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Nausicaa della Valle del vento
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Nel 1984 ebbero inizio alcune delle serie storiche a noi più care con viaggi di guerrieri vagabondi, in deserti apocalittici, di scuole antiche (1) e tre ladre furbissime e abilissime in tuta latex (2) e ancora film di aliene in bikini tigrato (3) e sequel di magiche streghette cantanti in minigonna (4). Insomma si può dire che è stato un ottimo anno tra cui spicca un film di animazione che cinematograficamente parlando è arrivato in Italia con ben 31 anni di ritardo, insomma poteva andare peggio e non arrivare per niente.

 

Nausicaa della valle del vento

 

Dopo il flop commerciale di Cagliostro no shiro nel 1979 Miyazaki era rimasto con sporadiche collaborazioni con la Tms dedicandosi quindi alla realizzazione del manga Kaze no tani no Nausicaa per la rivista Animage, che iniziò la sua pubblicazione nel 1982, malgrado fosse un magazine dedicato all’animazione e per questo edito in formato A4 inconsueto per il manga, che di solito viene pubblicato su formato tankobon. Il successo del fumetto fu tale che la Tokuma Shoten editore della rivista iniziò a pressare l’autore perché ne fosse tratta una serie animata. Ma non fu così immediato visto anche le resistenze dell’autore. Miyazaki fu inaspettatamente chiamato dalla Tms a dirigere la serie televisiva Meitantei Holmes (Il fiuto di Sherlock Holmes) produzione italo-giapponese tra la Rai e lo Studio Rever da un lato e la Tms dall’altro, su un soggetto Marco e Gina Pagot tratto dalla saga di Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, con protagonisti cani antropomorfi. L’autore fu così costretto a sospendere il manga a seguito dello standard qualitativo della serie, ma dopo quattro episodi completati la serie fu sospesa per una questione di copyright. La Tms allora traslò Miyazaki su un’altra coproduzione, Usa-Giappone,  sul film Little Nemo ispirato al personaggio disegnato da Winsor McCay. Ma anche questo progetto incontrò non poche difficoltà sancendo sinonimo definitivamente la collaborazione con la Tms. Fu a questo punto che ripresa la pubblicazione del manga di Nausicaa, nel 1983, Miyazaki cominciò a lavorare al progetto di una serie animata convinto dall’insistenza del produttore Toshio Suzuki il più sincero sostenitore di Myazaki alla Tokuma e grazie al finanziamento della Hakuhodo la seconda agenzia pubblicitaria del Giappone.

Il soggetto di marcata matrice epico ambientalista come già quello della storica serie Mirai Shonen Conan (Conan ragazzo del futuro) del 1978 fu scritto da Myiazaki adattando e riducendo notevolmente la trama del fumetto, che avrebbe completato nel 1994.

 

Dopo 1000 anni dalla fine di un catastrofico conflitto globale conclusosi nei terribili sette giorni di fuoco. La Terra è un posto devastato desertico dove sorgono immense foreste di vegetazione tossica abitate da insetti giganteschi che le difendono inesorabilmente. I pochi abitanti sopravvissuti vivono in piccole comunità sempre in lotta nella difesa delle spore che distruggerebbero le coltivazioni. Nausicaa è la principessa del villaggio del vento, la quale è l’unica ad avere istaurato un rapporto di empatia nei confronti delle creature che popolano le foreste e l’unica in grado di placare la loro rabbia causata per lo più dall’uomo. Ancora però ci sono persone intese a dissotterrare le antiche armi che distrussero il mondo per eliminare le foreste e riprendersi il ruolo che gli spetta, sarà Nausicaa venuta a conoscenza del vero compito delle foreste a fare in modo di ristabilire l’armonia perduta tra l’uomo e natura.

L’anime risulta ampiamente semplificato rispetto al fumetto, e ciò sia per esigenze di adattamento, sia soprattutto perché realizzato dopo appena due anni dall’inizio del manga con nemmeno un quarto della storia realizzata. Dopo dieci mesi a ritmo serratissimo, Kaze no tani no Nausicaa uscì in prima visione in 90 sale in tutto il Giappone, e senza neppure una campagna pubblicitaria adeguata davanti ai cinema si formarono code lunghissime. Non solo la critica celebrò il successo del film ma Myazaki ottenne anche il premio internazionale dedicato alle opere di fantascienza e fantasy, ma fu anche acclamato dalla prestigiosa rivista Kinema Junpo, che fino a quel momento aveva snobbato l’animazione come mero fenomeno commerciale. I successi e i cospicui incassi del botteghino sommati alla successiva distribuzione in Vhs, consentirono a Myiazaki e a Isao Takahata, coinvolto nella realizzazione del film in veste di produttore, di fondare lo Studio Ghibli.

