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Il Semaforo - Numero 33
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Jennifer Lawrence

 

 

Il semaforo nasce come momento di pura evasione. Non c’è critica né approfondimento ma solo la sana e consapevole libidine di ciarlare del nulla, di sfogarsi di seguito ad un’intensa settimana cinematografica fatta di uscite in sala, film in televisione, dichiarazioni sui giornali ed inevitabili polemiche. Ogni fine settimana film o personaggi saranno presi di mira o premiati per qualcosa che li riguarda. Il meccanismo è semplice: tre semafori rossi per qualcosa da bocciare, tre gialli per qualcosa che ci ha lasciati perplessi e tre verdi per qualcosa da premiare. In più, ai semafori potrebbero aggiungersi anche due pass speciali, uno positivo chiamato All Access e uno negativo denominato No Entry, concessi in via del tutto eccezionale a chi si è distinto notevolmente per un verso o per l’altro. Nello spazio commenti, chiunque può contribuire a dire la sua durante l’arco della settimana e vedere il weekend successivo la propria osservazione passare sotto i riflettori per un confronto più ampio.

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Ho ucciso Napoleone: Luce Caponegro, in arte Selen, è stata una delle nostre pornostar più note al mondo ma ha abbandonato da tempo i riflettori dell'hard per tentare di ricostruirsi una nuoca carriera e immagine. L'ultimo film vietato ai minori risale al 2000 ma Selen, spesso definita l'unica erede di Moana Pozzi, è rimasta nei cuori di tanti. Dopo brevi apparizioni in Scarlet Diva, Zora la vampira e B.B. e il cormorano, adesso ritorna con un piccolo ma significativo ruolo in Ho ucciso Napoleone di Giorgia Farina, in uscita il prossimo 26 marzo. A Selen i nostri migliori auguri: reinventarsi è bello.

 

Marguerite and Julien: Ci sono temi che per le nostre società - e di conseguenza per la cultura cinematografica - sono considerati tabù e di cui difficilmente si parla. L'incesto è uno di questi e raramente capita di vedere sul grande schermo storie che vi siano basate. A rompere gli indugi con coraggio è la regista francese valérie Donzelli, pronta a sbarcare al prossimo Festival di Cannes con Marguerite and Julien, un drammatico racconto dei tormenti d'amore dei due fratelli francesi de Ravalet nella Parigi di inizio Seicento. 

Jérémie Elkaïm, Anaïs Demoustier

Marguerite and Julien (2015): Jérémie Elkaïm, Anaïs Demoustier

 

Diary of a Chambermaid: A proposito di coraggio, ne deve avere molto anche Benoit Jacquot, che ha deciso di confrontarsi con Le memorie di una cameriera, romanzo di Octave Mirbeau. La sua determinazione lo ha portato infatti a confrontarsi con le indimenticabili trasposizioni di due maestri agli antipodi come Jean Renoir e Luis Buñuel. Dalla sua ha però il fascino della lanciatissima Léa Seydoux, chiamata a rivestire i panni e il grembiule dell'ambigua Célestine.

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Angelica: C'è un film che più di ogni altro ha terrorizzato la platea maschile: Denti di Mitchell Lichtenstein. Del resto chi non temerebbe una vagina dentata? A 8 anni da quello che è a tutti gli effetti un cult, Lichtenstein torna dietro la macchina da presa e realizza il thriller gotico Angelica, in questi giorni presentato a Berlino. Tiepidissima però è l'accoglienza mediatica riservata all'opera, nonostante un cast di tutto rispetto.

 

 

Le dos Rouge: Nella sezione Forum del festival di Berlino farà la sua comparsa l'opera sperimentale di Antoine Barraud, un racconto tra arte e metacinema che ha per protagonista il regista Bertrand Bonello. Ciò ci serve per chiederci retoricamente se vedremo mai in Italia il suo Saint Laurent, opera che la Francia ha addirittura scelto per essere rappresentata agli Oscar di quest'anno. È veramente così scabroso come dicono?

 

Jennifer Lawrence: Non paga dello scandalo che qualche mese fa hanno suscitato le sue foto nuda hackerate e finite in rete, Jennifer Lawrence torna a far parlare di sé per motivi extracinematografici. Ha posato infatti nuda e con un boa per la celebre rivista Vanity Fair. Questi scatti ci fanno pensare che fin troppo presto l'abbiamo definita la nuova Meryl Streep...

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Prison System 4614: Nella settimana in cui tutto il mondo si diletterà a discutere di pratiche sadomaso per via dell'uscita scandalo di Cinquanta sfumature di grigio, a Berlino ci sarà da divertirsi con il documentario firmato da Jan Soldat. Sadico quasi quanto Seidl, Soldat è entrato tra le mura di una finta prigione in cui torture e sevizie sono, dietro pagamento, all'ordine del giorno. Quando si dice "non c'è mai fine alla perversione umana".

 

 

Fury: Ci risiamo. Torniamo a parlare per la terza volta dell'ultimo film con Brad Pitt. Come annunciato qualche semaforo fa in netto anticipo, il lungometraggio non è uscito nelle sale a causa del fallimento della Moviemax che avrebbe dovuto distribuirlo. Ora, però, se volete potete anche voi acquistarlo: la casa di distribuzione ne ha infatti messo in vendita i diritti ma non si conosce la cifra. Non è dato sapere invece che fine faranno le altre opere inedite della sua library: Vampire Academy, Third Person e The Zero Theorem.

 

Poltergeist: Vabbé, ditelo subito che avete esaurito la fantasia. Dopo i remake di Terminator, Dredd, La casa e Robocop, ora tocca a Poltergeist e prossimamente a Leatherface, già in prevendita all'EFM, il mercato di Berlino. I dejavù del già visto non sono una paura per i produttori americani, che non sapendo dove sbattere la testa pescano nei cult delle generazioni passate. Speriamo che non venga mai in mente a nessuno di realizzare un nuovo Shining.

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Il gesto delle mani: Dunque, la Berlinale è in corso e stando alla stampa italiana a parte Vergine giurata, Cloro, Short Skin e Torneranno i prati, non sembrano esserci altri titoli battente bandiera tricolore. Ci dispiace deluderli: ne esistono almeno altri tre inediti e uno omaggiato. Si tratta di Il gesto delle mani, Il segreto di Otello, Quando l'Italia mangiava in bianco e nero e La ricotta (di Pasolini). Forse un giorno ce ne parleranno e ce li faranno conoscere. Non dovrebbero forse i giornalisti offrirci panoramiche a 360° e non solo inutili discussioni sugli incassi della commedia italiana o sui minuti di fetish del blockbuster del momento?

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Salvatore Giuliano, Le mani sulla città: A poche settimane dalla scomparsa di Francesco Rosi e in concomitanza con l'omaggio riservatogli dalla Berlinale, Cinema Ritrovato riporta in sala i due capolavori restaurati del maestro, facendoli uscire lo stesso giorno. L'operazione, da molti vista come commerciale, era già programmata da tempo: da settembre sapevamo dell'uscita dei due film ad aprile, quindi non capiamo le critiche di speculazione avanzate da tanti. Semmai, ci auspichiamo che la Cineteca di Bologna continui a deliziarci con le sue seminali scelte di distribuzione.

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