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ABSOLUTE BEGINNERS - le nuove serie di settembre (parte 2)
di Andrea Fornasiero ultimo aggiornamento
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Riprendiamo la nostra panoramica delle moltissime serie di settembre con dodici nuove partenze, arrivando a coprire fino al 21 del mese. 

American Horror Story: Roanoke

Come ogni anno, la nuova stagione di American Horror Story fa storia a sé, caratterizzata ogni volta da un diverso sottotitolo: questa volta tocca al mito dei coloni scomparsi di Roanoke. Solitamente la permanenza di buona parte del cast e degli autori ha garantito una certa continuità stilistica, che invece questa sesta edizione, iniziata il 14 settembre su FX, stravolge completamente. Roanoke è infatti realizzata in stile mockumentary (nel senso di finto documentario, ma senza intenzioni comiche) e ai fatti “ricostruiti drammaticamente” si intercalano brani di intervista dal fittizio documentario My Roanoke Nigthmare, titolo evidente anche nei finti cartelli di stacco pubblicitario che interrompono la narrazione. Lontanissimo dunque dall’estetica patinata delle edizioni precedenti (e soprattutto delle ultime), American Horror Story racconta di una tenuta maledetta in una zona remota degli Usa, dove vivono inquietanti zotici degni di Non aprite quella porta. Il primo episodio getta già molta carne al fuoco e aggiunge alla coppia di protagonisti una poliziotta con problemi di alcolismo che ha perso il distintivo ma non la pistola: la interpreta Angela Bassett, ormai al quarto giro sulla perversa giostra di Ryan Murphy e Brad Falchuk, dove però rimane irraggiungibile Sarah Paulson, che ha partecipato a tutte le stagioni.

Fleabag

Comedy di sei episodi trasmessa da BBC3 lo scorso luglio, è arrivata il 16 settembre anche su Amazon Prime Video. Nata dalle esibizioni come stand-up comedian di Phoebe Waller-Bridge, attrice e autrice molto applaudita al Fringe Festival di Edinburgo, Fleabag significa letteralmente sacco di pulci e può indicare non solo un animale ma pure una persona particolarmente sgradevole. E la sgradevolezza della protagonista sembra essere il motore trainante della serie, con un corredo più o meno famigliare di avventure sessuali e figuracce legate al lavoro e ai parenti. Il comportamento autodistruttivo della donna si chiarifica però con il procedere degli episodi e trova ragioni drammatiche, che non riveliamo, e che fanno di Fleabag una comedy assolutamente insolita, toccante e persino dolorosa. Nel cast ha il ruolo della terribile matrigna Olivia Colman, apprezzata in Broadchurch e The Night Manger che qui veste panni realmente mostruosi, di quella cattiveria classista che solo gli inglesi sanno maneggiare come un bisturi.

Hooten & the Lady

Serie d’avventura tra Indiana Jones, Alla ricerca della pietra verde, Tomb Raider e Uncharted, Hooten and the Lady è una produzione di Sky One, iniziata lo scorso 16 settembre e della durata di otto episodi. L’azione si sposterà come tipico in questi casi in varie zone del mondo, ma il budget della serie è piuttosto alto e permette che effettivamente la troupe e gli attori si rechino sul posto per scene in luoghi caratteristici, come Roma nella seconda puntata, o la giungla del sudafricana per il pilot (ambientato in realtà in Amazzonia). La dinamica al cuore della serie è rodatissima: l’avventuriero americano e la ricercatrice inglese di nobili origini vivono insieme avventure tra esotismo e archeologia in un crescendo di tensione sessuale (questa volta probabilmente più esplicita del solito, visto che la serie già ha regalato alcune scene sexy). Lui è interpretato da Michael Landes, visto in Tv in Save Me e nel cast di Gold con Matthew McCounaghey, lei è Ophelia Lovibond, passata per Elementary e protagonista del primo episodi di Inside No. 9. Alla scrittura ritroviamo Tony Jordan, in Italia noto per Life on Mars e Hustle – I signori della truffa.

High Maintenance

Nata come una webseries, a lungo disponibile su Vimeo e ora però migrata sui lidi meno accessibili di HBO, High Maintenance ha per protagonista uno spacciatore di erba che si muove in bicicletta tra Brooklyn e Manhattan. Originariamente gli episodi erano di pochi minuti e avevano per titolo il nome di un personaggio che era citato ma non appariva. Dal 16 settembre però High Maintenance è diventata una comedy da 6 episodi di 30 minuti in onda su HBO e anche la struttura è cambiata. Nel pilot allo spacciatore senza nome si aggiunge un ragazzo omosessuale tormentato dalla sua possessiva compagna di casa: cerca di liberarsi da lei frequentando un gruppo di recupero da sostanze stupefacenti, ma la situazione degenera presto. La serie sembra avrà una struttura antologica ma non è escluso che torni su alcuni personaggi, di certo si tratta di una comedy molto anomala e originale, l’ennesima di queste settimane e credo la più spiazzante. Il protagonista Ben Sinclair ne è oltre che attore anche ideatore, sceneggiatore e regista di tutti gli episodi insieme a Katja Blichfeld.

