69 anni fa, il 16 ottobre 1943, le truppe naziste entrarono all'alba nel Ghetto di Roma, ed arrestarono 1022 ebrei romani.
In tutta Roma furono più di 2000 i cittadini portati via e deportati nei campi di sterminio.
Altri, come la fidanzata dello zio di mia madre, fecero in tempo a fuggire prima, alle prime avvisaglie che si ebbero dal 1938 in poi.
Tra tutti, ben pochi tornarono. La fidanzata di mio zio fu salvata da una crocerossina, che mise i suoi documenti tra quelli di un gruppo di deportati per Dachau.
Per tutti loro, la domanda affannosa di chi in un attimo aveva visto portare via i propri cari, i propri affetti, una sola e angosciosa:
"Chi ha visto il mio amore?" con le parole destinate a perdersi nel vuoto di distese gelate protette dai fili spinati.
Nemmeno mio zio, che combatteva una guerra non voluta, al ritorno, quando scampò miracolosamente all'affondamento del suo sommergibile, riuscì a trovare la sua fidanzata: rimaneva un documento partito per Dachau, e nessuno al ritorno. Si rassegnò a crederla morta.
E lei, dalla Svizzera, seppe del naufragio, e che lui era disperso in mare. Si rassegnò a crederlo morto.
Nemmeno questa storia finisce bene, ed è troppo lunga da raccontare qui.
Oggi, a 69 anni di distanza, voglio ricordare tutti coloro che furono rapiti dalla barbarie, compresi i 2000 carabinieri disarmati per ordine del traditore Graziani nel timore di una loro reazione allo scempio che stava per compiersi e quindi deportati anche loro, e voglio ricordare tutti quelli che, affannosamente, si ostinarono a cercare un viso, una voce nota.
Voglio ricordare queste storie, che quando ero piccolo venivano raccontate ancora col cuore sanguinante, accadute da poco, ed ora scompaiono tutti quelli che le hanno vissute.
Voglio ricordare.
Voglio ricordare che questo è stato.
Paolo Messina
Jüdisches Museum, Berlin, giugno 2012
Le imperfezioni, i rumori di macchina, le prospettive distorte, la totale imprecisione di questo video sono effetti voluti. A simbolo dell'altrettanta inadeguatezza dei singoli individui di fronte alla Storia, quando la Storia li travolge, quando la Storia è troppo lontana dalla dimensione umana per poter essere compresa e persino raccontata.Quando, proprio per questo, la Storia non va dimenticata.
Dedicato a mio zio Michele ed al suo perduto - impossibile per quei tempi - amore negato.
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