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Venezia 2013: Previsioni e toto-Leone
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Non sarà un compito facile quello che oggi affronterà la giuria internazionale guidata da Bernardo Bertolucci, chiamata ad assegnare i premi della 70ma edizione della Mostra internazionale del cinema di Venezia. Il compito non è facile perché, dopo aver visionato tutti i film, la confusione regna sovrana ed è impossibile stabilire quali opere siano meritevoli più di altre: dipende sempre dai propri gusti personali riuscire a fare una scrematura che al contempo non sminuisca il lavoro di chi alla propria opera ha creduto.

 

Nel gioco del chi vince e del chi perde è facile prendere abbagli ma, indomito come sempre, mi lancio in una serie di previsioni che riflettono diversi umori raccolti qui al Lido. Il gioco è semplice e non tiene in considerazione le stellette che quotidianamente affollavano il Daily di quest’anno.

 

Partiamo subito dal probabile Leone d’Oro. Due sono i nomi che potrebbero portarsi a casa la statuetta, entrambi registi orientali che hanno annunciato il loro ritiro dalle scene (in un caso certo, nell’altro abbastanza discutibile): Hayao Miyazaki e Tsai Ming-Liang. The Wind Rises di Miyazaki ha tutte le carte in tavola per vedere premiata un’animazione che al mondo non ha eguali mentre Stray Dogs di Tsai Ming-Liang potrebbe avvantaggiarsi grazie a un fattore polemico innescato dallo stesso regista, in rotta di collisione contro il cinema americano, la sua velocità e il male generato da Steven Spielberg (responsabile secondo Ming-Liang di aver trasformato la settima arte in qualcosa destinato solo a generare profitto).

Qualitativamente le due scelte sarebbero accettabili, nonostante la stampa abbia fatto di tutto per osannare lo sdolcinato Philomena di Stephen Frears, lasciandosi guidare più dal cuore che dalla testa. Due, invece, gli outsider da tenere sott’occhio: The Unknown Known di Errol Morris (la presenza al Lido del regista americano, avvistato fino a ieri sera, potrebbe essere indicativa) e Jealousy di Philippe Garrel, particolarmente ben accolto in tutte le proiezioni stampa. Per il sottoscritto, il Leone d’oro andrebbe a Tom at the Farm di Xavier Dolan, forse troppo giovane per tale riconoscimento.

scena

Si alza il vento (2013): scena

 

Il Leone d’Argento per la migliore regia potrebbe essere già in mano di Tsai Ming-Liang, che sicuramente non tornerà in patria a mani vuote, con buona pace del Mereghetti e della sua feroce critica a un modo di fare cinema lontano da ogni strizzatina d’occhio al pubblico. Buona le chance anche del tedesco Philip Gröning, che con il suo The Police Officer’s Wife sfida il concetto di narratività per concedersi un film asciutto, rigoroso e suddiviso in 59 capitoli tutti lontani l’uno dall’altro. Probabile outsider, invece, sono la Kelly Reichardt di Night Moves, un’opera senza fronzoli la cui regia rasenta la perfezione, e l’Amos Gitai di Ana Arabia, per via del lunghissimo piano sequenza di 85 minuti. Personalmente, il mio premio va alla Reichardt e al suo cinema americano poco mainstream.

David Zimmerschied, Alexandra Finder

La moglie del poliziotto (2013): David Zimmerschied, Alexandra Finder

 

 

Il Premio Speciale della Giuria potrebbe toccare a un italiano. Nonostante il suo Sacro GRA al sottoscritto non sia andato giù, va riconosciuto al regista Gianfranco Rosi la capacità di sapere cogliere aspetti della realtà fuori dal comune e di sapere orchestrare un’opera fuori da ogni canone e genere. Non sottovalutabili però sono anche le chance di chi tra Miyazaki e Tsai Ming-Liang rimarrà fuori dal Leone d’Oro. La scelta del sottoscritto invece si posa su Jealousy di Philippe Garrel.

