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Amarcord (mio) de "La dolce vita" (1959)
di passo8mmridotto
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Visto e rivisto "La grande bellezza".

Prendo atto di quanto afferma Jay Weissherg su Variety: £ Un'intensa e sorprendente festa cinematografica". D'accordo. E' stato il trionfo, meritato, di Paolo Sorrentino, ma il vero protagonista, il grande dominatore è stato lui, Toni Servillo, nei panni del giornalista Jep Gambardella. Senza di lui, il film sarebbe stato una visita al giardino zoologico, e niente più.

AMARCORD (mio)

Avevo diciotto anni, quando Federico Fellini girò "La dolce vita". Follemente innamorato del Cinema, frequentavo Cinecittà per vedere da vicino attori e registi, e magari intervistarne qualcuno per il settimanale al quale collaboravo.

Volevo, fortissimamente volevo diventare sceneggiatore, e poi regista.

Partecipai alle riprese in interni grazie a un mio amico cagliaritano, Tito Buzzo, che era stato scritturato come comparsa.

Vedendo Gambardella dibattersi nell'oceano agitato della borghesia romana dei nostri tempi, mi sono riaffiorati i ricordi de "La dolce vita", e soprattutto la figura del giornalista Marcello (Marcello Mastroianni) anche lui venuto dalla provincia come Gambardella, con il distinguo che Marcello ha il compito di rappresentare una sorta di autobiografia del regista, neanche troppo nascosta come intenzione, che scarica su di lui e su altri ignari personaggi il pesante fardello dei fantasmi del proprio inconscio.

Fellini gira un film dissacrante, dove l'angoscia domina in ogni fotogrammo. Nel soggetto, scritto dallo stesso regista con la collaborazione di Tullio Pinelli e Ennio Flaiano, c'è il sadismo demolitore di qualsiasi speranza: si percepisce sempre più man mano che Marcello si addentra nelle pieghe di una borghesia malata e ormai destinata all'autodistruzione.

A ben guardare, nel mezzo secolo trascorso nulla è cambiato, se non in peggio.

Gambardella osserva, non commenta, non giudica, ma introietta nel suo corpo-robot tutta la tossicità di una società che non si rende conto di avere superato il punto di non ritorno.

Marcello, invece, parte per la sua avventura nel "mondo dei ricchi" quasi senza rendersene conto, vola su un elicottero che trasporta una grande statua di Cristo, e su questo inusuale evento dovrà scrivere un articolo.

La serata è dedicata alla caccia a qualche vip nei locali notturni, e in un night Marcello incontra una donna sola, in cerca di forti emozioni. Cercano una prostituta e vanno a casa di lei, un sottano  semiallagato, dove si uniscono carnalmente.

Marcello rincasa, in verità lo fa poche volte, e scopre che la donna con cui convive, Emma, ha tentato il suicidio.

La porta in ospedale. E' salva. Poi corre all'aeroporto di Ciampino per accogliere Sylvia (Anita Ekberg), una nota attrice che deve interpretare un film a Roma. In giro per la città, vanno alla cupola di San Pietro e poi a cena in un ristorante alle Terme di Caracalla, per finire a bagno nella fontana di Trevi.

La accompagna in albergo, in via Veneto, e viene aggredito dall'amante di Sylvia.

Marcello vede un uomo entrare in una chiesa: è Steiner, un intellettuale che conosce da tempo.

DISSOLVENZA

Marcello decide di appartarsi in una locanda in riva al mare, per scrivere i suoi articoli. Lì è attirato dalla innocenza e dal sorriso di Paola (Valeria Ciagottini), una ragazzina-cameriera. Quel sorriso sarà l'unico raggio di sole che illuminerà e cercherà di riscaldare l'esistenza di Marcello, sempre più oppresso da Emma, che oltre a essere bella è molto gelosa e possessiva.

DISSOLVENZA

Emma raggiunge Marcello, insieme a Paparazzo, perchè nella campagna circostante pare che alcuni bambini abbiamo "visto" la Madonna. Arriva tanta gente, ma scoppia un temporale, e la televisione riprende scene di panico e la fuga degli astanti. Alla fine, un malato in attesa di una miracolosa guarigione, viene ritrovato morto.

DISSOLVENZA

Marcello e Emma sono a casa di Steiner, per una serata mondano-culturale. Steiner è sereno, affettuoso nei confronti di sua moglie e dei suoi due figli.

DISSOLVENZA

Marcello, a questo punto del film, è a meta del guado. E' nauseato per quasi tutto ciò che gli accade intorno, ma non riesce a staccarsi da quell'ambiente che lo avviluppa inesorabilmente.

Una sera, in via Veneto, incontra suo padre, venuto dalla provincia per avere sue notizie.

Marcello, incarognito e ormai succube di quella sorta di autoconsolatoria trasgressione, lo conduce prima in un locale notturno e poi a casa di una prostituta. L'uomo si sente male e decide di ripartire subito, disgustato dal modello di vita scelto dal figlio per ritagliarsi un piccolo spazio nella società.

DISSOLVENZA

Altra festa, questa volta faraonica, in casa di certi amici aristocratici di Marcello. E altra litigata, questa volta ancora più furibonda, con Emma.

Decide di tornare da lei, per fare pace, ma una telefonata lo informa che Steiner si è suicidato, dopo avere ucciso i suoi due figli.

Seguendo Gambardella nella scena della terrazza dove sono riuniti tutti gli aristocratici e i debosciati facenti parte della storia di Paolo Sorrentino, assistiamo al più bello e terrifficante monologo - accusa mai visto sullo schermo.

Gambardella vuole uscire dall'incubo, si fa passare la nausea vomitando il suo pensiero a lungo represso sopra gli attoniti quanto spregevoli responsabili della corruzione e del marciume dell'intera umanità.

Marcello invece si reca a Fregene, dove partecipa a un'orgia in una villa. Si abbruttisce ulteriormente e si umilia, senza riuscire a staccarsi definitivamente da tanto squallore.

DISSOLVENZA

E' l'alba. Marcello e i suoi amici sono sulla spiaggia, dove giace un enorme pesce portato dai flutti.

Marcello rivede Paola, la ragazzina cameriera della locanda, che gli sorride e gli parla, ma lui non può capirla, a causa del rumore delle onde.

Resta il sorriso di Paola, che rappresenta il futuro sospeso tra il sogno e la realtà. Il film termina quì.

Così come "La grande bellezza" finisce con la barca che sinuosamente e lentamente risale il Tevere, nel silenzio che avvolge la bruttura di un mondo ormai condannato a essere fagocitato dall'ignoto universo, smarrito per sempre nel mistero delle galassie.

 

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