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Quando non erano famosi (12) - Roman Polanski
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Nella seconda metà degli anni cinquanta,  Rajmund Roman Thierry Polanski è studente  presso la scuola nazionale di cinema della città polacca di Lódz. In quel periodo debutta come attore, prima in Pokolenie (Generazione) (1955), il lungometraggio di esordio di Andrzej Wajda, e poi in  Zaczarowany rower (La bicicletta magica) (1955) di Silik Sternfeld (posizionare il cursore del video a 9.25):

Lo stesso anno inizia a girare cortometraggi in bianco e nero, tutti accomunati dalla (quasi) totale assenza di dialoghi e da una cadenza fortemente pessimista.

Il primo, in ordine di tempo, è Rower (1955), un filmato andato perduto, per il quale Polanski si ispira ad un drammatico evento della sua vita personale: l’aggressione e la rapina subite da parte di un individuo a cui si era rivolto per acquistare una bicicletta.

In Usmiech zebiczny (Il sorriso)(1957), un'esercitazione scolastica su un tema preassegnato, si narra la breve disavventura di un guardone:

 Il corto Rozbijemy zabawe (Roviniamo la festa) (1957) riguarda invece la bravata di un gruppo di giovinastri che interrompono un party a cui non sono stati invitati.

 Un “crimine” (questa volta vero e proprio) è anche il soggetto di Morderstwo (Omicidio) (1957), in cui l’azione, drammatica e cruenta, si esaurisce in meno di un minuto e mezzo.

 La violenza resta protagonista anche in Dwaj ludzie z szafa (Due uomini ed un guardaroba) (1958), un film dal soggetto apparentemente più leggero, che narra le peripezie di due uomini costretti a trasportare un ingombrante armadio attraverso una città ostile.

Lo stile si rifà alle comiche del cinema muto e al teatro dei mimi, con alcuni espliciti riferimenti alla pittura surrealista.  In questo corto, come in quasi tutti i successivi, Polanski riserva a sé anche un ruolo come interprete.

 In Lampa (Lampada) (1959) Roman è una semplice comparsa, il passante che attraversa l’inquadratura all’inizio del film.   In quest’opera la componente grottesca, che già in quella precedente si era tinta dei cupi colori della morte, conosce una decisa svolta verso l’horror:

 Nel frattempo, si va sempre più affermando, nella cinematografia del giovane Roman, la centralità della figura della vittima innocente (vedi le bambole rotte illuminate dalla lampada), un elemento che rimanda ad opere come L’inquilino del terzo piano (1976) o La morte e la fanciulla (1994) e che, nel successivo Gdy spadaja anioly (La caduta degli angeli) (1959), verrà esplicitamente riferito all’orrore della guerra. È questo un tema autobiografico (i suoi genitori, di origine ebraica, furono entrambi deportati, e sua madre morì ad Auschwitz), che ritornerà ne Il Pianista (2002).

 

 Nel 1959 Roman consegue il diploma, dopodiché si trasferisce in Francia, dove gira altri due corti, Le gros et le maigre (1961), che è una storia di schiavitù in chiave musicale e semiseria,

 

 

 e Ssaki (I mammiferi) (1962), un’avventura claunesca sulla neve, realizzata con la tecnica tipica degli anni venti:

 

 Nello stesso anno uscirà il suo primo lungometraggio, Il coltello nell’acqua (1962).

 

La precedente puntata di Quando non erano famosi:

(11) Andrej Tarkovskij

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