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Contro Bocchi e "Spagna e populismo".
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Già so che verrò lapidato e deriso, ma così è se vi pare.

Sullo scorso numero di FilmTv rivista - che da tempo non ha più a che vedere con questo sito, ma che credo continui a mantenere una certa simbiosi almeno tra i lettori e gli utenti - esattamente il n. 13, anno 25, del 28 aprile 2017, a pagina 7 Pier Maria Bocchi si lanciava disonestamente in quattro righe denigratorie sul cinema spagnolo.

Io non ho perso tempo a farmi sentire e l'indomani ho scritto al direttore una lettera di protesta la cui risposta, pacata e intelligente, seppur difensiva, è arrivata nel giro di pochi minuti. Non la pubblicherò qui di seguito perché già cancellata dall'archivio mail e anche perché non avrei l'autorizzazione per farlo.

Vi lascio invece, pur sapendo che gli anti-iberici, disgraziatamente, qui abbondano, la lettera che ho inviato a FilmTv rivista e che sancisce la fine della mia avventura con il settimanale cartaceo.

 

Gentile Direttore,

purtroppo mi tocca scriverle per esprimere tutto il mio sdegno e la mia rabbia per l’indecente articolo di Pier Maria Bocchi dello scorso numero, intitolato “Spagna e populismo”. La denigrazione che Bocchi fa dell’attuale cinema spagnolo è inconcepibile, senza nessuna vera base critica e culturale a sostenere le sue tesi. Bocchi, insieme ad altre firme la sua compresa, è sempre stato fin dai tempi di Nocturno uno dei miei critici preferiti, ma purtroppo quelle parole assurde con cui ha voluto maldestramente fotografare il cinema spagnolo hanno svelato la pochezza del suo sguardo verso quello che è invece il miglior cinema d’Europa.

Io sono un insegnante di spagnolo, materia che piaccia o no è costantemente in ascesa. Crollano le cattedre di tedesco e francese e aumentano quelle di spagnolo, in Italia come nel mondo. Leggetevi le indagini dell’Instituto Cervantes che annualmente fotografano lo stato di salute e i numeri dello spagnolo nel mondo. Nonostante questo, la Spagna è sempre rilegata nell’angolino, osteggiata, “embargada”. Forse perché il vecchio gioco “a chi ce l’ha più lungo” dà fastidio ed è meglio mettere tutto a tacere e far finta di niente. Tant’è che film e libri faticano a entrare in Italia, mentre tutto ciò che arriva dall’America Latina, pure le boiate, trovano il loro mercato e i loro applausi, retaggio ancora del famoso boom degli settanta che sarebbe il caso ormai di ridimensionare. Una letteratura bellissima, quella spagnola, che nella sua attualità batte quella italiana, paludata nei polizieschi di provincia già pronti per le fiction. Stesso discorso per il cinema. Anche se il cinema italiano dal 2010, come già le avevo scritto, sta risorgendo dignitosamente proprio grazie a uno svecchiamento dell’idea stessa del ruolo del cinema in Italia – si veda il genere – la Spagna è su questa linea d’onda già dagli anni ’90 e sta sempre facendo meglio.

Invece, cosa fa Bocchi? Scrive idiozie chiamando a fargli compagnia cosiddetti “addetti ai lavori” secondo cui «il cinema spagnolo contemporaneo è fra i peggiori al mondo». Bella compagnia di cialtroni. Chi vi permette di fare un lavoro così importante se non avete la più pallida idea di quello che dite? Cinema populista, quadrato, poco coraggioso, esangue e incolore. Io mi faccio delle grandi risate davanti a così tanta miopia. Dopo che FilmTv ha lodato il cinema islandese, il francese, il tedesco e altri che non ricordo, a quello spagnolo dedica una misera pagina per un misero articolo tutto sbagliato, pieno di tronfio snobismo, se non addirittura di acidità mestruale verso un cinema che mette in fila tutte le altre cinematografie nazionali europee.