The Good Place

Dopo le parentesi drammatiche di CSI, CSI: Cyber e Fargo (e, ancor prima, di Damages), Ted Danson torna in una commedia da network television: The Good Place, iniziata su NBC il 19 settembre con un doppio episodio, la cui prima parte è stata diretta da Drew Goddard. Al suo fianco Kristen Bell, l’ex Veronica Mars che sotto l’aspetto di adorabile biondina cela in House of Lies un tremendo cinismo, e questa sua capacità è letteralmente al cuore di The Good Place, dove scopre di essere morta e si ritrova in una comunità paradisiaca in virtù delle tante buone azioni commesse in vita… solo non da lei! Sembra essere stato un caso di omonimia o qualche altro equivoco ad averla mandata nella parte privilegiata dell’aldilà e per restarci dovrà cercare di essere buona, con l’aiuto di un professore di etica senegalese ma contro tutti i suoi forti istinti. Ideata da Michael Schur, passato da The Office a Parks and Recreation a essere coautore di Brooklyn Nine-nine, The Good Place vanta una produzione piuttosto lussuosa, con effetti speciali e situazioni folli. Il paradiso è dipinto come una sorta di “gated community”, un quartiere per ricchi protetto dall’esterno, dove le coppie sono formate in virtù del "sistema" che individua le anime gemelle, con effetti anche esilaranti: per esempio una loquace donna che ama la sua voce con marcato accento inglese, viene accoppiata a un monaco che ha fatto voto di silenzio. Quanto lunghe siano le gambe di una comedy del genere rimane da vedere, ma la serie sembra avere un progetto chiaro, tanto da procedere piuttosto spedita anche nella trama “orizzontale” senza paura di esaurire la propria premessa.

Kevin Can Wait

Un corpulento poliziotto interpretato da Kevin James (anche ideatore della serie) va finalmente in pensione, ma anziché godersi il meritato riposo come vorrebbe si ritrova a dover aiutare e sostenere i tre figli, e pure il ragazzo della figlia maggiore. Un assunto semplice, quello di Kevin Can Wait, per una tipica family sit-com con tanto di risate registrate che ha come sola novità l’aggiornamento all’attuale situazione dei giovani americani, che faticano a lasciare le mura domestiche per via di un’economia meno florida che in passato. In onda su CBS dal 19 settembre, Kavin Can Wait è un produzione Sony e vede tra gli autori, insieme a James, anche Bruce Helford, già tra i produttori e gli sceneggiatori di Pappa e Ciccia che era però di tutt'altro livello e innovazione.

Bull

Legal drama con Michael Weatherly, iniziato su CBS Il 20 settembre, Bull ha come unico elemento di novità il tentativo di applicare tecnologie quasi fantascientifiche di profiling al dibattimento in aula, ispirato al lavoro di consulenza di un celebre personaggio televisivo americano: il Dr. Phil, che è infatti accreditato come co-ideatore della serie (l’altro è il veterano Paul Attanasio di Homicide e Dr. House). L’obiettivo è la giuria, di cui vengono esaminate le caratteristiche con indagini informatiche e con i profili psicologici del dottor Bull, infallibile nel capire quali siano le molle che faranno scattare nel giurato la convinzione di non colpevolezza riguardo l’imputato. Bull ovviamente è affiancato da una nutrita squadra, dove figura anche il Freddy Rodriguez di Six Feet Under, e quindi tra il costo del team e quello della tecnologia, quella di Bull è un’attività che sembra riservata a clienti ricchissimi, che per non alienare il pubblico immaginiamo saranno per lo più innocenti. Tutto insomma più o meno già visto, senza che Rodrigo Garcia, regista del pilot, riesca a dare la minima personalità alla serie, buona al massimo per il pubblico di Rai2.

This Is Us

Drama su tre diverse famiglie, di cui non vogliamo rivelare il legame: la prima è un coppia in attesa di ben tre gemelli, la seconda è la famiglia di successo di un uomo afroamericano ossessionato dal ritrovare il padre biologico, che lo abbandonò presso una stazione dei pompieri; infine abbiamo i gemelli, Kate e Kevin, lei è obesa e frequenta un gruppo di aiuto dove si invaghisce di un uomo nelle sue stesse condizioni, lui è invece un attore dal fisico scolpito e che proprio per questo è protagonista di una sit-com mortificante. Prodotto da Fox ma trasmesso da NBC dal 20 settembre, This Is Us è un family drama multietnico e un po' nazionalpopolare nello stile, ideato dallo sceneggiatore Dan Fogelman, noto soprattutto per le sue collaborazioni con la Disney e la Pixar. I temi affrontati sono vari, dalla dipendenza per il cibo alla celebrità e dalla razza alla famiglia. Nel cast dove spicca il recente premio Emmy Sterling K. Brown di American Crime Story e tra gli altri interpreti segnaliamo Milo Ventimiglia e Chris Sullivan, reduce dal ruolo del barelliere forzuto di The Knick e qui ricoperto di ciccia prostetica.

