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RASSEGNA: Far East Film Festival, XIV edizione, 2012
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Venerdì 20 aprile s'è tenuta la giornata di apertura della XIV edizione del Far East Film Festival presso il Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Il festival s'è aperto con l'affluenza nel centro della città friulana di bancarelle e musica di carattere puramente asiatico, così da coinvolgere prima della serata cinematografica, una moltitudine di persone. In Piazza della Libertà, sotto alla Loggia di San Giovanni, accanto allo splendido murales ideato per l'occasione, quotidianamente una corriera trasportava chiunque lo volesse, direttamente al Teatro della manifestazione, così da permettere in modo comodo e rapido a chi fosse in centro città di dirigersi dove aveva luogo l'ennesima edizione del più grande festival di cinema asiatico in Europa e nel mondo. La manifestazione avrà una durata di nove giorni fino alla serata di sabato 28 aprile.

 

Quest'anno il Far East ha avuto in programma 57 titoli totali, tra i quali 10, non in competizione con gli altri 47, sono stati selezionati e curati in uno speciale sul cinema coreano dal celeberrimo critico e giornalista americano Darcy Paquet, il quale, nell'arco degli ultimi anni della sua vita s'è prodigato ed interessato nell'approfondire e far conoscere al grande pubblico internazionale, anche grazie a quest'occasione in quel di Udine, il cinema coreano degli Anni Settanta. In questi dieci titoli abbiamo la possibilità di visionare delle pellicole inedite in occidente, mai uscite dai confini della penisola coreana, per motivi politici e quindi mai conosciute n'è visionate da alcuno fino ad oggi.

 

Udine così funge da intermediatrice mondiale offrendo dieci proiezioni d'importanza storica sotto il punto di vista cinematografico, suscitando interesse di carattere socioculturale, focalizzando l'attenzione su quello che viene definita come "The Dark Decade" del cinema coreano; dieci titoli per dieci anni di storia, attraverso quelli che Paquet ha definito, secondo la sua ampia conoscenza ed esperienza come alcuni dei più importanti nomi del panorama artistico coreano.

The Dark Decade of Korean Cinema comprenderà i seguenti titoli:

  • Night Journey (1974), di Kim Soo-yong
  • Splendid Outing (1978), di Kim Soo-yong
  • A Woman Chasing a Killer Butterfly (1978), di Kim Ki-young
  • Iodo (1977), di Kim Ki-young
  • Flame (1975), di Yu Hyun-mok
  • Rainy Days (1979), di Yu Hyun-mok
  • Wang Sib Ri My Hometown (1975), di Im Kwon-taek
  • The Divine Bow (1979), di Im Kwon-taek
  • Youngja’s Heyday (1975), di Kim Ho-sun
  • Pollen (1972), di Ha Kil-chong

 

 

Mentre, per quanto riguarda i 47 titoli rimanenti, abbiamo in programma 2 anteprime mondiali, 14 anteprime internazionali e 16 europee attraverso le produzioni di Cina (6 pellicole), Hong Kong (10), Taiwan (3), Giappone (10), Corea del Sud (10), Thailandia (1), Malesia (2), Indonesia (2), Filippine (2) e Singapore (1). Da Hong Kong, grazie all'ospite d'onore Johnnie To v'è uno special focus riguardo il Fresh Wave Short Film Festival, manifestazione inaugurata e ambasciata dallo stesso regista assieme all'amico e proficuo collaboratore Wai Ka-fai, anche fondatori della Milky Way Production. Per il Far East sono stati selezionati quattro cortometraggi, presentati dallo stesso To alla conferenza stampa di domenica 22, e proiettati nel pomeriggio di sabato 21 aprile. I titoli e registi rispettivi dei corti sono stati i seguenti: The Decisive Moment di WONG Wai-kit, 1+1 di Mo LAI, July 1st, an Unhappy Birthday di LI Miao e Sew di LI Yin-fung.

 

 

Le pellicole in competizione per la XIV edizione del Festival sul cinema dell'estremo oriente sono stati:
Dalla CINA:

  • The Cockfighters di JIN Rui (2012), in International Festival Premiere
  • Love Is Not Blind di TENG Huatao (2011), in European Premiere
  • The Man Behind the Courtyard House di FEI Xing (2011), in Italian Premiere
  • My Own Swordsman di SHANG Jing (2011), in International Festival Premiere
  • One Mile Above di DU Jiay (2011), in European Premiere
  • Song of Silence di CHEN Zhuo (2012), in European Premiere

Da HONG KONG:

  • The 33D Invader di Cash CHIN (2011), in International Festival Premiere
  • The Bounty di FUNG Chih-chiang (2012), in World Premiere
  • East Meets West di Jeff LAU (2011), in International Festival Premiere
  • The Great Magician di "Derek" YEE Tung-sing (2012), in Italian Premiere
  • Love in a Puff di PANG Ho-cheung (2010), in International Festival Premiere
  • Love in the Buff di PANG Ho-cheung (2012), in International Festival Premiere
  • Vulgaria di PANG Ho-cheung (2012), in European Premiere
  • Nightfall di Roy CHOW (2012), in International Festival Premiere
  • Romancing in Thin Air di "Johnnie" TO Kei-Fung (2012), in European Premiere
  • The Viral Factor di "Dante" LAM Chiu-Yin (2012), in International Festival Premiere

Dal TAIWAN:

  • Love di Doze NIU (2012), in Italian Premiere
  • Warriors of the Rainbow di WEI Te-sheng (2011)
  • You Are the Apple of My Eye di Giddens KO (2011), in European Premiere

Dal GIAPPONE:

  • Afro Tanaka di MATSUI Daigo (2012), in International Festival Premiere
  • The Egoists di HIROKI Ryuichi (2011), in European Premiere
  • The Future of Children in Fukushima, cortometraggio di HIROKI Ryuichi (2012), in European Premiere
  • River di HIROKI Ryuichi (2012), in European Premiere
  • Hard Romanticker di GU Su-yeon (2011), in European Premiere
  • Love Strikes! di ONE Hitoshi (2011), in International Festival Premiere
  • Mitsuko Delivers di ISHII Yuya, (2011), in Italian Premiere
  • Rent-a-Cat di OGIGAMI Naoko (2012), in Italian Premiere
  • Sukiyaki, MAEDA Tetsu, Japan 2011, comedy-drama, International Festival Premiere
  • Thermae Romae di TAKEUCHI Hideki (2012), in World Premiere
  • The Woodsman and the Rain di OKITA Shuichi (2011), in Italian Premiere

