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Venezia 2013: protagonisti. Jonathan Glazer
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A Venezia, meno male, fa caldo. Non certamente quello afoso di metà agosto ma, via, ci sono stati altri anni decisamente orrendi, sotto il profilo meteorologico. Immagino allora come se la stiano godendo i nostri amici giornalisti....E intanto sbarchiamo in terra britannica.

 

Glazer, Jonathan; Londra, classe 65

 

 

 

Mi piacciono molto gli autori appartati, discreti: io, che ho preso a modello Robert Bresson tutta una vita, adoro trovare quel regista che vi ispira, se non per lo stile, almeno per la persona. Il cinema, d'altro canto, ha vissuto di miti e questi si alimentano con le notizie nascoste, con le leggende che circolano intorno al film da fare. Ad Hollywood, infatti, si racconta spesso che la domanda più frequente, tra gli addetti ai lavori, fosse: “chissà di cosa parlerà il prossimo film di Stanley”. Tutto viveva nell'ombra, nell'attesa, nella scoperta di verificare se il mito mantenesse fede al suo nome. Oggi, invece, che tutto è già scoperto, la trama conosciuta prima ancora di vedere un trailer, è difficile scovare chi vive sotto traccia. Ebbene, Jonathan Glazer è così: e dire che lui è, in buona sostanza, un regista di videoclip. Ne ho un ricordo felicissimo: presentava l'ultimo lavoro che aveva diretto, ormai quasi dieci anni fa (!), “Birth - Io sono Sean”, in cui la stampa si aspettava un divertissement pruriginoso (in fondo, l'allora moglie di Tom Cruise era reduce da “Eyes Wide Shut”, mica fronzoli...) che mettesse al centro la bionda australiana e, invece, ne consacrò la vena dissacrante, bunueliana, come ebbe a dire più di uno. E, pensando che Glazer aveva fino allora fatto video poi celebri su MTV e spot pubblicitari tra i più disparati (ma quelli di Nike sono vere opere d'arte...), sembra impossibile che questo capellone londinese (mi scuserà per l'affetto che gli porto...) sia altresì dotato di tale e tanta sensibilità. Ma, a ben pensare, da uno che si è laureato alla Nottingham Trent discutendo una tesi su Beckett, certe cose te le devi aspettare: difficile immaginare, infatti, che nei primi anni novanta non abbia messo inscena – magari in teatri off – qualcosa di teatralmente ironico (o, più specificamente, umoristico) ma Jonathan è fatto così: il suo riserbo ti lascia credere che lo abbia fatto ma non ti dà conferme. Non è facile il suo rapporto sul set con gli attori: dà indicazioni piuttosto precise, dispone la scena in un certo modo e raramente decide di farla ripetere, anche perché si aiuta con più macchine da presa (ma questo, in fondo, è un sitema tipico di un regista di videoclip). Ciò che però sorprende, visto anche il suo passato da montatore in BBC, è che il montaggio non è frenetico, ma quieto: le scene, insomma, non si susseguono forsennatamente come in un video musicale, ma si compiono lentamente. Così, mentre ti aspetti un improvviso colpo di scena, quello stesso si è già consumato sotto i tuoi occhi: è il piano catartico, che scivola in modo indiretto davanti allo spettatore. I suoi personaggi, d'altra parte, sono surreali (in “Birth – Io sono Sean”, la già citata Nicole Kidman vive la certezza che suo marito sia rincarnato in un dodicenne...; nel poco noto “Sexy Beast – L'ultimo colpo della bestia”, Ray Winstone è il gangster “gal” che si gode la pensione in Spagna...), e perciò sono già essistessi “il” colpo di scena; le sue storie sono un infinito ed unco, lunghissimo colpo di scena. Chi si aspetta una narrazione tradizionale rimarrà sconcertato; ma, ad una mente aperta a qualcosa di più magico, non lineare, il film sarà stato soddisfacente. In definitiva, questo è appena il terzo titolo in quindici anni per Jonathan : sembra quasi che egli ci dica “faccio un altro mestiere, ed ogni tanto mi siedo da questa parte, per vedere come sta andando il cinema, quello vero”; ma ciò è solo una parte della verità: il ragazzone più vicino ai cinquanta anni che ai quaranta, si diverte un mondo, sotto sotto a sconvolgere ceerte regole. E questo suo piacere, questa sua allegria finisce per essere contagiosa. A Venezia, in questi giorni, Jonathan Glazer presenta “Under the skin”, tratto dal libro di Michel Faber: una commedia ? uno psicothriller? un dramma ? No. Solo fantascienza. E stavolta c'è Scarlett Johansonn ad interpretare un'aliena a caccia di prede umane.....

Scarlett Johansson

Under the Skin (2013): Scarlett Johansson

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