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LOOKING - Still Haven't Found What I'm Looking For
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Si è chiusa lo scorso 23 luglio con un Tv movie omonimo la serie Looking su HBO. Ideato da Michael Lannan, il drama aveva preso vita sulla base della sceneggiatura di un film (Lorimer, tratto da un omonimo corto autobiografico dello stesso Lannan) che l'autore ha riadattato in forma di pilot per la regia di Andrew Haigh, regista del cult gay Weekend.
Nel raccontare la vita di tre omosessuali a San Francisco, Looking ha da subito stentato con gli ascolti ed è stato spesso criticato come un prodotto un vecchiotto e un po' scontato. Il giudizio è forse ingeneroso, ma sbilanciare la storia sul più giovane Patrick (Jonathan Groff) con i suoi dilemmi di indecisione sentimentale non è stata una mossa che poteva conquistare originalità alla serie.

Fin dal principio sono sempre sembrati più interessanti gli altri due protagonisti, in particolare Dom (Murray Bartlett) coinvolto in relazioni adulte e con problematiche personali che esulavano dalla sfera strettamente gay, ossia trovare i soldi per mettere in piedi un piccolo locale specializzato nel pollo Peri Peri nell'affollato mondo dei ristorantini hipster di San Francisco. Inoltre Dom era portatore di una maggiore memoria della condizione omosessuale per ragioni anagrafiche e si relazionava con altri adulti, che a loro volta avevano un più complesso vissuto in quel mondo. Come Lynn (Scott Bakula), che non sa liberarsi dal ricordo del suo precedente compagno stroncato dall'AIDS, e l'amica eterosessuale Doris (Lauren Weedman), che incarna la figura della “fag hag” senza alcun complesso. Se pure in questo film conclusivo arriva a dire a Dom che avrebbe voluto i suoi bambini, il loro si evolve da un rapporto leggermente frustrato a una genuina e profonda amicizia.

Il terzo protagonista, Augustin (Frankie J. Alvarez), è stato nella prima stagione una figura piuttosto irritante - artista in crisi e autodistruttivo nelle sue sperimentazioni sessuali - ma per lo meno ha portato la serie ad esplorare situazioni meno sicure del semplice romance di Patrick. Inoltre con la seconda annata Augustin è entrato in una relazione con Eddie (Daniel Franzese), un “bear” sieropositivo, e si è prestato come volontario per insegnare a un gruppo di ragazzi trans in difficoltà, guadagnando quindi un po' di simpatia e anche maggiore spessore. Purtroppo la sua vicenda è stata anche quella più sacrificata e per esempio delle problematiche dei ragazzini trans non abbiamo mai visto un granché.

Tornando a Patrick, incarna il gay che ancora fatica ad accettare del tutto la propria sessualità e che vive piuttosto male il rapporto con la rigida madre, inoltre è il personaggio che svolge un lavoro cool, da silicon valley, ossia è un game designer. Al che sarebbe stato legittimo pretendere una qualche riflessione sull'eteronormatività dominante nel settore del gaming, rimasta direi taciuta. Anzi quando Patrick ha presentato a una convention un gioco a tematica gay, il suo progetto veniva attaccato come retrivo perché consolidava alcuni stereotipi della gay culture, come “fairy” e “bear”. Si trattava di una critica giusta e pure interessante, ma se il mondo del gaming viene limitato più o meno a quello rischia di passare per una cultura progressista e trasgressiva più che conservatrice e un po' reazionaria come è nella realtà (ovviamente con le eccezioni del caso). Anche su questo fronte insomma la vicenda di Patrick è parsa superficiale, a conferma che i limiti della serie sono stati soprattutto di scrittura.

A riscattare invece Looking è la straordinaria empatia di Andrew Haigh, la naturalezza con cui filma i corpi e il loro riflettere inestricabili grovigli sentimentali. La passione come la confusione, nei suoi episodi, hanno qualcosa di tangibile. Diverse puntate, tutte da lui dirette, rimangono infatti memorabili anche nel loro “minimalismo”: il quinto episodio della prima stagione in cui Patrick e Richie (Raúl Castillo) passano insieme un'intera giornata; il finale della prima stagione con la crisi delle varie relazioni dei protagonisti; la festa tra i boschi all'inizio della seconda stagione; un'altra giornata insieme tra Patrick e Richie, che sta iniziando la propria attività di barbiere itinerante; il viaggio a Modesto per il funerale del pare di Doris; il finale della seconda stagione con la separazione tra Kevin (Russell Tovey) e Patrick che stronca sul nascere la loro convivenza.
Ci piacerebbe poter includere anche il Tv movie conclusivo in questo elenco, ma si tratta invece della cosa forse più banale filmata da Haigh. Seppur emerge qualche buon momento di regia (per lo più nella tensione taciuta ma palpabile tra Patrick e Richie), questo epilogo non riesce però a spiccare il volo, inchiodato da una sceneggiatura che vuole dare un finale (non proprio ispirato per altro, sebbene trattare il matrimonio era forse inevitabile) alle vicende di tutti i protagonisti e quindi corre da una scena all'altra, soffocando il ritmo invece molto quieto e naturalistico che faceva la forza di Looking. Del resto resto una serie Tv non è un film, il respiro è differente e dunque quando si chiude con un Tv Movie è inevitabile che la matrice ne venga snaturata.


Qui i precedenti articoli della rubrica CoseSerie

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