Dalla COREA DEL SUD:

  • Blind di AHN Sang-hoon (2011), in European Premiere
  • Dangerously Excited di KOO Ja-hong (2011), in European Premiere
  • The Front Line di JANG Hun (2011), in Italian Premiere
  • Moby Dick di PARK In-jae (2012), in International Festival Premiere
  • My Secret Partner di PARK Hun-soo (2011), in International Festival Premiere
  • Penny Pinchers di KIM Jeong-hwan (2011), in European Premiere
  • Punch di LEE Han (2011), in Italian Premiere
  • Silenced di HWANG Dong-hyuk (2011), in European Premiere
  • Sunny di KANG Hyung-chul (2011), in Italian Premiere
  • Unbowed di CHUNG Ji-young (2012), in European Premiere

Dalla THAILANDIA: 

  • It Gets Better di Tanwarin SUKKHAPISIT (2011), in European Premiere

Dalla MALESIA:

  • Return to Murder di Dain Iskandar SAID (2012), in Italian Premiere
  • Songlap di Effendee MAZLAN e Fariza AZLINA ISAHAK (2011), in International Festival Premiere

Dall' INDONESIA:

  • Kentut di Aria KUSUMADEWA (2011), in International Festival Premiere
  • Tendagan dari langit - A kick from Heaven di Hanung BRAMANTYO (2011), in International Festival Premiere

Dalle FILIPPINE:

  • Six Degrees of Separation from Lilia Cuntapay di Antoinette H. JADAONE (2011), in International Festival Premiere
  • The Woman in the Septik Tank di Marlon RIVERA (2011), in Italian Premiere

Da SINGAPORE:

  • Already Famous di Michelle CHONG (2011), in International Festival Premiere

 

 

 

OPENING NIGHT, 20 aprile 2012.

Dopo la presentazione di apertura del festival sono avvenute le proiezioni di Sunny e Hard Romanticker.

 

 

Sunny (2011)

di Hyeong-Cheol Kang con Ho-jeong Yu, Sim Eun-Kyeong, Hee-kyung Jin, Min-yeong Kim, Su-hee Go, Kang So-ra, Lee Yeon-Kyeong, Nam Bo-ra, Kim Seon-Kyeong, Bo-mi Kim

 

Sunny di Kang Hyung-Chul è una brillante commedia tutta al femminile e al giovanile. Emozionante, toccante, divertente ed avvincente. Sotto certi aspetti potrebbe sembrare una storia simile a "Le fabuleux destin d'Amélie Poulain", ma invece si tratta de l' étrange destin de Na-Mi.. une coréenne. E' la storia di sette amiche facenti parte di una sottospecie di gang scolastica, che dopo 25 anni dal liceo, attraverso la volontà di Na-Mi, si riuniranno. Il titolo del film è sia il nome della gang sia il titolo della canzone che farà da colonna sonora portante dell'intera opera cinematografica. La narrazione del film avviene attraverso l'alternanza di momenti nel presente e nel passato con l'ausilio del classico metodo dei flashback, incentrandosi sulla figura di Na-Mi, ultima arrivata nel gruppo di amiche da giovane e ultima ad andarsene con il cuore dal gruppo da adulta.
Uno dei migliori successi del festival.



 

Hard Romanticker (2011)

di Su-yeon Gu con Shôta Matsuda, Kento Nagayama, Tokio Emoto, Sei Ashina, Keiko Awaji, Kaname Endô, Yûya Endô, Hakuryu, Yûma Ishigaki, Nobuaki Kaneko

 

Hard Romanticker parte come un film dai buoni connotati ma poi sfocia nel narcisismo. E' un film autobiografico del regista Gu Su-Yeon, che sullo stampo del Kids Return kitaniano non riesce però ad entusiasmare più di tanto. La storia si sussegue tra l'humor nero, la violenza di basso borgo, e la crudeltà del lato più oscuro dell'animo umano, tra sesso, droga e decadenza dei valori giovanili. Le musiche sono scelte molto bene, tra il jazz ed il blues, lo smooth ed il swing, alternandosi a sprazzi di heavy metal. La regia segue il protagonista quasi come in The Wrestler, ma a differenza di quest'ultimo insegna poco o nulla. Il protagonista è privo di nemesi, il karma non si manifesta mai alla sua coscienza ma solo agli spettatori che fino all'ultimo minuto del film si attende qualcosa che poi non arriva mai. Opera sconslucionata ed eccessivamente violenta; sterminato di sequenze fini a se stesse, il film lascia l'amaro in boccca, soprattutto a causa dell'ultima lentissima mezz'ora. Peccato, perchè poteva essere qualcosa di più. Occasione persa per il regista giapponese di origini coreane alla sua opera prima.

 

 

 

SABATO, 21 aprile 2012.

La mattinata comincia la proiezione di Warriors of the rainbow - Seediq Bale di Wei Te-Sheng, prodotto da John Woo. A seguire The man behind the courtyard house di Fei Xing. Nel pomeriggio dalle 14:00 alle 16:00 averrà la proiezione quattro cortometraggi della Fresh Wave di Hong Kong con ospiti in sala i rispettivi registi emergenti Wong Wai-Kit, Li Yin-Fung e Li Miao, accompagnati dal grande Johnnie To. A oltranza Dangerously excited, Thermae Romae (che ha avuto una replica venerdì 27 al pomeriggio, con un doppio tutto esaurito), Nightfall, Bunohan: Return of murder.


 

Seediq Bale (2011)

di Te-Sheng Wei con Da-Ching, Umin Boya, Landy Wen, Lo Mei-ling, Masanobu Ando, Cheng Chih-Wei, Vivian Hsu

 

 Warriors of the rainbow (Seediq Bale) racconta la vicenda degli indigeni del Taiwan, i Seediq della Wushe, invasi dall'impero giapponese negli Anni Trenta. Quest'opera è anche un'elogio all'eroe taiwanese Mouna Rudo. Te-Sheng interessandosi sia in chiave antropologica che storica alla sua terra natale e al suo popolo, scava in profondità e rievoca un periodo tra il 1895 ed il 1945 poco conosciuto persino in Taiwan. Il regista in questo kolossal eccede però nelle scenografie inserendo forse troppe sequenze sanguinolente rendendo un pò monotono l'intreccio nella parte centrale del film che però nella narrazione si dimostra interessante e ben curato nella scenegguiatura. Il film è un affresco di sentimenti e reminiscenze ancestrali delle tradizioni sciamaniche e guerriere dei Seediq Bale. Un'opera curiosa da visionare per la sua unicità.

