Chris Kyle sarebbe stato solo uno dei milioni di veterani che hanno servito gli Stati Uniti se non fosse stato per un semplice dato statistico che lo ha visto, durante la guerra in Iraq, diventare il cecchino più letale della storia delle forze armate statunitensi. A lui è dedicato American Sniper, la nuova fatica da regista di Clint Eastwood, in uscita il prossimo 1° gennaio e ispirato all'esperienza di Kyle in guerra e alle difficoltà del suo ritorno a casa.
Sebbene consapevoli della sua storia militaresca, i realizzatori di American Sniper hanno però voluto guardare a Chris Kyle da un'altra prospettiva. Quella dell'uomo chiamato a fare i conti con se stesso e con la propria ordinaria esistenza, come sottolinea Eastwood: «Ho già realizzato dei film di guerra ma American Sniper è qualcosa di diverso. Si tratta di un racconto su due differenti piani: da un lato abbiamo Chris come soldato in guerra e dall'altro abbiamo Chris come uomo alle prese con gli aspetti personali e intimi della sua esistenza. La sua vicenda mostra il prezzo che la guerra fa pagare ai soldati in missione sia in prima persona sia per le ricadute che il pericolo e il dolore (di cui si è testimoni e di cui non ci si libera) hanno su tutte le loro famiglie. È bene ricordare che si gioca con le vite quando qualcuno viene inviato in guerra e bisogna riconoscere i sacrifici che si fanno».
Bradley Cooper, che interpreta il ruolo del protagonista e che ha anche prodotto il film, aggiunge: «In un certo senso quella di American Sniper è una storia universale di ciò che gran parte dei veterani devono vivere sulla propria pelle, dividendosi tra la devastazione delle zone di guerra e il loro ritorno a una vita normale: un argomento molto commovente per me. Ho apprezzato che non si trattasse di un film di guerra ma che fosse più che altro l'approfondimento di una personalità. Del resto, se si guardano i film di Eastwood come Gli spietati, Gran Torino o Lettere da Iwo Jima, ci si rende conto che, nonostante gli sfondi diversi, non sono altro che uno studio di personalità complesse. Di conseguenza, chi meglio di lui avrebbe potuto raccontare questa storia in maniera sincera e cruda? Chi meglio di lui oggi sa esplorare la natura degli uomini per cui violenza e giustizia diventano qualcosa di inesorabilmente intrecciato? Chris non era un uomo violento, tutt'altro. Ma, se richiesto, non si tirava indietro al suo dovere, credendo nella causa americana. Il suo eroismo non è dipeso dal numero di persone che ha ucciso ma dal modo in cui è stato in grado di affrontare le profonde ferite che la guerra ha lasciato in lui e nella sua famiglia».
American Sniper è basato sull'omonimo libro che Chris Kyle ha scritto con Scott McEwen e Jim DeFellice per liberarsi dei fantasmi del passato. Sopravvissuto a quattro missioni in Iraq, Kyle non ha mai smesso di credere nei tre principi cardini della sua esistenza: Dio, la Patria e la Famiglia. Tre mantra che, però, non lo hanno salvato dalla morte, sopraggiunta in maniera tragica il 2 febbraio 2013 in un poligono del Texas: non lontano da casa, Kyle venne ucciso da un colpo sparato da un veterano che stava cercando di aiutare a riprendersi dallo stress post traumatico da guerra.
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