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Roma 2014: Giorno 2
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A Festival avviato iniziano a sorgere i problemi di Roma 2014. Nel silenzio generale, ad esempio, è saltato definitivamente un film previsto nella sezione Gala: il thriller/noir The Dead End di Cao Baoping. La proiezione stampa era prevista due giorni fa ma dell'opera non si è vista neanche l'ombra mentre l'ufficio stampa internazionale del film ha provveduto a ritirare il presskit della stessa: al momento, nessuna spiegazione chiarisce quello che è destinato a diventare un piccolo mistero.

Un secondo problema, invece, è dato dai film in concorso. Ieri sono passati The Narrow Frame of the Midnight di Tala Hadid e The Lies of the Victors di Christoph Hochhäusler e nessuno dei due sembra aver lasciato il segno sul nostro Pazuzu: mentre il primo «ha la pretesa di voler apparire profonda, ma pecca di approssimazione mostrandosi reticente sotto diversi profili: lo scavo psicologico latita, il ritmo è soporifero, e di tensione narrativa non v'è nemmeno l'ombra, nello spettacolo respingente e fine a sé stesso di un quasi road movie maldestro che viaggia privo di direzione e lambisce temi anche piuttosto forti senza mai affondare il colpo né dando la sensazione di volerlo fare», il secondo «si risolve in un'operazione ardita che sarebbe ottimistico definire riuscita, perché se è vero che il racconto parte bene e altrettanto bene si sviluppa - mostrandosi teso e preciso - per buoni tre quarti, è vero altresì che a mezzora dal termine, quando i nodi dovrebbero venire al pettine, qualcosa si rompe, la tensione mostra la corda, ed alcuni espedienti narrativi altrimenti inutili (come il diabete del protagonista e la sua mania per il gioco d'azzardo) si rivelano maldestramente funzionali ad un epilogo reticente, trasformando quello che aveva tutti i crismi per essere un ottimo thriller complottista in un ennesimo esempio di film discreto che s'infrange sull'ultimo ostacolo».

Per fortuna, è andata meglio a Steno79, che ha seguito fuori concorso Still Alice di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, considerato dopo il suo passaggio a Toronto uno dei film più lanciati verso la notte degli Oscar 2015 per le categorie attoriali: «Julianne Moore domina la scena con indubbia bravura e meriterebbe senz'altro un Oscar, considerate le occasioni passate in cui la statuetta le è stata ingiustamente negata; nel cast di supporto si distingue un Alec Baldwin piuttosto intenso e un discreto contributo della citata Stewart e di Kate Bosworth nel ruolo di un'altra figlia. Cinema che intende scuotere la coscienza dello spettatore e ci riesce, a costo di qualche didascalismo», sancisce la sua recensione.

 

 

 

Il secondo giorno del Festival si presenta ricco di proiezioni ed eventi. Alle ore 19.30, la sala Santa Cecilia ospiterà (nella linea di programma Gala e in collaborazione con Alice nella città) la prima europea di Trash, il nuovo lavoro del pluripremiato cineasta inglese Stephen Daldry, autore di alcuni dei film più amati dell’ultimo decennio, tutti candidati all’Oscar. Alle 22.30, sempre alla sala Santa Cecilia, si terrà la proiezione di Buoni a nulla, la nuova commedia firmata da Gianni Di Gregorio. Il regista e sceneggiatore romano, dopo il successo ottenuto con Pranzo di ferragosto e il successivo Gianni e le donne, porta al Festival il suo terzo lungometraggio: «Sono sempre stato uno di quelli che, per quieto vivere o chissà, tende ad accettare le decisioni degli altri, a subire scuotendo la testa, a non riuscire a dire di no. Spesso ho pensato: potrò mai cambiare? Ho cercato con questo film di capire se davvero, impegnandosi, si possa cambiare questa natura e imporsi per reagire, adeguandosi a quei parametri contemporanei che ci vogliono rampanti e vincenti. Nella ricerca fatta nel film credo infine di non averlo capito e di avere ottenuto un risultato nettamente comico. Ci vorrebbe, come in tutte le altre cose, un sano equilibrio. Ma la vita è più complessa», dice De Gregorio a proposito della sua ultima fatica, in sala dal 23 ottobre.