 

 

The Man Behind the Courtyard House (2011)

di Xing Fei con Simon Yam, Shengyi Huang, Jingchu Zhang, Chen Sicheng, Yu Shaoqun, Wei Zi, Hao Lei

 

 

Dangerously Excited (2011)

di Ja-hong Koo con Je-mun Yun, Kim Byul, Sung Jun, Kim Hee-jung, Seo Hyun-jeong, Kwon Soo-hyun, Oh Gwang-Rok, Ko Chang-Seok, Park Hae-Il

 



 

Thermae Romae (2012)

di Hideki Takeuchi con Hiroshi Abe, Aya Ueto, Masachika Ichimura, Kazuki Kitamura, Kai Shishido, Riki Takeuchi, Takashi Sasano, Ananda Jacobs, Manfred Wodarz

 

 Thermae Romae è probabilmente uno dei più grandi elogi cinematografici a Roma e alla cultura italiana che siano mai stati realizzati, ed il paradosso di tale opera è il fatto che sia giapponese e non italiana. Le colonne sonore tra la voce e presenza teatrale di Placido Domingo in chiave surreale, e la lirica dei più grandi successi della storia della musica della penisola italica, che potremmo paragonarle a Sirio così come Thermae Romae al cielo notturno. Le colonne sonore calzano a pennello con l'evolversi della storia e gli attori con i tratti somatici "non nipponici" (i nihonjinbanare) selezionati astutamente per l'opera, al contrario delle ridicole usanze hollywoodiane di utilizzare inglesi eleganti nelle parti dei romani, riescono a rendere l'opera un capolavoro sotto ogni particolare.
 Takeuchi Hideki trae questo peplum dal manga omonimo che ha riscosso enorme successo in patria.
Lucius Modestus (interpretato da uno splendido Hiroshi Abe) è un architetto progettista di terme, al servizio dell'imperatore Publio Elio Traiano Adriano. Un giorno meditando sott'acqua in una delle sue terme, viene aspirato da un tunnel spazio-temporale della crepa del muro al perimetro della vasca che lo porta ai giorni nostri in Giappone. Ogniqualvolta che piangerà, per felicità, dolore o per qualsiasi altro motivo tornerà indietro nel tempo all'antica Roma. In Giappone tra quelli che soprannomina "Il popolo dai visi piatti" e che crede essere inizialmente una massa di schiavi romani nel futuro, incontra ripetutamente una ragazza disegnatrice di manga, che infine prenderà lui come punto di riferimento ed eroe soggetto della sua storia di successo dal titolo Thermae Romae. In altre parole è un manga nel manga, diventato peplum e non anime come sovente ci hanno abituato le produzioni nipponiche. Nella storia Lucius Modestus trarrà spunto dalla tecnologia dei bagni termali e toilettes giapponesi per cercare di soddisfare le richieste dell'imperatore di costruire terme sempre più innovative e rivoluzionarie, grandi sia di dimensioni che dal punto di vista artistico. Lucius tra peripezie e situazioni grottesche, facendo ridere ed emozionare il pubblico riuscirà nelle sue imprese, rendendo grande Roma. Un vero capolavoro: ci si diverte e si rimane estasiati per la genialità della trama e per le straordinarie scenografia in parte dirette a Cinecittà con attori italiani. Un vero capolavoro.

 

 

 

Nightfall (2012)

di Chow Hin Yeung Roy con Simon Yam, Nick Cheung, Shawn Dou, Mike Leeder, Chia Hui Liu, Janice Man, Kay Tse, Michael Wong, On-on Yu

 

 

Return to Murder (2011)

di Dan Said con Faizal Hussein, Zahril Adzim, Pekin Ibrahim, Bront Palarae, Namron, Wan Hanafisu

 

 

 

 

Interviste ai registi della selezione Fresh Wave in occasione della proiezione dei loro cortometraggi: 


 

 

 

DOMENICA, 22 aprile 2012.

Il terzo giorno ha avuto le seguenti proiezioni: Love is not blind, Love strikes!, Rent-a-cat, You are the apple of my eye, Moby dick, Romancing in thin air e The front line e nel pomeriggio è avvenuta la conferenza stampa con ospiti Johnnie To e i giovani registi della Fresh Wave.

 

Love is Not Blind (2011)

di Hua-Tao Teng con Zhang Wen, Baihe Bai, Jia-yi Zhang, Zi-Xuan Zhang, Yaoqing Wang, Jingfei Guo, Nian Li, Fan Liao, Hai-Qing, Yili Ma

 

 

Love Strikes! (2011)

di Hitoshi Ohne con Mirai Moriyama, Masami Nagasawa, Kumiko Asô, Riisa Naka, Yôko Maki, Hirofumi Arai, Nobuaki Kaneko, Lily Franky, Ani, Bikke

 

 

 

Rent-a-Cat (2012)

di Naoko Ogigami con Mikako Ichikawa, Reiko Kusamura, Ken Mitsuishi, Maho Yamada, Kei Tanaka, Katsuya Kobayashi

 

 Rent-a-Cat uno dei film più attesi del festival è una commedia insolita, raffinata, e fuori dagli schemi. Come spesso il Giappone ci ha abituati e continua ad abituarci, partorisce opere di spiccata creatività, inusuali, sempre innovative, e ricche di riflessioni mai banali, anzi sempre interessanti. Naoko Ogigami si dimostra abile e dà la possibilità all'attrice protagonista Mikako Ichikawa di interpretare un personaggio ben difficile da dimenticare, cioè la dolce e solitaria Sayoko. Sayoko dopo la perdita della nonna, sola in mezzo a un gran numero di gatti randagi inspiegabilmente attratti dalla sua casa e da lei, decide di diventare un'affituaria di gatti a persone sole come lei, al fine di riempire quella breccia nel cuore che un'anima gemella in amore, un amico o un parente non possono colmare. Sayoko ha un bizzarro vicino, di strano aspetto cantante di oscene canzoncine, il quale le svela il motivo per il quale i gatti sono tanto attratti da lei: nella vita passata è stata una locusta. Nell'arco della storia Sayoko riuscirà a fare felice una donna anziana che ha perso il marito e il suo gatto, un uomo di mezza età che si allontanò dalla sua famiglia per il lavoro, una donna alla reception che mette in discussione la sua esistenza e un ragazzo che conobbe da giovane. Ma non finisce qui, perchè Sayoko con il suo proclama al megafono "reeennntaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa-neko... neko neko" riesce a colmare le brecce nei cuori anche del pubblico. 

