista internazionale, Magdalena Kopp. Per il piccolo schermo ha lavorato in Jetzt erst recht!, Tatort, Polizeiruf 110 e Nachtschicht.

 

 

Nada. Studentessa di sociologia, membro del Movimento 2 giugno, Gabriele Kröcher-Tiedemann prende parte ad alcune rapine in banca e, nel 1973, resiste all'arresto sparando a un poliziotto, rimasto poi seriamente ferito. Condannata a nove anni di prigione, viene rilasciata in base a uno scambio di ostaggi nel 1975, dopo il quale riceve un addestramento in Yemen e viene notata da Carlos. In seguito, prende parte alla cattura degli ostaggi dell'OPEC a Vienna, dove uccide un poliziotto austriaco, Anton Tichler. Inoltre, fa fuori un membro della sicurezza iracheno. Arrestata nel novembre del 1977 al confine franco-svizzero dopo una sparatoria con due poliziotti di frontiera elvetici, 'Nada', il suo nome di battaglia, viene condannata a 14 anni di prigione. Viene estradata in Germania, dove dovrebbe essere processata nel 1984 per il ruolo ricoperto nell'attacco all'OPEC, ma le autorità tedesche rinviano il processo in seguito a una lettera di minacce di Carlos indirizzata al Ministro degli interni tedesco. Il processo si svolge finalmente nel 1990, quando viene assolta per assenza di testimoni degli omicidi durante l'attacco all'OPEC di Vienna. Muore cinque anni più tardi di cancro, a 44 anni.

  

Julia Hummer. Giovane e promettente talento del cinema tedesco, nata nel 1980, esordisce come assistente alla fotografia ma viene scoperta nel 1999 dal regista Sebastian Schipper, che la vuole per il suo film Absolute Giganten. Successivamente l'attrice lavora in vari progetti, come Die innere Sicherheit, Tatort, 99euro-films, Gespenster. Nel 2010 Julia diventa Nada nella miniserie premiata ai Golden Globe Carlos. Julia è anche cantante, ha una sua band pop dal nome Julia Hummer & Too Many Boys. Vive a Berlino e come hobby ama il calcio, la boxe e lo skateboard.

 

  

 

Hans-Joachim Klein, conosciuto come “Angie”, è stato uno dei pochi membri della classe operaia a far parte delle Cellule rivoluzionarie. Un meccanico ed ex delinquente in gioventù, è entrato a far parte della lotta armata nel 1974. Durante la presa degli ostaggi nel quartier generale dell'OPEC a Vienna, Klein tenta di porre un freno alla violenza, ma viene ferito gravemente. Rinuncia alla lotta armata nel maggio del 1976, proprio quando Carlos, espulso dal FPLP, cerca di organizzare la sua rete terroristica. Klein si nasconde a nord di Milano, da dove, nell'aprile del 1977, invia la sua pistola e una lettera alla rivista Der Spiegel. Nella lettera, rivela informazioni su due progetti di omicidio, per dimostrare la sua rottura con il "terrore come arma politica". Pubblica il libro “Rückkehr in die Menschlichkeit. Appell eines ausgestiegenen Terroristen”, che nel 1980 appare in Francia con il titolo “La Mort Mercenaire”. Arrestato in Normandia nel 1998, viene processato in Germania nel 2001, subendo una condanna a nove anni di prigione per la partecipazione al raid a Vienna, ma ottiene il perdono dopo cinque anni, nel 2003. Da quel momento, vive in Francia.

  

Christoph Bach ha iniziato la sua carriera di attore nel 2002, grazie a Narren di Tom Schreiber. Nel 2003, è apparso in un road movie, Detroit, che gli ha permesso di ottenere il Young German Cinema Award come miglior attore. Dal 2006, si è concentrato sul mondo della televisione, con progetti come Dutschke e, più di recente, un episodio della serie di Tatort, Der oide Depp. Nel 2010 prende parte alla premiata miniserie Carlos, nel ruolo del terrorista Angie.

 

 

Wadie Hadded, nato in Galilea, frequenta il liceo di Gerusalemme, per poi studiare odontoiatria all'American University di Beirut. Lì, stringe un'amicizia con un altro palestinese di origini greco ortodosse, George Habash. La coppia - Haddad il braccio e Habash la mente - apre una clinica ad Amman. In seguito, per sfuggire alla repressione dei Nasseristi in Giordania, si trasferirono a Damasco. Dopo la presa del potere dei Baathisti, si spostano a Beirut, dove, nel 1967, fondano il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Nel 1968, Habash viene arrestato e imprigionato dai siriani con l'accusa di cospirazione, ma Haddad organizza una spettacolare missione di salvataggio per liberare l'amico. Lo stesso anno, il FPLP dà vita al primo dirottamento di un aereo della El Al. Ma nel 1972, il rapporto tra George Habbash e Wadie Haddad si incrina, con il primo che disapprova i metodi del secondo. In particolare, Habash era contrario all'internazionalizzazione della lotta, sostenendo che dovesse essere condotta soltanto in Palestina. Carlos era d'accordo con Haddad, provava ammirazione e paura nei confronti di Haddad, che era ossessionato dalla segretezza, ma anche un brillante organizzatore. Secondo i due scrittori che hanno avuto accesso agli archivi del KGB, Haddad era un agente di Mosca, reclutato all'inizio degli anni settanta. Il leader del FPLP è morto nell'aprile del 1978, in un ospedale di Berlino Est.

  

Ahmad Kaabour è nato nel 1955, ed ha studiato arti drammatiche all'Università del Libano. Oltre ad essere attore è scrittore, compositore, e lavora anche per la Commissione del teatro, cinema e spettacolo, sotto il Ministero della cultura libanese. Nel 2010 ha recitato nella miniserie Carlos, intepretando il personaggio di Wadie Haddad.

 

 

 

QUANDO IN TV

 

EPISODIO 1: giovedì 21/04 h 21:55 (replica sabato 23/04 h 23.45; lunedì 25/04 h 01.10/22:50)

 

EPISODIO 2: giovedì 28/04 h 21:55 (replica sabato 30/04 h 23:45; lunedì 02/05 h 01.10/22.50)

 

EPISODIO 3: giovedì 05/05 h 21:55 (replica sabato 07/05 h 23:45; lunedì 09/05 h 01:10/22:50).

 

 

SITO UFFICIALE

Per chi avesse dimestichezza con l’inglese, consiglio una visita al sito ufficiale francese dove è possibile accedere direttamente alle scene del film attraverso un’accurata ricostruzione grafica.

 

 

 

 

 

 

 

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