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60 di questi ROWAN ATKINSON: compleanno di un grande artista
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6 gennaio 2015

Oggi quest'uomo diventa un sessantenne. E subito ad alcuni di voi verrà da dire: caspita, ma come passa il tempo! Avete ragione: sembrava l'altro giorno che faceva la sua prima apparizione sugli schermi televisivi di tutto il mondo uno dei character comici tutt'ora più famosi a livello planetario, Mr. Bean. Ma sapete com'è... Il tempo vola, quando ci si diverte...

Alt! Fermi un secondo. Fin da subito, vorrei chiarire che l'uomo di cui sto parlando non è Mr. Bean: si tratta del classico caso, soprattutto straniero (si pensi a Rocky/Sylvester Stallone) ma in taluni casi pure italiano (Fantozzi/Paolo Villaggio) per il quale la fama del personaggio supera e quasi sovrasta quella del proprio interprete. Ecco, questo tributo è rivolto all'interprete, al grande Rowan Atkinson. E infatti se avessi voluto festeggiare Mr. Bean avrei pubblicato questo articolo a Capodanno, sei giorni fa, quando è caduto il suo venticinquesimo compleanno.

E tranquilli, non ho nessuna intenzione di gonfiarvi con tediosi (oltre che futili) segmenti biografici copiati e incollati da Wikipedia: sarebbe un grossolano controsenso annoiarvi parlando di un comico... Il post che state leggendo ha solo l'umile fine di omaggiare un bravo attore, un arguto entertainer, un grande artista per tutto quello che mi ha regalato (anzi, ci ha regalato) in questo tempo, e magari, visto il periodo non tanto roseo, di farvi divertire almeno un po', nel vero spirito umoristico di Atkinson.

Quindi, che cali il sipario e inizi lo spettacolo! Buon compleanno, Rowan!

 

Come nacque quell'inglese che prende in giro gli Inglesi

Cominciamo il nostro viaggio proprio da lì, da quel giorno di Capodanno del 1990. Trovandosi seduti sul divano di una casa d'oltremanica e accendendo un qualsiasi apparecchio TV sul canale privato Indipendent Television (ITV), incapperemmo in questa: la mitica prima puntata di Mr. Bean.

 

Ciò che a noi, Italiani del futuro, salta subito all'occhio è il colore dell'auto di Bean: ma non era sempre stata tinta lime? In verità no, dal momento che questo primo episodio, incredibile ma vero, era un episodio pilota. Quindi non è così strano che certi connotati materiali del personaggio, tra i quali per l'appunto il colore verdolino della Mini, non abbiano ancora una loro precisa identità, o ancora non esistano proprio. E infatti, se notate, qui di Teddy non vi è neppure l'ombra. E nemmeno della celebre sigla dove lo sciocco personaggio precipita dal cielo.

Al di fuori di tutto ciò, da questa prima performance già emergono i tratti distintivi di Mr. Fagiolo: cinismo, arrivismo, cretinismo e infantilismo. E già emerge la sua intensa irriverenza: Bean (che in inglese per l'appunto significa "fagiolo") è infatti una stramba e stralunata parodia dell'Inglese medio, i cui difetti vengono portati all'ennesima potenza facendo così scaturire la risata.

 

Mr. Fagiolo diventa una serie

Dato il successo che questa puntata pilota ottiene, ne vengono, nell'arco complessivo di un lustro, girate molte altre, quasi tutte formate dall'unione di due o tre scenette che vedono il nostro imbranato personaggio in diversi luoghi, o alle prese con diverse situazioni.

Tra i tanti memorabili episodi, quello qui sotto riportato è davvero travolgente, anche se poco conosciuto. È il terzultimo della sit-com e  rasmesso nel 1995, ed è il terzultimo della sit-com. Il titolo è Tee Off, Mr. Bean. Prima parte: Mr. Bean in lavanderia. Seconda parte: Mr. Bean e il minigolf. Da non perdere il cinico (ma tutto meritato) dispetto al giovane bullo.

Ecco infine una chicca d'archivio per chi ama l'umorismo distruttivo di Mr. Bean: si tratta di uno spezzone (dal titolo The library) particolarmente spassoso, girato per la serie ma mai andato in onda né in Inghilterra né in Italia. Buona visione!

 

Atkinson e il cinema: primi approcci e consacrazione

Già famoso come comico nel Regno Unito, Atkinson quindi si guadagna una prima comparsata nel mondo del cinema: siamo ancora nei primi anni Ottanta, e il film è Mai dire mai (1983), che vede un ritorno non ufficiale di Sean Connery nel ruolo che lo ha reso popolare.

Per il primo ruolo un pochino più importante deve attendere il 1987, anno in cui l'amico Mel Smith esordisce alla regia con il divertente Due metri di allergia e lo chiama per includerlo nel cast. Nel 1990, poco prima del clamoroso successo in TV, ha un ulteriore cameo in Chi ha paura delle streghe? di Nicolas Roeg, rivisitazione in chiave horror di Le streghe del grande scrittore danese Roahl Dahl.