 

 

You Are the Apple of My Eye (2011)

di Giddens Ko con Zhendong Ke, Michelle Chen, Owodog, Chang-Hsien Tsai, Sheng-yu Yen, Wan Wan

 

 

Moby Dick (2011)

di In-je Park con Jeong-min Hwang, Ku Jin, Min-hie Kim, Sang-ho Kim, Kyeong-yeong Lee, Bo-yeon Kim, Man-shik Jeong, Min-jae Kim, Seong-woo Bae, Yun-beom Bae

 

 

 

Romancing in Thin Air (2012)

di Johnnie To con Louis Koo, Sammi Cheng, Yuanyuan Gao, Baoqiang Wang, Yi Huang, Wilfred Lau, Guangjie Li, Niu Tien

 

Romancing in thin air è la cinquantesima opera del grandissimo regista di Hong Kong. Il film è una commedia romantica che si dimostra essere mai banale, anche se, di facciata lo sembrerebbe. Narra la storia di un attore cinese, che sovrastato dai media, dai fan e dal lavoro, decide di ritirarsi in alta montagna nello Yunnan, in un residence, dove conoscerà una donna della quale s'innamorerà, e che risulterà essere una delle sue più grandi fan. Nel film si riderà, ci si emozionerà e si rimarrà coinvolti senza noia fino alla fine. Johnnie To con al suo fianco il profiquo compagno di lavoro Wai Ka-Fai, scrive e dirige un film sottilmente intellettuale, dolce e raffinato, dove il protagonista (un grande Louis Koo) mostra come anche un uomo del cinema, un divo, uno showman, possa essere nel suo intimo una persona semplice, con i suoi limiti e la sua umanità. To mette a nudo il suo personaggio e lo veste del mondo dell'uomo comune. Il film ha avuto una presentazione sul palco del Teatro con la premiazione del premio più ambito e importante del festival, ovvero il Gelso D'Oro alla carriera. Dopo averci abituato a film d'azione, gangster, e thriller mozzafiato, To torna con un'opera diversa, ma non delude ed anzi è pronto per dirigere ancora tanti grandi film.
 

 

 

L'ultima battaglia - The Front Line (2011)

di Hun Jang con Ha-kyun Shin, Soo Go, Seung-su Ryu, Chang-Seok Ko, Je-hoon Lee, Jin-woong Jo, In-gi Jeong, Seung-yong Ryoo, Ok-bin Kim, Yeong-seo Park

 

 

 

JOHNNIE TO E LA FRESH WAVE

Nel pomeriggio è stata tenuta una conferenza stampa con protagonisti Johnnie To e i registi della Fresh Wave, dove Johhnie To ha dichiarato: "Sono nato e cresciuto a Hong Kong, e questa città mi ha dato tanto. [..] Ho fondato il Fresh Wave Short Film Festival perchè possa restituire a questa città tutto l'affetto che ho ricevuto nella mia vita e voglio che le generazioni future possano godere di ciò che ho avuto io. Così ho fondato la Fresh Wave per dare la possibilità ai giovani aspiranti registi di fare carriera. Viene offerto loro un budget profiquo in migliaia di dollari così da non mortificarli, anzi, da motivarli a fare strada. [..] Gli ultimi dieci anni sono stati un brutto periodo per l'economia di Hong Kong, così ho pensato di fondare questo festival allo scopo di dare qualcosa ai giovani che potesse aiutarli e dare così la possibilità di sfoggiare le proprie abilità cinematografiche. Voglio lanciare un messaggio ai giovani filmmakers. [..] L'industria cinematografica di Hong Kong da dieci anni a questa parte è cambiata. Oggigiorno è davvero complicato e sempre più difficile trovare una piattaforma per cui lavorare nel mondo del cinema, e mi rendo conto di questo. [..] Osservo la volontà di molti giovani di voler esprimere se stessi e vedo la sofferenza e la loro difficoltà nell'emergere. Sento che c'è la necessità di aiutare i novizi verso una carriera propizia e costruttiva. [..] La Fresh Wave offre 40'000 dollari per realizzare anche con la mia collaborazione il loro primo film, così com'è accaduto per WONG Wai-kit, Mo LAI, LI Miao e LI Yin-fung. [..] Desidero che per i giovani possa essere un'esperienza inenarrabile, meravigliosa e che così possano guadagnare l'opportunità di realizzare se stessi accanto a mentori e maestri di cinema e che dopo la laurea in cinema possano avere una concreta chance di realizzare la propria opera e che, infine, essa possa poi essere proiettata al cinema. [..] Noi della Fresh Wave abbiamo la responsabilità di coinvolgere il giovane ambizioso nel mondo dei big fin da subito, motivandolo così a cose più grandi. [..] Io credo che oggigiorno sia fondamentale e molto importante introdurre nel mainstream ragazzi talentuosi. Mi rendo conto inoltre del fatto che i giovani talentuosi necessitino di denaro per realizzare le loro opere. Con la crisi di Hong Kong del 2008, ho dovuto realizzare alcuni film con un modesto budget che però non mi ha impedito di fare buone opere rientrando nelle mie prospettive. Bisogna imparare a fare tanto avendo poco, e così desidero che le nuove generazioni ragionino. Io credo che grazie a internet, le nuove tecnologie e la vita di oggi, i giovani abbiano davvero la possibilità di fare tanto, anzi, oserei dire qualsiasi cosa. [..] E' indispensabile focalizzarsi verso tre pensieri in modo categorico: passione, missione, volontà. In tali parole si può davvero realizzare qualsiasi cosa nella vita, e questo è ciò che auguro alle generazioni future. Inoltre segui il cuore e potrai realizzare qualsiasi cosa." 

