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B come b-movies. Locandine a confronto: da "Barbarella" a "Boogie nights"
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Ci sono artisti le cui creazioni vanno rimembrate e confrontate, affinchè luce sia fatta sulla loro originale produzione artistica, che il tempo ha nascosto sotto la polvere della dimenticanza. Allora, spolveriamo qui i manifesti cinematografici del pittore italiano Mario De Berardinis (La Spezia, 1931 - Roma, 1977), che tra gli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, e fino all’anno dell’improvvisa morte, collaborando con le più grandi case di produzione cinematografica, come la Dino de Laurentiis, la Paramount, la Warner bros, la Columbia, la Universal, la Filmar, PEA, PAC, INC e EURO, ha firmato diverse centinaia di locandine, da Barbarella di Roger Vadim a Suspiria di Dario Argento.

Non è un caso che la sua Barbarella sia al centro dell’immagine ideata per il manifesto italiano:

in piedi a gambe larghe, armata, pronta a far battaglia, con la forza erotica e seducente del suo corpo, oltre che con le armi galattiche, di cui è graziosa padrona.

Al suo confronto le spudorate pin-up, protagoniste lascive dei manifesti per i b-movies disegnate dall’artista giapponese Rockin’ Jelly Bean, sono figlie d’arte, che hanno ereditato la lezione stilistica e di vita dalle rivoluzionarie donne sessantottine: libere dalla cintura di castità che per secoli le ha condannate a servire un solo padrone, con grande consapevolezza della propria libido usano il loro corpo per addomesticare un uomo arrapato, assillato dalle curve su cui vorrebbe mettere le mani, sbavoso sui di lei seni gonfi, grossi e rotondi, dove stenderebbe il suo liquido seminale come su una tela.

Il problema con l'identificazione degli artisti che hanno dipinto i manifesti cinematografici italiani dell'epoca è che a volte ci sono pochissime informazioni su di loro, solo una firma, addirittura solo un segno, a volte solo un nome nell’elenco di un sito ufficiale dedicato alle locandine dei film. E, ohinoi, Mario De Berardinis è uno dei più sconosciuti illustratori italiani per manifesti, se non tra i cultori di b-movies, come il film di Hong Kong, Cinque dita di violenza, che appassionò gli italiani ai film di arti marziali, tanto da essere rieditato in sala, a partire dal 1973 fino al 1980 e, poiché la scena che più colpì il pubblico è quella in cui Tung Ling acceca Nam Kung Hsiu con un colpo a dita tese, fu dedicato un manifesto specifico, ritraente semplicemente un palmo aperto con due bulbi oculari in mano, dipinto proprio da Mario De Berardinis.

"Playboy" è stata la fucina delle illustrazioni di RJB, insieme alle illustrazioni della Kustum Kulture di Ed Roth e Von Dutch, che nei primissimi anni ‘60 risvegliavano le menti sedate dal perbenismo piccolo-borghese, e i sederoni sculettanti delle donne di Robert Crumb e quelle dominatrici di COOP. Lui è il creatore della fluorescente locandina di Boogie nights in vendita su ebay allo STRACCIATISSIMO prezzo di 1,320.00 dollari ;) Stampato in origine nella tiratura limitata di 335 copie, di 24cm x 36cm, all’allora costo di 50 dollari, faceva parte di una retrospettiva che nel 2013 la galleria Mondo di Austin, in Texas, ha dedicato al regista Paul Thomas Anderson. 

Di RJB, a differenza di Mario De Berardinis, è nota la fama e, addirittura, l’infamia!

Di Mario De Berardinis si sono finalmente raccolti i dipinti, realizzati per il cinema, in un blog curato dalla figlia, Valérie de Berardinis, “in seguito al ritrovamento di una grande parte della produzione originale di suo padre, conservata in famiglia”, come si legge all’indizzo web: http://mariodeberardinis.blogspot.it/ .

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