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Svolte e Deviazioni: John Travolta.
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«Ogni volta che sento “Stayin' alive” dei Bee Gees, un sorriso mi si stampa sulla faccia ma poi vengo colto da un timore, che la gente intorno a me pretenda di farmi ballare».

Tony Manero, Danny Zuko, Vincent Vega...basterebbero questi 3 nomi, o anche solo uno di loro, per capire che si sta parlando di John Travolta.

John Travolta

La febbre del sabato sera (1977): John Travolta

Non è da tutti aver interpretato nella propria carriera di attore 3 personaggi così famosi e amati dal grande pubblico. Personaggi che hanno contribuito a rendere popolare l'attore italo americano John Travolta, ma che hanno anche rischiato di seppellirlo in quei ruoli per sempre. Se penso perciò alla carriera e alla vita di John Travolta, mi viene in mente un'araba fenice che muore e risorge dalle sue ceneri per ben 3 volte.

Nome: John Joseph

Cognome: Travolta

Nato a: Englewood – New Jersey

Il: 18 febbraio 1954

Professione: attore

Sposato con l'attrice Kelly Preston nel febbraio del 1991

3 figli: Jett nato nel 1992 e morto a soli 16 anni nel 2009, Ella Bleu nata nel 2000 e Benjamin nato nel 2010.

Il giovane, il giovanissimo John -appena diciottenne- comincia la sua carriera artistica in teatro. come ballerino nei musical. Riesce ad entrare a far parte di diverse compagnie, ottiene piccoli ruoli in film importanti (uno su tutti “Carrie-lo sguardo di Satana” di Brian De Palma), e riesce a diventare uno dei protagonisti di una serie televisiva americana di successo del 1975: “I ragazzi del sabato sera”. Proprio in questa serie viene notato dal regista John Badaham che lo vuole assolutamente come protagonista nel suo nuovo film “La febbre del sabato sera”-1977. Nella serie televisiva, Travolta interpretava Vinnie Barberino, un italo americano spocchioso e un po' bullo, che piaceva alle ragazze ed era considerato il “capo della banda” dai suoi compagni.

Nel film Travolta-Barberino diventa l'indimenticabile Travolta-Tony Manero e perde completamente l'aspetto comico ed ironico del telefilm, per diventare il personaggio più complesso e drammatico che tutti conosciamo. Il film – complice anche la bellissima colonna sonora dei Bee Gees – diventa immediatamente un successo mondiale e John Travolta diventa nel giro di poche settimane una star. Nomination come miglior attore agli Oscar e ai Golden Globe, copertine, soldi e copioni da ogni dove.

Travolta diventa un sex simbol per tutte le ragazze (chi non ha avuto un poster di Tony Manero nella propria camerina tra il 1978 e il 1980?) e un esempio da seguire per tutti i ragazzi che ambivano a diventare il re della discoteca del sabato sera.

Olivia Newton-John, John Travolta

Grease (1978): Olivia Newton-John, John Travolta

Tutto sembra procedere bene, e ancora meglio l'anno successivo quando a Travolta viene offerta la possibilità di interpretare Danny Zuko in “Grease”-1978. John Travolta era già stato nella compagnia di “Grease” in teatro, ora l'aspettava la prova più importante: dimostrare che non era stato solo una meteorite di passaggio, ma che era a tutti gli effetti una stella del firmamento. “Grease” è un successo, complice ancora la musica e la compagna di lavoro Olivia Newton John, che contribuiscono a rendere il film un cult tra gli appassionati del musical.

Purtroppo dopo questo secondo successo, la fortuna volta le spalle a Travolta.

Nel 1977 muore di cancro la sua compagna, l'attrice Diana Hyland che aveva conosciuto l'anno prima sul set di un film per la tv “The boy in the plastic bubble” del 1976. La Hyland era più grande di lui e con un figlio, e questa unione aveva provocato pettegolezzi nel jet set, ma non aveva preoccupato più di tanto i due innamorati che non mancavano di farsi vedere insieme a feste e incontri mondani. Finiscono così nel dolore i fortunati anni '70, aprendo una nuova decade (quelli degli '80) con una serie di flop e scelte sbagliate.

John Travolta pare non avere più la capacità di capire quale sia la sua strada. Scarta copioni che risultano essere dei grandi successi, lasciando titoli come “Ufficiale e gentiluomo” o “American gigolò” al suo grande rivale del momento: Richard Gere, dando il modo anche a lui di iniziare una carriera strepitosa. Gli anni '80 sono per Travolta una lunga sequenza di scelte sbagliate, rifiuta parti importanti, dimostrando di non avere fiuto per i ruoli. Si rifugia nella vita mondana, frequenta la vecchia Hollywood (i suoi amici sono star del passato come James Cagney o Cary Grant), inizia a coltivare la sua grande passione per il volo prendendo il brevetto come pilota.

John Travolta

Senti chi parla (1989): John Travolta

Alla fine degli anni '80 ritorna con un breve ma intenso successo con il film “Senti chi parla?”, che gli regala una nuova ondata di popolarità ma quasi uno sberleffo se si pensa allo spessore del personaggio di Tony Manero.

