Quando mi emoziono balbetto.
Credo di aver balbettato tantissimo quando ho risposto al telefono a Giorgio Colangeli (di cui ho riconosciuto immediatamente la voce), un attore che seguo e ammiro da tanti anni, pasticciando e impappinandomi dandogli del “lei” e del “tu” in maniera confusa. Ma Giorgio Colangeli mi ha messo subito a mio agio: “dammi tranquillamente del tu”.
L'opportunità di parlare con un attore dall'esperienza di Colangeli, per chi ama il cinema come me (come molti di noi), è unica, da non sprecare.
Avendolo visto ultimamente nel film “Sogni di Gloria”-2013 di Patrizio Gioffredi, mi viene spontanea la prima domanda da fargli.
Com'è stato interpretare il “romano cattivo” - e accattivante - in un film tanto toscano? Cosa ti ha incuriosito in un progetto così indipendente come “Sogni di gloria”?.
Intanto mi è piaciuta molto la sceneggiatura, l'operazione etnica, in cui il Cinese diventava il pupillo e il Romano il nemico, è una storia spiazzante, mi incuriosiva molto.
In più mi sono piaciuti subito i dialoghi, che non erano solo un pretesto per “lanciare” la battuta, ma che aprivano ad una familiarità tipica della commedia, con tutto un corollario di bravi attori - oltre il Monni - che hanno contribuito alla buona riuscita del film. Dico commedia... da distinguere dai “film dei comici”.
Bella questa definizione “film dei comici”... la condivido.
Guarda, anche quando ero più giovane, non sono mai stato attratto dai film che avevano come fulcro il personaggio del comico del momento. Questi tipi di film non hanno necessità di una storia strutturata, si avvalgono solo di una buona spalla che permetta al comico di dire le battute, di fare lo sketch. La commedia è una cosa più complessa, non ci devono essere “spalle” ma personaggi, una storia e l'ambiente. La commedia rappresenta quello che siamo, ha un respiro narrativo più ampio. A me piace andare al cinema e lasciarmi trasportare dalla magia del film, e ridere - anche amaramente - quando mi riconosco in quello che vedo. La commedia è come una sorta di radiografia di ciò che siamo in fondo.
Nel film “Sogni di gloria” ci sono tutti gli elementi della buona commedia. Inoltre - devo aggiungere - che mi sono trovato molto bene sul set, con tutto il collettivo John Snellinberg, un gruppo di giovani con le idee chiare.
Quello che mi ha sempre colpita nei tuoi ruoli è la grande professionalità, non sei solo un caratterista, i tuoi personaggi hanno sempre uno “scheletro” sono più complessi. Hai mai pensato di meritare più spazio per i tuoi ruoli? Oppure hai dato il massimo anche nelle parti più “piccole” (mi viene in mente il personaggio del padre ne “La doppia ora”-2009 di Giuseppe Capotondi).
Sarei falso se dicessi che non ci sia frustrazione quando la parte che mi viene offerta è molto piccola. Ma ho comunque sempre cercato di fare cose che mi piacciono, anche se piccole. Certo il mio è un mestiere, e, come in tutti i lavori, in alcuni casi si scende anche a dei compromessi. Ho fatto cose che mi hanno dato molta soddisfazione, altre hanno fatto parte di un percorso lavorativo. Faccio l'attore perché mi piace. Mi piace misurarmi sempre conoscendo persone nuove, nel concreto, lavorandoci assieme. Posso dire con orgoglio di conoscere molti giovani registi. Mi piace girare i cortometraggi proprio per capirne i valori, le capacità.
A proposito, mi viene in mente che a breve comincerai le riprese del primo lungometraggio di Piero Messina: “L'attesa”. Con questo regista avevi precedentemente girato un corto: Terra-2011.
Piero Messina è uno di quei registi che promettono bene, sono molto contento di cominciare questo nuovo film. In verità io con lui ho girato due corti Terra - al quale “L'attesa” in qualche modo si ispira - e “La Porta” un piccolo film di 9 minuti.
Ne “L'attesa” reciterai accanto ad una attrice straniera molto prestigiosa, Juliette Binoche.
Sì, devi sapere che Juliette Binoche era nella giuria di Cannes (la 65° edizione del 2012) quando Terra fu presentato in concorso nella sezione “cinéfondation”. Ha apprezzato molto il lavoro di Piero Messina proprio in quella occasione. Spero che la presenza della Binoche nel nuovo film possa dargli un respiro più internazionale, una visibilità maggiore.
Anche in questo caso il gruppo di lavoro di Messina è ottimo, e la sceneggiatura del film è stata scritta a 4 mani insieme a Ilaria Macchia, Andrea Paolo Massara e Giacomo Bendotti con il quale aveva già scritto “Terra”.
