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19 luglio 1992 - Una strage di Stato
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Nell'ambito della giornata che Palermo sta dedicando al giudice Paolo Borsellino, sarà presentato questa sera presso l'ex cinema Edison alle ore 20 il dvd "19 Luglio 1992 - Una strage di Stato", film diretto da Marco Canestrari e che sarà in edicola con il quotidiano "Il Fatto" a partire dal prossimo 8 febbraio.

 

Dopo la proiezione, seguirà un dibattito sui temi del film con la partecipazione di Salvatore Borsellino, Antonio Ingroia, Nicola Biondo e Marco Canestrari. Modera l'incontro Lidia Undiemi.


 

Ecco qui la scheda di presentazione del dvd, curata da Martina Di Gianfelice per "Antimafia Duemila":

 

Questo film nasce dall'idea di raccontare la storia dell'uomo e del magistrato Paolo Borsellino. Abbiamo ricostruito la vita umana e professionale del magistrato palermitano attraverso il racconto di Salvatore Borsellino. Passeggiando per i vicoli del quartiere “La Kalsa” dov'è nato e cresciuto Paolo Borsellino, Salvatore ricostruisce le origini della sua famiglia e il periodo dell'adolescenza e dei primi studi di suo fratello. In via D'Amelio, invece, parla del giorno della strage, ricordando i racconti di sua madre e ricostruendo i terribili momenti dopo l'esplosione della bomba, le prime notizie ancora incerte a lui pervenute sul luogo della strage, sulla sua entità, sulle persone rimaste coinvolte, contrapponendo la confusione delle prime informazioni e la sua ricerca di ulteriori dettagli sull'accaduto non ancora ben definito dopo poche ore dai mezzi di comunicazione, con la sua interiore certezza di quello che era realmente accaduto quel maledetto 19 luglio 1992. Parla delle indagini, dell'agenda rossa, del movimento che da quell'agenda prende il nome, di quello che ancora non è stato scoperto sui mandanti e sugli esecutori della strage, dei depistaggi e delle incongruenze emerse dalle indagini. 

Un'altra testimonianza commovente che ci ha fatto comprendere ancor meglio l'uomo Paolo Borsellino, ce la dà suo figlio Manfredi (interpretato dall'attore Claudio Gioè), ricordando le sensazioni e le emozioni vissute da suo padre e dalla sua famiglia nell'arco di tempo che separa la strage di Capaci da quella di via D'Amelio. Ci racconta l'enorme bagaglio morale e culturale che Paolo Borsellino gli ha lasciato, i difficili anni dopo la strage, vissuti con dignità e coraggio, traendo la forza di andare avanti e di affrontare gli innumerevoli ostacoli della vita dal ricordo del padre e dei suoi insegnamenti, la profonda sofferenza provata per la sua assenza il giorno della nascita del suo primo figlio maschio che ha chiamato Paolo, Paolo Borsellino.
La storia professionale di Paolo Borsellino ce la raccontano, da due diversi punti di vista, i magistrati della Procura di Palermo: Antonio Ingroia e Antonino Di Matteo. Ingroia, allievo e amico di Paolo Borsellino, parla dell'esperienza con il “suo” Procuratore a Marsala, degli interrogatori dei pentiti svolti insieme nell'ultimo periodo della vita del giudice, del trasferimento di entrambi alla Procura palermitana e delle indagini seguite in quel periodo, della strage di Capaci e della forza ritrovata con tenacia da Borsellino, dopo il 23 maggio 1992, per indagare e scoprire la verità sulla morte dell'amico Giovanni Falcone. Racconta delle proteste dei giovani magistrati palermitani allievi dei due giudici antimafia dopo la morte di Borsellino che sfociarono nel celebre gesto degli “otto dimissionari” e delle difficoltà emotive e professionali che hanno dovuto affrontare dopo il 19 luglio alla Procura di Palermo.
Di Matteo, invece, con la commozione negli occhi, ci racconta cosa hanno significato per lui, studente di Giurisprudenza, le figure di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, l'importanza che hanno avuto nella sua formazione umana e professionale e la forza che il loro esempio gli ha lasciato e che oggi sfrutta per combattere contro gli ostacoli che impediscono l'emergere della verità. Sono anche denunce i racconti dei due magistrati titolari dell'inchiesta sulla presunta 'trattativa' tra mafia e Stato, sono una contestazione nei confronti della degenerazione della democrazia nel nostro Paese e una protesta contro i continui attacchi alla magistratura e al lavoro condotto per far luce sul periodo delle stragi e sulle collusioni tra mafia e politica che hanno influito su quegli omicidi di Stato.

Altro filone del film è quello del percorso delle indagini sulle stragi del biennio '92-93. Le sentenze passate in giudicato, i depistaggi, le inchieste in corso. Abbiamo focalizzato la nostra attenzione sull'inchiesta riguardante la 'trattativa' tra mafia e Stato e su come questo presunto accordo possa aver influito sul processo di accelerazione della strage di via D'Amelio, volgendo il nostro sguardo anche oltre e correlando ciò che è già noto con gli ultimi accertamenti sui fatti di quegli anni. Per esempio Antonio Ingroia nel suo contributo disegna un quadro completo delle collusioni tra mafia e pezzi dei servizi segreti, spiegando la relazione e l'integrazione tra gli elementi emersi dal processo all'ex funzionario del Sisde Bruno Contrada e i recenti spunti investigativi concernenti il presunto ruolo di esponenti dei servizi segreti nella dinamica delle stragi e il mancato attentato a Falcone all'Addaura.

È un viaggio nei misteri d'Italia che legano a doppio filo mafia, politica, servizi segreti deviati, pezzi delle forze dell'ordine. I protagonisti del film approfondiscono questi argomenti cercando di fornire ulteriori elementi utili per capire questa intricata e ancora mai svelata parte della storia della nostra Repubblica. Dalle interviste a Marco Travaglio, Nicola Biondo e Antonio Ingroia che toccano la sentenza  Contrada ed il processo in corso a carico di Mario Mori e Mauro Obinu in merito  alla mancata cattura del boss Bernardo Provenzano, i rapporti tra Dell'Utri, Berlusconi e la mafia, le nuove rivelazioni di Massimo Ciancimino sulla 'trattativa', fino a alle considerazioni di Antonino Di Matteo e Gioacchino Genchi sui mandanti occulti della strage di via D'Amelio, sulle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, sui lati ancora oscuri della fase esecutiva della strage di via D'Amelio.  Giuseppe Lo Bianco ricostruisce infine  le fasi dell'inchiesta sulla sottrazione dell'agenda rossa di Paolo Borsellino, mentre Umberto Lucentini ricorda alcuni passaggi significativi della vita umana e professionale del Magistrato, elementi raccolti e presentati nel libro 'Paolo Borsellino, il valore di una vita' (San Paolo Edizioni).

Infine nel DVD compaiono le testimonianze di alcune aderenti del Movimento Agende Rosse e del Comitato Scorta Civica che raccontano il perchè della loro scelta di farsi parte attiva in questi Movimenti ed indicano le ragioni per cui gli stessi sono nati.

 

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