Alle ore 19 nella Sala Sinopoli, il regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico Takashi Miike, definito da Quentin Tarantino “uno dei più grandi cineasti viventi”, riceverà il Maverick Director Award. Dopo la premiazione, Miike – adorato da milioni di giovani spettatori in tutto il mondo per lo stile innovativo, provocatorio, estremo, ironico delle sue pellicole – presenterà in prima mondiale il suo nuovo film, As the Gods Will. Alle ore 22, nella stessa ala Sinopoli, nella linea di programma Mondo Genere, avrà luogo la proiezione di A Girl Walks Home Alone at Night, lungometraggio di esordio della regista, scrittrice e artista Ana Lily Amirpour, giovane cineasta iraniana-americana che realizza il primo vampire-western califonrniano, ambientato in una città fantasma, con una colonna sonora che unisce il pop iraniano e la musica country statunitense.

Alle ore 20 presso la Sala Petrassi, sarà la volta di Last Summer di Leonardo Guerra Seràgnoli, regista, produttore e sceneggiatore di diversi cortometraggi presentati in numerosi festival internazionali di cinema. Con il suo primo lungometraggio, l’autore racconta il dramma familiare di una madre che ha perso la custodia del figlio: prima di dirgli addio dovrà trascorrere quattro giorni sulla barca a vela dell’ex marito, una “prigione dorata” in mezzo al mare: «Con il film volevo indagare la possibilità dell’inizio di un rapporto nella sua fine; raccontare il travaglio di un riavvicinamento. La lotta di potere in cui lo squilibrio di determinate dinamiche sociali rende difficile mantenere intatta la propria identità. Un microcosmo inaccessibile che è luogo di isolamento e coercizione permeato da sentimenti di disorientamento e sconfitta. Una riconciliazione catartica tra il presente e il passato che permette d’imparare a parlare con la propria voce; d’imparare a essere di nuovo madre e figlio, per la prima e ultima volta. Un viaggio in cui quando tutte le difficoltà ingombranti lentamente scompaiono, la mente lascia spazio a sentimenti primari. E nel loro perdurare, la speranza di cambiare il corso degli eventi futuri».

 

 

 

In Sala Sinopoli, alle ore 17, per la linea di programma Cinema d’Oggi, verrà proiettato in prima europea Lulu, di Luis Ortega, “enfant prodige” del cinema argentino che ha realizzato il suo lungometraggio d’esordio, Caja negra, a soli 19 anni, presentando successivamente Monobloc ai Festival di Toronto, San Sebastian e Locarno. Lulu è la storia di amore nato nelle strade tra due persone che vivono ai margini della società, in un contesto di rabbia, rifiuto e violenza.

In Sala Petrassi, alle ore 16, avrà luogo la proiezione di Il mio amico Nanuk di Brando Quilici, noto autore di programmi per National Geographic e Discovery Channel, e Roger Spottiswoode, montatore e regista. Il film, evento speciale in collaborazione con Alice nella città, mescola la brutale bellezza del paesaggio artico canadese e la dolcezza dell’amicizia tra un cucciolo di orso polare e il piccolo Luke, alla ricerca di un modo per ricongiungerlo alla madre dalla quale è stato separato. «Il mio amico Nanuk affronta queste grande questioni ma è soprattutto una piccola e intima analisi di come un ragazzino e un cucciolo vengono messi a dura prova dagli elementi naturali. Non potendo più fare a meno l’uno dell’altro, riusciranno a sopravvivere in questi spazi immensi, in mezzo a paesaggi mozzafiato di una bellezza straordinaria. E io ho voluto sottolineare i contrasti tra l’intimità e l’immediatezza di un piccolo film incentrato su un solo personaggio e la maestosità del paesaggio artico», nota Quilici.

 

Il mio amico Nanuk (2014): Trailer ufficiale italiano

 

 

Da segnalare inoltre per la sezione MaXXi che alle 19.30 verrà proiettato il film Io, Arlecchino, esordio alla regia di Giorgio Pasotti. L’autore si serve di una delle più celebri maschere di sempre per raccontare come il teatro, il più antico medium del mondo, possa ancora essere un “software” di alta densità per sogni e bisogni di chiunque viva, oggi, connesso a uno schermo. Dopo la proiezione il regista converserà con l’attore Roberto Herlitzka e il pubblico sui temi della recitazione, della tradizione e dei nuovi linguaggi. Il programma di Alice nella città prevede infine la proiezione di The Knife That Killed Me di Kit Monkman e Marcus Romer (ore 11 Sala Santa Cecilia).

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