 

In Italia non ha avuto vita facile la distribuzione sia dell’anime che del fumetto è stato trasmesso in televisione nel gennaio 1987 su Rai 1 in una versione doppiata e triturata in quattro parti. Il fumetto arriva da noi invece per Granata Press nel 1993 in 23 volumi con copertine fantastiche, però non poteva andare tutto bene infatti con il fallimento della casa editrice l’ultimo volume stampato in pochissime copie è diventato da subito oggetto per collezionisti, io sono tra quelli che rimasi fregato. La lettura fu conclusa grazie ad un amico fiorentino che me lo prestò, poi sempre da lui uscì fuori una copia e la comprai, ora conservo la serie Granata come oggetto da collezione personale.

 

Impressioni cinematografiche

 

Allora parto dicendo innanzitutto non ho fatto a calci per entrare, come sempre nella mia zona non siamo in molti a condividere la passione cinematografica e quindi neppure per gli anime. I fattori possono essere individuabili in

  •         Non si conosce chi sia Nausicaa e quindi neppure chi sia Myiazaki e altrettanto lo Studio Ghibli, questo vi sembrerà strano ma sono molti quelli a cui non frega nulla e infatti eravamo veramente pochi.
  •         L’”evento” come dice Mazzarella in Film Tv n°41/2015 per tre giorni intra-settimana lavorativa risulta pesante, ve lo posso garantire perché pure io ho fatto fatica, ma ci volevo essere assolutamente.
  •         Anche il prezzo non facilita la visione 10 € francamente sono troppi. Abbiamo chiesto per anni le visioni di film memorabili al cinema, come i paesi anglosassoni che a differenza nostra fanno da tempo, e ora che li abbiamo si fanno pagare come un film del 2015 in 3D.

 

Il doppiaggio di Cannarsi, per quanto mi riguarda anche se sviluppato più coerentemente con la traduzione giapponese, come mi era successo pure per Princess Mononoke, risulta pesante, verboso, tedioso, tanto che fa rimpiangere i vecchi dialoghi arrabattati senza ne arte ne parte fatti fare da non si sa chi, ma ampiamente più facili di comprensione e aperti a tutti. Non solo a filo-letterati-filosofi e quanto altro.

 

Film visivamente stupendo e affascinante, non all’altezza però dei successivi film di Miyazaki e dello Studio Ghibli, sicuramente però dalla mia prima visione di qualche anno fa in dvx è tutt’altra storia avendolo visto ora su grande schermo. Ma rimangono a mio giudizio sulla mia precedente visione alcune prolissità che possono annoiare specialmente nei combattimenti e forse qualcosa si perde nelle spiegazioni effettive nei risvolti della giungla tossica. Forse sarà la riduzione forse sarà l’averlo visto dopo quasi l’intera filmografia dello Studio, ma rimane sempre l’impressione di incompiutezza, ma imprescindibilmente un’opera da vedere e da avere. Specialmente ora che è stata annunciata la data ufficiale dell’edizione Steelbook limitata, 11 novembre 2015.

 

 

Collezione personale - Nausicaa sull'M-02E - vinile

 

 

 

I miei disegni del 1996 (50x70 acquerello, carta) dalle copertine Granata

 

 

 

Bibliografia

 

Guido Tavassi "Storia dell'animazione giapponese. Autori, arte, industria, successo dal 1917 a oggi" Tunuè 2012

 

Voto ****

 

1 HOKUTO NO KEN - KEN IL GUERRIERO Toei Doga 109 episodi

2 CAT'S EYE - OCCHI DI GATTO Tokyo Movie Shinsha 37 episodi

3 HURUSEIYATSURA BEAUTIFUL DREAMER - LAMU' BEAUTIFUL DREAMER Kitty Film

4 MAHO NO TENSHI CREAMY MAMI - CREAMY L'ANGELO DELLA MAGIA. IL RITORNO DI CREAMY Studio Pierrot

 

Aggiornamento al 18 febbraio 2016

Solo adesso scopro dell'esistenza di un cortometraggio "Giant God Warrior Appears in Tokyo" (2013) in live action senza attori ma solo con la voce off femminile, che racconta dell'imminente arrivo nella città di Tokyo dei guerrieri umanoidi che distruggeranno la città. Il corto è il prequel che racconta dei "sette giorni di fuoco" solo mostrati nei titoli di testa dell'anime, realizzato con la collaborazione con lo Studio Ghibli, con logo di Totoro virato in rosso,  con il mechadesign dei robot curato dallo stesso Miyazaki. Mentre la regia è di Higuchi Shinji e Hideaki Anno nella realizzazione, quest'ultimo animatore per lo Studio in Nausicaa e creatore di Neon Genesis Evangelion, dove si dice che per gli stessi angeli si sia ispirato ai guerrieri colossali dell'anime di Hayao.

Anno cura la realizzazione del progetto prendendo come riferimento il genere "Tokusatsu", dei vecchi film (Godzilla)con effetti speciali degli anni 50/60. Quindi molti plastici evidenti nelle distruzioni ed effetti speciali che ad oggi fanno quasi accapponare per quanto il livello sia basso. Ma il progetto è interessante e altamente godibile e da vedere assolutamente. e comunque quando si rivede esattamente la stessa scena dei guerrieri che camminano tra le fiamme rioprendendo esattamente l'inizio dell'anime è una bella emozione.

 

Si può vedere con sottotitoli in italiano QUI.

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