Quando iniziano le riprese del film? Che ruolo avrai?
Ho il terzo ruolo di secondo piano. Le riprese dovrebbero cominciare a fine luglio e durare circa 8 settimane. Si gira in Sicilia, la storia è ambientata in una antica villa a Palermo o Catania, ancora non lo so.
Quando hai avuto la prima occasione per una parte da protagonista? E' stata una svolta nella tua carriera o solo una tappa di un lungo percorso?
Il primo ruolo più “consistente” l'ho avuto in una commedia di Davide Cocchi, “Ogni volta che te ne vai”-2004, in cui interpretavo il padre romagnolo di Fabio De Luigi. Ma il ruolo che più mi ha dato soddisfazione, al quale tengo tantissimo, nel quale penso di aver dato il meglio di me è ne “L'aria salata”-2006 di Alessandro Angelini. In quel film ho incontrato finalmente il “mio” personaggio, quello giusto.
Però, devo essere sincero, non mi sono mai posto il problema “di arrivare”.
Quando ho cominciato la mia carriera nel cinema non mi sono dato degli ultimatum tipo “se entro 5 anni non sfondo mollo tutto”. Semplicemente mi piace quello che faccio e non ho nessuna intenzione di smettere di farlo. Il mio è un lavoro che mi permette di conoscere cose e persone nuove, mettermi sempre alla prova. Semplicemente mi piace.
In effetti la tua carriera cinematografica inizia relativamente tardi. E' stata casuale? Come hai cominciato?
Ho cominciato a fare teatro per ragazzi nel 1974, ed allora non pensavo di fare altro nella vita. Alla fine degli anni '80 però mi sono reso conto che ero arrivato al massimo delle mie possibilità lavorative, ero arrivato al così detto “soffitto di cristallo”, dovevo passare al cinema o alla televisione, altrimenti mi sarei arenato. Fu alla fine di una tournée teatrale con Nino Frassica (all'epoca famosissimo per via del suo successo televisivo con Arbore) che mi resi conto che dovevo fare una scelta, prendere una svolta. All'epoca Ettore Scola aveva inaugurato “Il piccoletto di Roma” (interessante progetto di un Teatro stabile sulla lingua romana in trasformazione), e io ero in scena con un testo di Silvia Scola -Telefonami in teatro - ambientato in una cabina telefonica (sembra di parlare di periodi preistorici.... “quando c'erano le cabine telefoniche”). Ovviamente in sala c'era il padre, Ettore Scola, che mi vide e mi inserì nel cast de “La cena”-1998.
Avevo un piccolo ruolo, ma su quel set ho conosciuto il cinema vero, quello più prestigioso. Avevo la sensazione di stare facendo qualcosa di importante, di fare parte di qualcosa di grosso.
Sei stato anche premiato con il nastro d'argento per quel ruolo...
In effetti era un premio collettivo dato a tutti i ruoli maschili presenti nel film, perché il film era corale, non c'era un vero e solo protagonista. Prendere, col mio primo film, un premio insieme a Gassman e Giannini... beh, è stato molto bello.
Non puoi capire che bella atmosfera ci fosse sul set, sentire i racconti di grandi attori e registi che passavano di lì. Posso dire di essere stato fortunato ad avere incontrato il bel cinema italiano.
E oggi, domani? Cosa stai facendo? So che lavori molto....
Guarda... prima mi hai detto che ti è piaciuto molto il film “Isole” di Stefano Chiantini (sì, credo di averglielo detto all'inizio della telefonata, quando balbettavo cose confuse). In questi giorni sarò proprio nelle zone di Chieti sul set del nuovo film di Stefano Chiantini, “Storie sospese”. Il film riprende un po' le vicende di un suo lavoro precedente “Una piccola storia”-2007. Anche questo sembra essere una bella storia con un cast molto ricco di bei nomi: Maya Sansa, Marco Giallini, Alessandro Tiberi, Sandra Ceccarelli... insomma promette bene anche questo film.
Con Giorgio Colangeli si chiacchiera molto. Conosce bene la zona dove abito perché ha girato due film nel paese accanto al mio, e spera di poterci tornare presto per una piccola vacanza.
Si parla dell'importanza del ritorno delle monosale cinematografiche nelle città e nei paesi, anche in quelli piccoli come il mio.
Mi da alcune dritte su titoli interessanti, che mi sono ripromessa di vedere al più presto.
Lo posso dire? Una persona squisita, gentile, disponibile e generosa a raccontarsi, ma anche ad ascoltare. Sono contenta di averla conosciuta.
Ringrazio moltissimo i John Snellinberg, Patrizio ed Elisa soprattutto, che hanno reso possibile questo incontro e quindi la chiacchierata che ne è seguita.
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