Nel 1991 Travolta si sposa con l'attrice Kelly Preston, il rito è ufficiato dalla chiesa di Scientology, di cui i due attori fanno parte da molti anni.

Ecco che comincia la decade fortunata di Travolta. Nasce nel '92 il suo primogenito Jett (purtroppo affetto da una grave forma di autismo, che Travolta non pare mai aver accettato del tutto – complice forse anche la dottrina di Scientology? che rinnega le malattie di un certo genere relegandole a “debolezze psicosomatiche”, proibendo le cure psichiatriche di ogni tipo), ma soprattutto per la vera svolta nella sua carriera che pareva essere arrivata al capolinea. Nel 1994, il giovane Quentin Tarantino, regala a Travolta la possibilità di dimostrare le sue doti di attore, proponendogli il personaggio di Vincent Vega in “Pulp Fiction”. Parte per la quale Travolta torna a vincere prestigiosi premi (il David di Donatello come miglior attore straniero ad esempio) e ottiene nuovamente le candidature al Golden Globe e all'Oscar come miglior attore.

John Travolta, Samuel L. Jackson

Pulp Fiction (1994): John Travolta, Samuel L. Jackson

Vincent Vega si dimostra una vera e propria svolta per John Travolta. John Travolta non è più un sex simbol da diversi anni: è sovrappeso, imbolsito, poco affascinante. Vincent Vega aveva bisogno di un fisico come il suo, ma anche del carisma che un personaggio come Travolta è ancora capace di dare su una pista da ballo. La scena del ballo tra Vega e Mia diventa la scena simbolo di tutto il film, ma non solo. Tarantino ha la genialità di capire che Travolta è il collante tra un cinema che fu e uno che sarà. Non a caso la famosa scena del twist è ambientata nel ristorante “Jack Rabbit Slim's”, dove come camerieri a servire ci sono i sosia di star famose. Travolta è lui stesso una star del passato, irriconoscibile nei panni del Tony Manero di venti anni prima, ora in quelli di un nuovo personaggio come Vega che non ha più la pretesa di essere il re della discoteca, ma che si accontenta di arrivare in fondo alla serata. John Travolta dimostra di avere ancora dei numeri da giocare sulla pista da ballo, offusca anche la sua partner Uma Thurman, proprio perché su di lui aleggia ancora quell'aurea di fascino legato al ballo e alla discoteca.

Pulp Fiction diventa così un nuovo trampolino di lancio quando John Travolta ha già 40 anni finiti. Non ci saranno più (almeno fino ad ora) personaggi così prestigiosi per lui, ma una serie di film di discreto successo, che gli permettono di continuare la sua carriera in maniera dignitosa. Molti film di azione e thriller, ottime serie televisive (traguardo per molte star di Hollywood) che gli permettono di vincere anche dei premi prestigiosi.

Purtroppo la sua vita personale continua ad essere contrassegnata da lutti importanti e dolorosi. La morte del figlio Jett nel 2009 lo fa cadere in una profonda crisi spirituale. Voci insistenti dicono che Travolta voglia abbandonare Scientology, proprio per via delle sue ferree regole sulle cure psichiatriche, che avrebbero forse permesso al piccolo Jett di vivere meglio la sua problematica. Ovviamente lasciare Scientology non è facile, tanto più per un personaggio così famoso come Travolta. Sue sono infatti le dichiarazioni a riguardo nel 2015: “Non sarei sopravvissuto alla morte di mio figlio senza l'aiuto di “Scientology”. Dopo la morte di Jett mi hanno aiutato moltissimo, mi sono stati sempre vicino, per due anni di fila qualcuno di “Scientology” era sempre accanto a me .

Deviazioni: l'incontro di John Travolta con Scientology risale al 1975, quando sul set del film “Il Maligno”, incontrò per la prima volta il fondatore della Chiesa Ron Hubbard.

Da allora John Travolta è stato uno dei seguaci più prestigiosi della Chiesa (setta?), diventando uno dei portavoce più illustri. L'attore ha sempre difeso a spada tratta tutte le feroci critiche volte a Scientology, ha negato sempre che si adoperassero metodi educativi discutibili all'interno della Chiesa, come ad esempio punizioni corporali o regole ferree al limite della sopportazione umana. L'unico vero tentennamento l'ha avuto solo dopo la morte del figlio Jeet, nel quale ha espresso qualche dubbio di fede. Si dice che per convincere i loro seguaci a non lasciare Scientology, la Chiesa adoperi qualsiasi cosa, il ricatto incluso. Per questo sembra che tutte le vicende legate alla presunta omosessualità di Travolta siano solo frutto di una tela di ragnatela costruita intorno all'attore per tenerlo “imprigionato” alle sue scelte. Infatti sembra che tutte le denunce fatte da presunti amanti del suo stesso sesso siano giunte sempre quando Travolta aveva tentennato sulle sue convinzioni religiose, e siano cadute quando l'attore faceva subito dietro front rilasciando dichiarazioni positive su Scientology. Ovviamente queste sono solo illazioni o deduzioni di chi non vede di buon occhio Scientology, o che comunque ha in riserbo molti dubbi.

 

 

 

 

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