 

 

 

LUNEDI', 23 aprile 2012.

La quarta giornata del festival si apre con una mattinata interamente dedicata alla Dark Decade del cinema coreano, con le prime due delle dieci pellicole selezionate da Darcy Paquet. Durante l'arco dell'intera giornata avranno luogo le seguenti proiezioni: Pollen, IodoKentutThe great magicianSong of silence, Sukiyaki e per concludere My own swordsman.

 

 

Pollen (1972)

di Kil-jong Ha con Ji-hie Choi, Kung-won Nam, So-ra Yun

 

Pollen è una parabola sulla politica sudocoreana degli Anni Settanta. Racconta come in Teorema di Pasolini la declassazione sociale attraverso una famiglia qualsiasi. Come dei galli impazziti, nel finale, i protagonisti si azzuffano tra loro come pazzi e si sottomettono al potere. Singhiozzano di fronte alla vita, nell'impossibilità di reagire. La casa blu simboleggia la residenza del presidente della Corea del Sud di allora. Ha Kil-Chong sente il bisogno di raccontare una decadenza di valori dell'individuo che subisce l'ombra dell'incombenza del potere su tutto ciò che vive e si muove entro i confini della nazione. Un gran capolavoro di suspence, onirico, che rimane tra i piu grandi film della storia del cinema coreano. Opera da recuperare e rivalutare.

 

 

 

Iodo (1977)

di Ki-young Kim con Hwa-shi Lee, Jeong-cheol Kim, Yun-seok Choi, Mi-hye Kwon, Jeong-ja Park

 

Iodo poteva essere tranquillamente un'opera del maestro nipponico Imamura Shohei, invece si tratta dell'ecclettico e geniale Kim Ki-Young. Sembra quasi riprendere la tematica del capolavoro "Il profondo desiderio degli dei". La trama è una sconcertante e macabra narrazione di un'isola popolata da sole donne, tutte vedove, cullate dalle antiche tradizioni indigene e sciamaniche coreane, riaffrontate nel film "The divine bow" di Im Kwon-taek. Mentre sullisola si mantengono le antiche tradizioni praticando anche rituali sciamanici, si vive sotto l'influsso superstizioso dell'isola di Iodo, una specie di ade, nella quale il demone del mare manda i pescatori, mariti delle isolane. Nel frattempo il governo coreano promuove una forte propaganda a favore della modernizzazione della nazione. Kim Ki-Young riesce in modo sapiente a coinvolgere lo spettatore verso un mondo che non ha traccia di umanità nè di civilazzazione, cercando di mostrare nel modo nudo e crudo le consuetdini più primitive dell'Uomo. Una pietra miliare del cinema coreano.

 

 

Kentut (2011)

di Aria Kusumadewa con Deddy Mizwar, Ira Wibowo, Keke Soeryo, Cok Simbara, Iis Dahlia, Rahman Yacob, Hengky Tornando, Anwar Fuady, Medina Kamil, Zairin Zain

 

 Kentut è probabilmente il passo falso della manifestazione, un flop totale. Ha fatto più kentut (scoreggia) che audience.

 

 

The Great Magician (2011)

di Tung-Shing Yee con Tony Leung Chiu Wai, Ching Wan Lau, Xun Zhou, Paul Chun, Vincent Kok, To-hoi Kong, Ho Leung Lau, Kenya Sawada, Hark Tsui, Daniel Wu

 

 The great magician  sul genere di The Prestige e The Illusionist, prendendo spunto anche da George Méliès, è senza alcun dubbio uno dei migliori film della XIV edizione del Far East Film Festival. Intrighi politici tra nipponici, manciuriani e un illusionista contro il potere di un generale di una contea a nord della Cina alla settima moglie. Ambientato agli inizi del '900, Derek Yee sa dirigere quest'opera in modo magistrale, coniugando fine comicità a un romanticismo intelligente e grandi effetti speciali nei trucchi di magia ed illusionismo. La coppia di attori Tony Leung Chiu-Wai e Lau Ching-wan è famosa da molti anni per i programmi comici alla televisione cinese. Qui si ritrovano faccia a faccia sul grande schermo a mostrare ancora una volta il loro affiatamento. Il film però non è solo un racconto su un mago di grande astuzia, cultura e talento, ma anche un grande affresco storico dell'epoca dov'è ambientato, mostrando l'evoluzione del cinema, e la Cina degli inizi del XX secolo. Si creano sogni, e illusioni e si capisce che chi conosce bene il mistero conosce bene anche l'amore, che il potere è nulla di fronte ai forti sentimenti e che l'ignoranza spesso può essere inutile se si ha del potere, invero se si ha conoscenza il potere non nuoce, perchè la parola è più forte delle catene così come l'amore della magia.

 

 

The Song of Silence (2011)

di Chen Zhuo con Li Qiang, Ying Yaning, Wu Bingbin, Yu Xuan

 

 

Sukiyaki (2011)

di Tetsu Maeda con Akaji Maro, Masanobu Katsumura, Sôkô Wada, Tasuku Nagaoka, Fumino Kimura

 

 

My Own Swordsman (2011)

di Jing Shang con Ni Yan, Chen Yao, Yi Sha, Entai Yu, Hongjie Ni, Chao Jiang, Jian Xiao, Ming Fan, Ma Wu, Yao-li Yue

 

 

 

 

MARTEDI', 24 aprile 2012.

La quinta giornata ancora una volta dedica la mattinata di proiezioni al cinema coreano e poi riprende al pomeriggio con i film in competizione. Si comincia con Rainy Days e Night Journey, e a seguire Punch, The egoists, Penny Pinchers, It gets better e The 33D Invader .

