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Gomorra: a maggio su Sky Atlantic la serie tratta dal cult di Saviano
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Dodici episodi da un’ora. Tre differenti registi. Trenta settimane di riprese. Un impegno produttivo immane per una serie televisiva italiana: sono queste le credenziali con cui si presenterà al pubblico Gomorra – La serie.

 

Il neonato Sky Atlantic, canale 110 della piattaforma Sky, ha come mission quella di offrire al pubblico italiano il meglio della produzione internazionale in materia di serie televisive o miniserie. Accanto a titoli come House of Cards (già in onda), Top of the Lake e True Detective (prossimamente diffusi), il canale dal prossimo 6 maggio trasmetterà in prima serata i dodici episodi della serie italo-tedesca Gomorra, ispirata all’omonimo best seller di Roberto Saviano precedentemente trasposto sul grande schermo da Matteo Garrone. In Gomorra – La serie, sordidi intrighi, fedeltà tradite e brama di potere fanno da sfondo ai destini incrociati di due grandi famiglie camorristiche napoletane, ritraendo una realtà in cui è difficile distinguere tra il bene e il male e in cui i valori dominanti seguono una logica perversa, dettata dall’istinto di sopravvivenza.

Prodotto da Sky Cinema in collaborazione con Cattleya, Fandango, La 7 e Beta Film, Gomorra – La serie è composta da 12 episodi di un’ora diretti da Stefano Sollima (ep. 1, 2, 3, 4, 6, 11, 12), Claudio Cupellini (ep. 8, 9, 10) e Francesca Comencini (ep. 5, 7), e sceneggiati da Stefano Bises, Leonardo Fasoli, Ludovica Rampoldi, Filippo Gravino e Maddalena Ravagli. Girata tra Napoli, Barcellona, Milano e Ferrara, la serie è stata già venduta in oltre 30 Paesi: noi ve la raccontiamo in anteprima per non farvi arrivare impreparati all’evento.

 

 

 

SINOSSI

Questa è una storia interna alla camorra, la feroce organizzazione criminale napoletana, vista attraverso gli occhi del trentenne Ciro, braccio destro del padrino Pietro Savastano. 

Ciro sa meglio di chiunque altro cosa significhi essere un membro leale del clan. Ma, quando Pietro decide di sacrificare la vita di molti dei suoi uomini durante una sanguinosa faida contro il rivale Salvatore Conte, Ciro è costretto ad assistere alla morte del padre adottivo Attilio e qualcosa dentro di lui cambia per sempre. Tuttavia, a causa di una lunga condanna che emargina Pietro, Ciro deve obbedire al proprio codice d’onore e rispettare agli ordini del padrino, che vede in lui la persona che dovrà far da mentore prima a Gennaro, primogenito del boss, e poi a sua moglie Imma, entrambi a prima vista inadatti a tenere in mano le redini del potere. 

Con le spalle al muro e cosciente che generare caos è il metodo migliore per stabilire un nuovo ordine, Ciro stringe un patto segreto con Conte, l’odiato nemico dei Savastano, che genera sia nuovo sangue sia un nuovo ordinamento camorristico con Ciro stesso nuovo padrino. 

Ma quanto può durare la carica di Ciro? Pietro, dopo aver apparentemente perso la lucidità durante gli interminabili mesi di isolamento, fugge mentre viene trasferito in una clinica psichiatrica: i suoi occhi si riaccendono nuovamente di rabbia e ferocia, una ferocia in grado di generare la più sanguinosa vendetta che Napoli abbia mai visto.

 

 

 

 

COMMENTO DI ROBERTO SAVIANO

«Questa serie nasce dalla possibilità di ampliare il lavoro che era stato fatto al cinema e nel libro, la possibilità di sviluppare una molteplicità di temi inaspettati per il pubblico di cinema e di serie televisive. L’obiettivo era raccontare il potere del clan attraverso una serie di vicende umane all’interno di una grande saga di famiglie in contrasto tra loro. Emerge una realtà complicata, quella di una camorra imprenditrice, di una camorra militarmente fortissima, di una sorta di stato totalitario dentro lo stato democratico.

In breve, Gomorra – La serie vuole raccontare il potere nel nostro Paese, nelle nostre città e nel nostro tempo.

Nasce, inoltre, con l’obiettivo di mostrare anche come la camorra sia riuscita ad ottenere potere a livello internazionale, un fatto troppo spesso sottovalutato. Ormai le mafie italiane sono organizzazioni che non si limitano solo ai nostri confini: sono organizzazioni che si estendono ed operano in tutti i paesi e continenti.

Le fonti della nostra storia derivano da indagini da parte della magistratura e da eventi raccontati dai telegiornali. La serie si basa sulla storia dei Di Lauro, dei Licciardi e dei Casalesi: grandi famiglie del napoletano che negli ultimi venti anni non solo hanno dominato la scena criminale ma hanno anche controllato il settore economico. Edilizia, distribuzione del carburante e gestione dei rifiuti: tutto è controllato e gestito dalla criminalità.

