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Supereroi al cinema: fenomenologia di un genere a tutti gli effetti - parte IV
di scandoniano
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Il 2005 è l’anno dei prodotti originali: insieme al citato Sin city (Robert Rodriguez e Frank Miller, 2005), pescando dall’interessante accoppiata DC Comics-Vertigo viene messo su pellicola V per vendetta (James McTeigue, 2005), prodotto che pesca in parte dalla storia britannica, in parte dalla leggenda e che certamente cala nell’attualità più viva un tema, la corruzione politica, in un mix talmente ben realizzato da creare un franchise in piena regola ed il rafforzamento del fenomeno del cosplayer…

Eppure, nonostante i film citati, il 2005 è l’anno del riscatto DC Comics: affidato al talentuoso Christopher Nolan, con un casting di prim’ordine, una sceneggiatura invidiabile ed una crew tecnica da rabbrividire, parte finalmente il reboot dell’uomo pipistrello con Batman begins (Christopher Nolan, 2005). Si tratta del primo capitolo di una trilogia che cambierà la storia del cinecomic, affrontando la nascita del personaggio (e forse ancor più del suo alter ego Bruce Wayne) e il suo sviluppo psicologico e personale, mettendo un punto fermo sulla volontà della DC Comics di veicolare l’anima dei propri personaggi.

Intanto la Marvel mette a segno un altro colpo al botteghino, rimpinguando la saga dei mutanti con X-men - Conflitto finale (Bratt Ratner, 2006), il terzo capitolo che chiude una trilogia fino a qui regolare sul piano cronologico della successione degli eventi. A parte questa trasposizione, sono comunque Batman e Spider-man ad accentrare l’attenzione degli ormai milioni di appassionati del genere: arrivano Spider-man 3 (Sam Raimi, 2007) a completare la trilogia e l’incredibile sequel di batman Il cavaliere oscuro (Christopher Nolan, 2008), forse il miglior film dell’intero genere, con la conferma dei suoi  caratteristici dilemmi interiori e problemi esistenziali, che in molti ricordano principalmente per la partecipazione al cast del fenomenale Heath Ledger, scomparso poco dopo la fine delle riprese e vincitore di un Oscar postumo.

Heath Ledger

Il Cavaliere Oscuro (2008): Heath Ledger

La trilogia di Nolan alza vertiginosamente l’asticella, tanto che i prodotti usciti immediatamente dopo non riescono a tenergli testa, finendo per collezionare un bel po’ di figuracce. È il caso di 300 (Zack Snyder, 2007), trasposizione della graphic novel uscita dal cervellone di Frank Miller, che, escludendo le numerose e riconosciute imperfezioni sul piano storico, poteva considerarsi un film di buona fattura, ma sostanzialmente il secondo capitolo sull’uomo pipistrello firmato da Christopher Nolan aveva solcato la strada da seguire sul piano della qualità della produzione. Lo stesso può dirsi per Superman returns (Bryan Singer, 2006), un raro caso, ad oggi, di film senza sequel né prequel: in realtà, volendo fare le pulci, il film (crono)logicamente si porrebbe come ideale sequel di Superman II del 1980. Invece merita un discorso a sé Ghost rider (Mark Steven Johnson, 2007) che, cinecomics o meno, si rivela un prodotto decisamente indifendibile (soprattutto per la prestazione del deludente Nicholas Cage), ma il cui discreto successo di pubblico porterà alla realizzazione di un secondo capitolo a metà tra sequel e reboot: Ghost rider – Spirito di vendetta (Mark Neveldine e Brian Taylor, 2012).

Sono dello stesso periodo i sequel I fantastici 4 e Silver Surfer (Tim Story, 2007) ed Hellboy: The golden army (Guillermo del Toro, 2008), soddisfacente seguito derivante dal soggetto di Mike Mignola su sceneggiatura dello stesso Guillermo del Toro, ed in particolare L’incredibile Hulk (Louis Leterrier, 2008), un film attesissimo e soprattutto necessario visti i numerosi denigratori della pellicola firmata Ang Lee sull’uomo verde di qualche anno precedente. Il film ha un discreto successo al botteghino, grazie all’ottima interpretazione del solito Edward Norton, ma probabilmente anche per le atmosfere atipiche tratte dalla versione Ultimate, uscito sulle tavole Marvel comics nel 2002, e non dalla serie classica. 

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