 

Rainy Days (1979)

di Hyun Mok Yoo con Dae-kun Lee, Jeong-sun Hwang, Seok-hun Kim, Shin-jae Kim

 

Rainy Days è uno dei più grandi film di Yu Hyun-Mok. Di tema anticomunista, come protesta al regime di quegli anni, la pellicola venne censurata. Hyun-Mok attraverso il suo occhio osservatore degli animi umani dei suoi connazionali, ci offre una visione surreale della riconciliazione con noi stessi mostrandoci come, anche colpevoli di omicidio, e di tradimento alla propria cultura, anche dopo le divisioni sociali provocate dalla politica, dopo la nostra stessa morte, abbiamo modo di ricongiungerci ai nostri cari nella vita seguente, tramutandoci in animali, piante o altre persone, come succede per il protagonista della storia che dopo la morte durante la guerra, torna dalla sua vecchia sottoforma di serpente e viene accolto con l'ausilio di particolari rituali. Anche in questo film come in altri della selezione di Paquet possiamo notare il richiamo culturale allo sciamanesimo e talvolta al buddhismo. Uno dei migliori film coreani degli Anni Settanta.

 

Night Journey (1977)

di Soo-yong Kim con Jeong-hie Yun, Sung-il Shin, Il-woong Lee, Ja-yeong Lee

 

Night Journey è un film poco interessante. Presentato come un dramma erotico, è un ridicolo racconto di due amanti che lavorano insieme, lei impiegata, lui capo reparto. Lei ha carenza di sesso e amore, è irrequieta e insoddisfatta perchè le manca il suo compagno morto in Vietnam. Lui soffre di eiaculazione precoce ed ha quasi un menefreghismo per la persona di lei. L'epilogo è banale, con i due protagonisti che non concludono nulla, perchè lei sceglie di chiudere il rapporto.  

 

 

Punch (2011)

di Han Lee con Yun-seok Kim, Ah In Yoo, Su-young Park, Yeong-jae Kim, Sang-ho Kim, Hyo-ju Park, Jasmine, Byeol Kang, Kil-Kang Ahn

 

 

 

The Egoists (2011)

di Ryuichi Hiroki con Anne Suzuki, Kengo Kôra, Yasushi Fuchikami, Kaoru Kobayashi, Mako Midori, Jun Murakami, Toshie Negishi, Nao Ohmori, Shûgo Oshinari, Tomorowo Taguchi

 

The egoists è uno dei tre film di Hiroki Ryuichi proiettati al Far East Film Festival quest'anno. Tanto acclamato si dimostra un film alquanto lento e poco stimolante, ed è decisamente uno dei film minori provenienti dal Giappone. Si tratta di un melodramma che narra la storia di un giovane gangster della yakuza, innamorato di una ballerina di lap dance. Hiroki Ryuichi viene fuori da una lunga esperienza nel cinema pinku e ora pur mantenendo un pò l'erotico, in questo film cambia registro. Rimane però costante la sua grande pretesa ed esigenza, nonchè cura nell'ingigantire le capacità drammatiche delle sue attrici femmine, come dimostra nel dirigere una grande Suzuki Anne. Kazu (Kora Kengo) è un ragazzo con problemi in famiglia, in particolare non gode di un buon rapporto con il padre, si odiano, ed è in debito con una gang. Nell'arco dell'intero film, tra sentimenti, fughe e violenza, Kazu non riuscirà ad ottenere nulla, e il finale è una brutta copia dell'epilogo di A' boute de souffle di Godard del quale non se ne capisce il bisogno ed il motivo.

 

 

Penny Pinchers (2011)

di Jeong-hwan Kim con Ye-seul Han, Joong-ki Song, Sang-Yeob Lee, So-Yul Shin

 

 

 

It Gets Better (2010)

di Tanwarin Sukkhapisit con Penpak Sirikul, Pawit Saproonroj, Krittashaphon Thananara, Porama Imanotha, Nantita Kampiranon, Panupong Waraakesiri

 

It gets better drammone firmato Sukkhapisit direttamente dalla Thailandia rievoca Almodovar con una tematica davvero difficile, diventando uno dei film più particolari del Far East 2012.
Si tratta di una vicenda dove vengono messe in contrapposizioni le realtà di un transgender innamorato di un ragazzo e quella di un monaco. Una curiosa pellicola da visionare, che fa riflettere. Opera coraggiosa e ben riuscita.

 

 

 

The 33D Invader (2011)

di Cash Chin con Qingqing Wu, Akiho Yoshizawa, Taka Kato, Sammuel Leung, Kar-Ying Law

 

The 33d invader è un altro dei flop della selezione. Basterebbe la trama ed il trailer per rendersene conto. Al pari di Kentut, qui non abbiamo scoregge, ma idiozie a iosa. FIlm inutile, buono solo per i nerd, gli appassionati di b-movies, e per i followers di erotici di serie C.
 

 

THE DARK DECADE OF KOREAN CINEMA IN '70s

Nel pomeriggio è stata tenuta una conferenza stampa diretta da Darcy Paquet con l'intervista al regista coreano Kim Hong-joon il quale ci ha parlato del periodo più oscuro (come viene definito) del cinema del suo paese. Kim ha dichiarato: "Gli Anni Settanta in Korea del Sud sono stati un periodo molto difficile. Era impensabile fare cinema in modo libero date le pressioni politiche nelle produzione e nella gestione dell'intrattenimento secondo regole propagandistiche e di libera creatività. Alcuni registi come Kim Soo-yong, Kim Ki-young, Yu Hyun-mok, Im Kwon-taek, Ha Kil-chong e altri, hanno ritenuto necessario ed importante raccontare attraverso la settima arte cosa stesse accadendo a livello sociale nel nostro paese, soprattutto per quanto riguarda la povertà sia in denaro che dei valori. Sia le sceneggiature che il montaggio erano sotto torchio e non v'erano grandi chances per noi registi di esserne i fautori diretti. In quel periodo come in qualsiasi altro periodo storico c'erano molti registi talentuosi impossibilitati nel realizzare le loro opere e così alcuni di loro furono costretti a tentare la fortuna all'estero, o in altri paesi asiatici o negli USA a Hollywood o per conto di altre produzioni importanti. Molti dei film realizzati in quegli anni sono reperibili appena tutt'oggi, in quanto sono stati censurati. Darcy Paquet attraverso il suo prezioso lavoro, ha reso disponibili in occidente alcune pellicole che perfino da noi non erano ancora state visionate, come per Pollen, Flame, Rainy Days e Iodo. Quest'ultimo in particolare fu censurato per le sue scene crude ed esplicite sessualmente. Il tema dello sciamanesimo, causa il regime comunista, è stato molto soppresso, mettendo al primo posto nell'importanza culturale il presidente della nazione e la sua idolatria, cosa che in Pollen viene completamente distrutta, con lo stesso coraggio con il quale Pasolini agì in Italia nello stesso periodo storico con i suoi Salò e Teorema. Ciò che accadeva ai registi di allora era il fenomeno della "marginalization". Il fatto che diventava difficile saper raccontare e soprattutto poter raccontare ciò che sentivano nel profondo della loro coscienza e ciò che vedevo all'infuori ed intorno a loro nella società circostante. Gli Anni Settanta sono stati dieci anni nei quali venivano realizzati film incredibilmente belli o incredibilmente brutti. Fino agli Anni Sessanta ciò non accadeva, ma dagli Anni Settanta cambiò qualcosa e da lì a poco, fu sempre più evidente questa differenza tra capolavori d'autore e pellicole di pessimo rilievo. In quei dieci anni ci fu un disastro a livello commerciale, in quanto molti registi cercavano di realizzare film anticomunisti come lo sono stati Rainy Days e il capolavoro Flame, e veniva impedito loro di produrli, cosa, che come detto pocanzi, è avvenuta appena di recente grazie all'interesse di uomini come Paquet e alcuni intelettuali sudcoreani.
Alcuni film di quelli ora disponibili non sono mai stati proiettati in Korea, ma solo ora sono reperibili, e rappresentano dei documenti importanti di storia di un'epoca oscura e sofferta della nostra nazione".