Quello di Bocchi è un articolo inammissibile, assurdo, inaccettabile, arrogante ed esso sì davvero populista, che sconfessa nuovamente il pessimo stato di salute della critica italiana ancora radicata in un’idea sofisticata di cinema, incapace di leggere tra i moduli narrativi del cinema di genere e riconoscere così, proprio nel cinema spagnolo, il più interessante e vivace cinema europeo. Anche tra i migliori al mondo, azzarderei, se non fosse che film iraniani, egiziani, vietnamiti, cinesi, etc. solo perché tali, vengano sempre e comunque applauditi perché incarnano proprio quel cinema d’autore e impegnato che non solo allontana giustamente il pubblico dalle sale, ma che influenzano negativamente anche altre pellicole sicuramente più interessanti e appetibili, compreso il nostro cinema italiano, quello statunitense e il bistrattato cinema spagnolo.

In conclusione, l’atto criminale di Bocchi – tale lo è per me, offeso dalle sue sciagurate parole – non fa onore al sistema critico italiano e conferma quello che ho sempre creduto, ovvero che davanti alla vivacità, al coraggio e ad una riuscita idea industriale del cinema spagnolo, l’Italia, o chi per essa, in un complesso di inferiorità blocca ogni prodotto culturale che da lì proviene. Va anche detto che, ci sono critici spagnoli poco entusiasti del proprio cinema nazionale e che molti spagnoli, miei conoscenti e amici, raramente guardano il loro cinema – un po’ come succede in Italia. Ma al netto di questa miopia tra conterranei, c’è chi, come me e sicuramente molti altri, hanno rintracciato nel cinema spagnolo, nel suo riutilizzo consapevole del genere, nei suoi atti coraggiosi – dal nudo, alle tematiche sessuali, a una nuova idea di commedia, all’uso altamente professionale delle tecniche di ripresa e degli effetti speciali, fino al dibattito jihadista [loro ce l’hanno in casa] – e non di meno nei suoi ottimi volti, tali sono attori e attrici spagnoli, uno migliore dell’altro, un cinema senza pari, un cinema entusiasmante, su cui molti, Bocchi e “addetti ai lavori” compresi, dovranno ricredersi se hanno un minimo di competenza professionale.

Detto questo, gentile Direttore, ho deciso che i due euro settimanali per FilmTv li utilizzerò diversamente. Non me ne abbia, ma un articolo di taglio ignobile, pieno di paroloni che non dicono nulla, come quello di Bocchi non posso ammetterlo né giustificarlo con il solito “ognuno ha le sue idee”. Probabilmente comprerò ancora FilmTv una o due volte per vedere se questa mia discussione avrà un seguito, ma poi per me l’avventura con la vostra rivista finisce qui. A costo di sembrare io il lupo cattivo, di fare la figura del bambino che “la palla è mia ci gioco io”, me ne vado eastwoodianamente per la mia strada.

Cordiali saluti e buon lavoro

Mauro Fradegradi di Abbiategrasso (MI).

 

Chiudo lasciandovi i link per alcuni miei vecchi post perlustrativi dell'attuale cinema spagnolo:

¡España es de cine! Il grande cinema spagnolo, oggi

(i tre post assemblati e aggiornati, pubblicati su Academia.edu).

 

https://www.academia.edu/32408978/_Espa%C3%B1a_es_de_cine_il_grande_cinema_spagnolo_oggi

 

¡España es de cine! Il grande cinema spagnolo, oggi.

//www.filmtv.it/post/31447/espana-es-de-cine-il-grande-cinema-spagnolo-oggi

 

¡España es de cine! (II). Gli anni '90. Pedro, Álex, Santiago e gli altri ragazzacci del gruppone.

//www.filmtv.it/post/31459/espana-es-de-cine-ii-gli-anni-90-pedro-alex-santiago-e-gli-a

¡España es de cine! (III). Autori e tendenze del terzo millennio.

//www.filmtv.it/post/31492/espana-es-de-cine-iii-autori-e-tendenze-del-terzo-millennio

Esperpento iglesiano. Il cinema sobredosis di Álex de la Iglesia:

//www.filmtv.it/post/31748/esperpento-iglesiano-il-cinema-sobredosis-di-alex-de-la-igle

 

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