Speechless

In onda dal 21 settembre su ABC, che l’ha coprodotta con Fox, Speechless racconta di una famiglia di classe proletaria con tre figli, uno dei quali affetto da paralisi cerebrale (come Stephen Hawking). La madre, interpretata da Minnie Driver, è un’entusiasta dal carattere fortissimo, che litiga contro le istituzioni per la mancanza di strutture adatte al figlio. Questi (interpretato da Micah Fowler, realmente affetto dalla malattia) ha un atteggiamento molto positivo alla vita, comunica attraverso una lavagna con un laser e fa amicizia con un afroamericano che si presta a fargli “da voce”. La comedy è ideata da Scott Silveri, già tra gli sceneggiatori di Friends e poi autore di Joey e di altri progetti meno fortunati, e sembra avere gli ingredienti giusti per conquistare il pubblico americano.

Designated Survivor

In occasione del discorso sullo Stato dell’Unione, in cui tutto il Congresso è riunito in un unico luogo, un segretario viene scelto e tenuto al sicuro come “sopravvissuto degnato” che garantisca la continuità di comando in caso di un catastrofico attentato. Ed è esattamente questo che accade in Designated Survivor, dal 21 settembre su ABC, dove Tom Kirkman, segretario allo sviluppo abitativo e urbanistico, si ritrova all’improvviso Presidente degli Stati Uniti e deve destreggiarsi con la più grande crisi di sempre, mentre l’agente dell’FBI Hannah Wells indaga sull’attentato e teme che le mosse dei terroristi siano solo iniziate. Pilot diretto senza gran fantasia da Paul McGuigan e cast ricco di volti noti: oltre al protagonista Kiefer Sutherland, troviamo Maggie Q, Natascha McElhone e Kal Penn. Kirkman si dimostra un presidente cauto con i suoi generali più bellicosi e allo stesso tempo fermo con gli ambasciatori stranieri. La serie risulta così autocelebrativa dell’America come sistema imperfetto ma temperato dal buon cuore dei suoi cittadini e comunque pur sempre superiore al resto del mondo, d’altra parte l’autore è David Guggenheim, già sceneggiatore di vari action thriller senza particolari sottigliezze.

Falling Water

Ideata da Blake Masters, autore di Brotherhood e reduce dal flop di Crossbones, insieme al recentemente scomparso Henry Bromell, scrittore e sceneggiatore che qui avrebbe debuttato anche come “creator”, Falling Water è emblematica del nuovo corso di USA Network, che in seguito al successo del cult Mr. Robot sta cercando di realizzare altre serie originali e di nicchia. Falling Water mischia molto spesso sogno e realtà, con visioni di una donna amata e sfuggente, di un bambino perduto e di una madre guarita dallo stato vegetativo che l’affligge nella realtà. Sequenze oniriche che non riescono però a essere inquietanti, come non sono avvincenti i personaggi, troppo generici e confusi. Potrebbe semplicemente richiedere un po’ di pazienza perché le cose prendano forma, ma fin qui, pur affidandosi alla regia di Juan Carlos Fresnadillo solo l’ultima sequenza risulta davvero affascinante e arriva troppo tardi. Il cast, forse perché non è aiutato dalla scrittura dei personaggi, stenta a lasciare il segno, e ancor meno convince la strategia della rete: perché lanciare un pilot da solo così traballante il 21 settembre se la serie partirà effettivamente solo il 13 ottobre?

Lethal Weapon

Remake seriale dell’omonimo film di Richard Donner del 1987 sceneggiato da Shane Black, Lethal Weapon aggiorna Martin Riggs facendone un reduce delle recenti avventure militari americane in Medio Oriente, ma in tutto il resto mantiene la dinamica tra il detective nero, che vorrebbe vivere con calma gli ultimi anni di carriera prima della pensione, e quello bianco con pulsioni suicide e dipendenza da adrenalina che ama cacciarsi nei guai. Estremamente sopra le righe, con tanto di inseguimento in mezzo a un gran prix, è prodotta da McG, che è anche regista del pilot, e interpretata dal comico Damon Wayans e da Clayne Crawford che in Tv si visto di recente in panni molto diversi in Rectify. Altri volti noti sono Jordana Brewster, ex Dallas, e Kevin Rahm, il Ted Chaough di Mad Men. L’autore è invece Matthew Miller, che ha alle spalle già diverse serie dei network come sceneggiatore e produttore, in particolare Human Target e Forever. Lethal Weapon, iniziato su Fox il 21 settembre, è sicuramente meglio dell’infelice rivisitazione di Rush Hour dell’anno scorso, ma i mezzi e gli interpreti della Tv ne fanno comunque una versione minore del film da cui è tratto e di cui pertanto non si sentiva il bisogno.

Qui gli altri articoli dell'osservatorio sulle nuove serie Absolute Beginners
(che fa parte della rubrica CoseSerie)

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