 

 

 

MERCOLEDI', 25 aprile 2012.

Il sesto giorno, è un festivo, pertanto fin dal primo mattino si comincia con i film della competizione e si rimanda la Dark Decade ai giorni seguenti. In altre parole è una giornata interamente dedicata ai film in competizione, ed è una delle giornate più interessanti. Avranno luogo le proiezioni di: Already famous, A kick from heaven (Tendagan dari langit), Love, Songlap, One mile above (Kora), The woodsman and the rain e My secret partner .

 

 

Already Famous (2011)

di Michelle Chong, Guoshen Wang con Michelle Chong, Enlai Chua, Alien Huang, Sherry Lim, Patricia Mok, Ernest Seah

 

Michelle Chong dirige ed interpreta uno dei più bei film provenienti dal Far East. Si tratta di Already famous, la storia di una ragazza che da piccola, per un suo compleanno, esaudisce ad alta voce (dissipandolo) il desiderio di diventare una star della televisione. Il suo destino le sarà avverso, facendola diventare non una star ma bensì una venditrice di televisioni. Molto affezionata alla nonna, Ah Kiao, cresce nell'ombra, sognando ancora quel futuro d'attrice. Guarda tutte le soap-opera possibili immagginabili e nella sua semplicità accetta quella vita. Però un giorno, alla televisione e sui giornali appare l'annuncio della Search Starz, un'agenzia di Singapore che ingaggia aspiranti showmen e showgirls. Da qui a poco, Ah Kiao, comincerà una serie di provini e colloqui a destra e a manca, senza però riuscire ad essere accettata in alcun modo. Quotidianamente, Ah frequenta un Cafè sulla strada, dove bevendo qualcosa in solitudine può godere delle sue soap opera preferite alla tv. In questo locale incontrerà quello che infine, attraverso un rapporto molto romantico, diventerà il suo compagno di vita. Nel frattempo le muore la nonna, e da quel momento continuerà in modo ancora più assiduo la sua ricerca di fama e successo con altrettanti provini, con fermezza, temperanza e umiltà. Un giorno, accettata nella parte di una comparsa, come nurse (missy) viene osservata dal regista mentre piange sul set. Ah Kiao, vedendo l'attrice anziana morire sul lettino d'ospedale, si emoziona immaginando sua nonna, e così comincia a lacrimare spontaneamente. Il regista scende dalla sala regia a congratularsi e le offre la possibilità di avere un futuro più concreto. Tra diverse esperienze come comparsa, Ah Kiao finirà in un concorso televisivo per comparse, dove verrà selezionata la migliore e nell'ultima prova, consistente nel pianto spontaneo, invece di piangere per tristezza, piangerà dalla gioia dopo essere stata motivata dal suo innamorato che lavora al Cafè. Commedia molto raffinata, che sulla linea di Little Miss Sunshine insegna cinema raccontando allo stesso tempo un'amara realtà del mondo dello spettacolo. Buon film da recuperare.

 

 

A Kick from Heaven (2011)

di Hanung Bramantyo con Yosie Kristanto, Maudy Ayunda, Giorgino Abraham, Jordi Onsu, Joshua Suherman, Natasha Chairani, Agus Kuncoro, Sujiwo Tejo, Yatti Surachman, T.M. Tarsan

 

Tendangan dari langit (A kick from heaven) è la favola di un ragazzo che come il padre, di talento calcistico vuole sfondare e fare carriera ai livelli più alti. Hanung Bramantyo sa essere eccezionale nel dirigere un'opera visivamente suggestiva mostrando i paesaggi montani indonesiani, dove il protagonista della nostra storia vive in povertà, tra rocce di altura e colline. Inoltre il regista sa manifestare un duro rapporto tra padre e figlio, simboleggiato dalla loro riconciliazione dove il figlio dovrà dribblare il padre mentre gli corre in contro sul dorso del suo cavallo. Uno dei migliori film sul calcio mai realizzati, sia dal punto di vista della sceneggiatura che delle immagini, davvero ben curato. 