E siamo arrivati al momento in cui, dopo un microruolo in Hot shots! 2 (1991), una breve ma irresistibile apparizione in Quattro matrimoni e un funerale (1994) scritto dall'amico di sempre Richard Curtis e una piccola esperienza di doppiaggio per il Classico Disney Il Re Leone (è lui che da la voce a Zazu!), Atkinson approda finalmente nei cinema da pieno protagonista con una pellicola leggera e scacciapensieri da lui sceneggiata con Curtis e Robin Driscoll, diretta da Mel Smith e arricchita da belle musiche di Howard Goodall. A sorpresa, come si evince vedendo questa clip, il film alla semplice raccolta di gag preferisce un registro da commedia per famiglie.

E la scelta si rivela indovinata, tant'è che Mr. Bean  L'ultima catastrofe (1997) frutta una valanga di denaro in tutto il mondo consacrando il talento del comico inglese in maniera decisiva.

 

Gli anni 2000 di Rowan

Dopo un'altra breve sfilza di piccoli ruoli – memorabile il perfido Emile Mondavarious nel film Scooby-Doo (2002), forse meno la partecipazione al collettivo Rat Race (2001) di Jerry Zucker –, Atkinson ritorna in grande spolvero con una frizzante parodia del mondo spionistico di 007, con il bravo Peter Howitt in cabina di regia.

Tale parodia, che come il suo imbranato e maldestro protagonista si chiama Johnny English, raggiunge un elevato livello di popolarità, specie per il fatto che segna il (riuscito) distacco dell'attore dalla silent comedy. Varie sequenze d'azione degne degli stessi film di Bond sono unite a una verve irrestisibile che unisce comicità mimica e verbale, vecchia e nuova, slapstick e giochi di parole.

Seguono quindi un carino cameo in Love Actually  L'amore davvero di Curtis e l'interpretazione di un prete protestante dall'aria bizzarra in La famiglia omicidi (2005), commedia dal cast all british pervasa di humor nero e ispirata ad Arsenico e vecchi merletti di Frank Capra.

Dieci anni dopo le sue ultime peripezie, Mr. Bean fa poi ritorno in un sequel alquanto gradevole, il quale presenta però un personaggio diverso da quello nato più di un quarto di secolo prima: comunque spassoso, ma meno corrosivo dal punto di vista satirico. Ciò nonostante, come dichiarato dallo stesso Atkinson, il fatto che col tempo certi personaggi cambino è inevitabile, quasi naturale: spesso infatti l'invecchiamento e la maturazione dell'interprete coincidono con quelli della sua maschera. Ma niente paura: Mr. Bean's Holiday (2007), diretto da Steve Bendelack, strappa lo stesso più un sorriso, e sa catturare lo spettatore a colpi di paesaggi e atmosfere francesi di campagna e di città.

In realtà, il ritorno di Bean al cinema è preceduto, nel 2004, da una simpatica serie animata: eccone un piccolo assaggio per chi non la conoscesse.

Chi, durante una torrida sera d'estate, non è stato almeno una volta tormentato da un'insetto, mosca, zanzara o calabrone che sia? Questa scenetta, scritta da Jon Canter, mette in burla proprio tale tragicomica situazione.

Da notare che il Bean disegnato ricalca la somatica dell'attore, e che i comprimari principali differiscono da quelli della serie live action. sottofondo musicale di Howard Goodall.

 

Attività più recenti

Ultima fatica cinematografica di Atkinson è il seguito di Johnny English, lungometraggio che ancora una volta sbanca i botteghini. Più incentrato sull'azione che non sullo slapstick, Johnny English  La rinascita (2011) di Oliver Parker è meno riuscito del primo capitolo ma vanta trovate ugualmente spiritose, come quella del veloce inseguimento a piedi tra i tetti di Macao.

La scena sottostante doveva inizialmente rientrare nella parte centrale del film, ma è stata (per me ingiustamente) tagliata e successivamente piazzata nel mezzo dei titoli di coda. Per chi se la fosse persa, buon appetito!

Nel 2012, Atkinson prende poi parte alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra, assieme a uno stuolo di altri V.I.P. inglesi tra i quali Daniel Craig.

Tale importante occasione è ad oggi l'ultima, in ordine di tempo, apparizione pubblica di Rowan.

 

Progetti futuri

È ormai confermato ufficialmente che Rowan Atkinson vestirà presto i panni del celeberrimo commissario Maigret in due film per la televisione prodotti dalla rete inglese ITV. Essi saranno tratti da due libri del compianto Georges Simenon (lo scrittore belga creatore del famoso personaggio) e sceneggiati da Stewart Harcourt.

La produzione aprirà i battenti a settembre 2015, e i due lungometraggi TV dovrebbero essere trasmessi nel Regno Unito già in primavera 2016. Da noi probabilmente arriveranno in chiaro nel 2017. L'attore si è subito detto entusiasta del progetto, anche perché non vede l'ora di tornare a lavorare per il mondo che a suo tempo lo ha lanciato, quello della TV.

 

Gran finale

Per concludere in bellezza il tributo al grande Rowan, vi propongo un arguto sketch intitolato Battute mortali, , tratto da uno spettacolo teatrale del 1992 e permeato da una comicità nera fortemente british. Da schiattare dal ridere!

Nella speranza che continui a regalarci risate almeno per altri miliardi di anni, auguro col cuore a Rowan Atkinson un sereno e felice sessantesimo compleanno. Happy birthday, dear Rowan!

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