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Il vocabolario dei sentimenti - Amarezza (3)
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Buon compleanno, Cecile! 


Oggi compio gli anni. 

E piove. 

Per me in realtà, oramai che fuori ci siano il sole o la pioggia non fa alcuna differenza. 

Da quando Raymond se ne è andato (proprio qualche giorno dopo aver compiuto 70 anni,  gli stessi che oggi compio io), questa ricorrenza preferisco non ricordarla. 

Speravo che questa giornata passasse incolore, come tutte le altre - che si trascinano via - da molto, troppo tempo: ad una certa età, le novità potrebbero risvegliare rimpianti e rimorsi, e certo per me, non sono compagni consigliabili. 

Con me, vivono Claudine, - che da quando le mie gambe fanno i capricci,  è diventata governante fissa di una vecchia sola - e la sua bimba, Juliette. 

Per tenere buona in casa Juliette, le permetto di giocare con i miei vecchi vestiti, i cappelli, le scarpe. Lei prova tutto con grande entusiasmo, ed io sorrido guardandole infilare i minuscoli piedini in un paio di vecchi sandali, che in qualche punto fanno affiorare bagliori argentati, testimoni di antichi fasti, o nascondere i suoi grandi occhi viola dietro occhiali fuori moda da più di 40 anni, o ancora applaudo quando si atteggia a star del cinema imitando le mossette viste in un vecchio film. 

Passatempo innocuo, e divertente, per chi non ha nulla da fare come me. 

Oggi ha trovato il cappello di Anne ed emettendo gridolini di gioia, se lo è calcato in testa. Non lo avevo più rivisto da quella sera. 

Ho avuto una reazione violentissima: “Juliette!” ho urlato” togliti subito quel cappello! Dammelo subito! Subito ho detto!” 

Lei si è spaventata, non avevo mai strillato con lei,  si è lasciata scivolare  il cappello dalle mani ed è scappata via piangendo. 

Non mi sono chinata a raccoglierlo, l’ho lasciato dov’era, e guardandolo, ho sentito il pianto chiudermi la gola. 

Aiutandomi con il bastone, mi sono alzata, e una volta davanti allo specchio, mi sono sentita mancare: il bastone è scivolato a terra ed io mi sono appoggiata alla toeletta con tutte e due le mani per non cadere. 

Quando i miei occhi si sono posati sullo specchio, ho visto lacrime - per troppi anni trattenute – scendermi lungo il viso, ed un’altra immagine si è sovrapposta alla prima: quella di una ragazza di 17 anni, che una sera, in un’altra vita, si era resa conto solo in quel momento, che con la sua leggerezza e il suo egoismo, aveva segnato  irrimediabilmente  il destino di tre persone. 

 

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