Tacere su ciò per me non è concepibile. Se continuiamo a far finta di niente, la camorra non potrà mai essere fermata e il suo potere potrà solo aumentare. Abbiamo cercato di smantellare il potere criminale e ciò è esattamente quello che i camorristi non vogliono. Noi non celebriamo né mostriamo gli aspetti eroici o drammatici con cui le mafie adorano identificarsi e mostrarsi al pubblico. Abbiamo semmai cercato di mostrare i vari livelli in modo che chiunque capisca quanto il problema riguardi tutti, senza alcuna eccezione.

Noi non abbiamo voluto, in nessun modo, far calare il silenzio su queste storie, sperando di generare come reazione una riflessione intellettuale e morale. Lo scopo è quello di portare il tema delle mafie all’attenzione del mondo e di spingere le democrazie occidentali a prendere una posizione chiara. Spero che queste storie possano arrivare il più lontano possibile così da far comprendere che una serie, un libro o un lavoro artistico, può davvero mutare il corso delle cose quando si crea empatia. Questo problema è un problema che riguarda noi tutti, queste soluzioni sono soluzioni che riguardano tutti».

 

 

 

 

PERSONAGGI PRINCIPALI 

Pietro Savastano – Il padrino (interpretato da Fortunato Cerlino)

 

A 50 anni d’età e a capo di uno dei più potenti clan della camorra napoletana, Pietro ha tutto ciò che serve per essere un padrino vecchia scuola. Il suo potere si basa sulla forza e la violenza è il mezzo a cui ricorre per mettere a tacere i rivali. È anche un uomo con forti valori familiari, anche se il rapporto che ha con l’unico figlio ed erede Genny è molto problematico. Secondo lui, infatti, Genny è troppo debole ed inadatto per il lavoro che lo attende. 

Quando finisce in carcere, Pietro è costretto a passare le redini del comando e la situazione non può che diventare precaria…

 

 

Ciro Di Marzio – Il braccio destro del boss (interpretato da Marco D’Amore)

 

Soprannominato “l’Immortale” (Highlander), il trentenne Ciro è l’obbediente e sicuro di sé braccio destro di Pietro Savastano. A lui il padrino affida gli incarichi più gravosi ed impegnativi, che di solito si traducono in spargimenti di sangue. Così come il suo capo, anche Ciro ha un lato nascosto, legato agli affetti familiari rappresentati dalla moglie Deborah e dalla figlioletta di sei anni Maria Rita.

Da quando da bambino ha perso la sua famiglia in un terremoto, Ciro si è attaccato a una nuova concezione di destino e di sopravvivenza. Apparentemente sempre controllato, Ciro ha brame di potere che iniziano a concretizzarsi nel momento in cui avverte che il dominio di Pietro è ormai giunto al termine, iniziando una silenziosa guerra contro il suo stesso capo. 

 

Genny Savastano – L’erede del boss (interpretato da Salvatore Esposito)

 

Ventenne figlio di Pietro, Genny porta sulle spalle il peso di un destino che non si è scelto da solo. Il suo senso di inadeguatezza è rafforzato dal fatto che il padre lo ha tenuto lontano dalle armi e dalle faccende “serie”, lasciandolo a gestire una sala giochi. Quando Ciro, una persona che ammira profondamente, lo porta a compiere il suo primo omicidio, Genny non può non andare fino in fondo, anche solo per una questione di orgoglio personale.

Dopo essere stato mandato a portare a termine una missione quasi impossibile per un traffico di droga in Honduras, Genny ritorna profondamente cambiato e pronto a prendere in mano il comando, rivoluzionando tutte le operazioni.

 

Imma Savastano – Molto più che la moglie del boss (interpretata da Maria Pia Calzone)

 

Bella ed annoiata moglie di Pietro, per vent’anni Imma è stata al fianco del marito, portando in alto il nome della famiglia e sopportando sia l’onore sia gli oneri dell’essere una moglie, una madre e una donna in un mondo governato da uomini.

Suo desiderio sarebbe quello di avere maggiori responsabilità all’interno di un impero che lei stessa, dopotutto, ha provveduto a costruire. Così, quando Pietro viene arrestato e imprigionato, è lei che con un colpo di scena prende in mano il clan, rivelandosi una valida leader in grado di destreggiarsi tra divisioni interne e minacce esterne.

 

Salvatore Conte – L’intruso in ascesa (interpretato da Marco Palvetti)

 

Spregiudicato e imprevedibile, Salvatore Conte è un emergente boss napoletano. Quando questo spietato e iracondo cattivo fa una richiesta impossibile da accontentare al clan dei Savastano, l’inesorabilità della risposta di Pietro è tale da costringerlo ad un esilio temporaneo in Spagna, da dove riesce a crearsi un impero tanto redditizio quanto potente. Nel momento in cui uno dei suoi uomini viene ucciso dai tirapiedi di Genny, Salvatore ripensa al suo esilio e chiama i suoi alle armi.

 

 

 

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COPYRIGHTS:

Materiale stampa: Beta Film

Fotografie: Emanuela Scarpa

Traduzione: Pietro Cerniglia

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