scena

Sacro GRA (2013): scena

 

La Coppa Volpi per l’interpretazione maschile quest’anno non ha un vincitore annunciato. Troppe le pellicole che presentavano forti protagoniste femminili e, dunque, la scelta del miglior attore protagonista sarà impegnativa. A scanso di equivoci, per chi vi scrive, i migliori attori erano da ricercare fuori concorso, con un tris di volti che comprende il nome di Tom Hardy (per Locke), Eddie Marsan (per Still Life) e il piccolo Matteo Marchel (per La prima neve). La giuria potrebbe però accontentarsi di Themis Panou, atroce e incestuoso padre padrone del duro Miss Violence o di Xavier Dolan, interprete oltre che regista di Tom at the Farm. Improbabili paiono invece i nomi di Christoph Walz per The Zero Theorem o di Steve Coogan per Philomena. La mia personale preferenza va invece a David Zimmerschied per The Police Officer's Wife.

Themis Panou

Miss Violence (2013): Themis Panou

 

Decisamente telefonata la vincitrice della Coppa Volpi per l’interpretazione femminile: Judi Dench per Philomena, a suo agio nei panni di una donna semplice e umile dalla sofferta odissea emotiva. Negli ultimi giorni sono cresciute anche le quotazioni di Elena Cotta per Via Castellana Bandiera, di Dakota Fanning per Night Moves e di Mia Wasikowska per Tracks. La mia Coppa Volpi, invece, ha una sola vincitrice: l’alienata Eleni Roussinou di Miss Violence, dove interpreta con un enigmatico sorriso stampato sul volto la figlia maggiore che per prima ha vissuto sulla pelle gli stupri del padre.

Judi Dench, Steve Coogan

Philomena (2013): Judi Dench, Steve Coogan

 

Il premio Mastroianni per il miglior interprete emergente dovrebbe veder trionfare la giovanissima Sissy Toumasi di Miss Violence ma seri competitor sono il giovanissimo Dario Casarolo di Via Castellana Bandiera, il Tye Sheridan di Joe e le piccolissime sorelle Chiara e Pia Kleemann di The Police Officer’s Wife. Il sottoscritto ha amato particolarmente la bravura della coppia di bambini protagonisti di Stray Dogs. Stranamente, va detto, il premio potrebbe anche andare al cast di Sacro GRA, composto da individui comuni, o ex aequo alle due protagoniste di Via Castellana Bandiera, Emma Dante ed Elena Cotta, per la prima volta sul grande schermo.

Emma Dante, Elena Cotta

Via Castellana Bandiera (2013): Emma Dante, Elena Cotta

 

Il Premio Osella per la migliore sceneggiatura potrebbe essere appannaggio di Xavier Dolan e il suo Tom at the Farm, anche se la giuria potrebbe sconvolgere tutti riconoscendo a James Franco e al suo Child of God il coraggio nel cimentarsi con un’opera di McCarthy e stravolgerla. Probabili outsider sono Miss Violence di Avranas, Les Terrasses di Allouache e Via Castellana Bandiera di Emma Dante. La mia preferenza personale va invece al rigore di Jealousy di Philippe Garrel e a quello di Night Moves di Kelly Reichardt.

Xavier Dolan

Tom at the Farm (2013): Xavier Dolan

 

Il Premio Osella per la miglior fotografia potrebbe essere Sacro GRA di Gianfranco Rosi ma a contendergli la vittoria si piazzano bene anche Child of God di James Franco, Joe di David Gordon-Green e il vituperato Under the Skin di Jonathan Glazer. Chi vi scrive premierebbe invece Via Castellana Bandiera di Emma Dante o The Zero Theorem di Terry Gilliam.

Christoph Waltz

The Zero Theorem (2013): Christoph Waltz

 

 A stasera l’appuntamento con i verdetti ufficiali.

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