 

Love (2012)

di Doze Niu con Shu Qi, Zhao Wei, Ethan Ruan, Mark Chao, Eddie Peng, Ivy Chen, Amber Kuo, Doze Niu

 

 

Songlap (2011)

di Fariza Azlina, Effendee Mazlan con Shaheizy Sam, Mohd Syafie Naswip, Sara Ali, Normah Damanhuri, Rashidi Ishak, Nasir Jani, Fauzi Nawawi, Nisdawati Nazaruddin, Abdullah Omar, Hasnul Rahmat

 

 

 

One Mile Above (2011)

di Du Jiayi con Chang Shu-hao, Li Xiao-chuan, Li Tao

 

One mile above prodotto da Nina Han, alla sua prima produzione totalmente sua, mostra grandissima abilità nel gestire un film alquanto difficile. Tratto dalla novella taiwanese Zhuang Shan di Xie Wanglin, One mile above è un road movie in mountainbike che percorre i sentieri delle montagne più alte del mondo, partendo da Lijiang (provincia meridionale dello Yunnan) fino a Lhasa, capitale del Tibet, sede storica del Dalai Lama. Zhang Shuhao è un ventiquattrenne, che dopo la laurea, assiste tragicamente ai funerali del fratello. Quest'ultimo sognava di intraprendere un viaggio in bicicletta fino a Lhasa e nel suo diario ne ha segnato le tappe. Zhang viene a conoscenza di questo sogno del fratello e scopre il diario, dove vede segnate tutte le tappe da intraprendere prima di arrivare a destinazione. Così, intento a riconciliarsi spiritualmente al fratello e a realizzare il suo sogno, decide di mollare tutto e di partire alla volta del "trono di Dio". L'ascesa sarà ardua, tra i 2000 ed i 5000 metri di quota, saranno circa una trentina le giornate di viaggio. In questo cammino incontrerà tante realtà che gli cambieranno la vita fino a che, finalmente arriverà a destinazione ferito, senza cibo, con la bicicletta malmessa, ma vivo, pronto a tornare a casa. Un capolavoro di inaudite emozioni, da vedere e rivedere. Uno dei più grandi film prodotti negli ultimi anni in Asia e uno dei più grandi capolavori delle quattordici edizioni del Far east Film Festival. Supremo come il messaggio che porta con sè. Grande la regia di Du Jiayi ed emozionanti le colonne sonore.
Dopo la visione, in sala ha ricevuto una delle più lunghe standing ovation dell'anno.



 

The Woodsman and the Rain (2011)

di Shuichi Okita con Kôji Yakusho, Shun Oguri, Kengo Kôra, Asami Usuda, Masatô Ibu, Tsutomu Yamazaki

 

The woodsman and the rain, è l'ennesima divertentissima commedia firmata Sol Levante. Questa volta il protagonista è un boscaiolo che durante alla sua routine in mezzo ai cipressi ed ai pini, viene invitato a fare silenzio da un tecnico di un set cinematografico perchè stanno girando una scenda in prossimità della segatura degli alberi. Da lì a poco interrotto sempre più volte, di seguito il nostro boscaiolo verrà invitato a diventare un attore nello stesso film, nella parte di uno zombie in quello che è il primo film di un giovane regista e sceneggiatore disadattato, ma di grande talento creativo. La trama sfocerà nel filosofico dopo essere passata per il grottesco ed il comico, attraverso le parabole del boscaiolo, non conoscitore del mondo, ma profondo conoscitore dell'animo umano, il quale insegnerà la saggezza al regista poco più che ventenne alle prime prese con la sua esistenza. Un film che stupisce, diverte e interessa, coinvolgendo grandi e piccini per quasi due ore. Notevole Okita Shuichi alla regia, che dimostra ancora una volta, come anche il minore o meno famoso dei registi nipponici è molto al di sopra del regista medio occidentale.


 

My Secret Partner (2011)

di Hun-Su Park con Yeong-ho Kim, Chae-Yi Yoon, Hye-seon Kim, San-ho Kim, Joo-hee Jeong, Yeong-Hoon Kim, Yang-hee Lee, San Shim

 

 

 

 

 

GIOVEDI', 26 aprile 2012.

Il settimo giorno del FEFF riprende con la Dark Decade selection e avrà le seguenti proiezioni: Wangshibri, My hometown, Youngja's heyday, il fantastico e toccante cortometraggio The future of children in Fukushima antecedente River, entrambi di Hiroki Ryuichi, per poi sfociare nelle due pellicole dedicate alla pausa-sigaretta tra il romantico e la commedia di Pang Ho-cheung Love in a puff e Love in the buff per poi arrivare alla super serata all'insegna di Silenced e l'attesissimo East meets West 2011 la quale locandina è stata utilizzata come uno degli sponsor del Far East 2012, come simbolo di unione definitiva nella pace tra Oriente ed Occidente.


 

Wang Sib Ri, My Hometown (1976)

di Kwon-taek Im con Sung-il Shin, Yeong-ae Kim, Yeong-seon Jeon, Yang-ha Yun, Bool-am Choi

 



 

River (2011)

di Ryuichi Hiroki con Tokio Emoto, Yukichi Kobayashi, Yuto Kobayashi, Christopher McCombs, Nahana, Mami Nakamura, Toshie Negishi, Anna Odaka, Misako Renbutsu, Tomorowo Taguchi

 

River racconta attraverso una straordinaria Renbutsu Misako nella parte di una toccante Hikari, la coscienza sociale del Giappone dopo la tragedia di Fukushima. Film ambientato e diretto ad Akihabara dove nel 2008, secondo la narrazione, è morto il ragazzo di Hikari, ucciso nella metropolitana insieme ad altre persone - ispirandosi a fatti realmente accaduti-. Attraverso un dramma, Hiroki Ryuichi scrive una storia fuori da ogni schema ordinario, dove Hikari attraverso l'incontro di diverse persone per la strada, racconta l'inconscio collettivo di una nazione che sente la sofferenza dei suoi cittadini. Ci si sofferma con una fotografa di strada, poi con una musicista di basso borgo, un bizzarro e losco individuo che cerca cameriere in stile lolita per il suo locale e un ragazzo che potrebbe aver conosciuto il compagno assassinato della protagonista. Ancora una volta dal Giappone si nota come da una parte sappiano superare i momenti peggiori del loro paese con grande spirito e dall'altra il bisogno di raccontare le disgrazie con grande compassione, riflessione, empatia e intelligenza. Un finale davvero struggente con la ventunenne Renbutsu Misako in una lunga sequenza di 5 minuti tra gli occhi umidi e la prima lacrima. Non un capolavoro uno dei migliori lavori usciti da quest' edizione del FEFF.


 

Love in a Puff (2010)

di Ho-Cheung Pang con Miriam Yeung Chin Wah, Shawn Yue, Singh Hartihan Bitto, Yat Ning Chan, Tat-Ming Cheung, Matt Chow, Queenie Chu, Tien You Chui, Charmaine Fong, Vincent Kok

 


 

Love in the Buff (2012)

di Ho-Cheung Pang con Miriam Yeung Chin Wah, Shawn Yue, Mini Yang, Zheng Xu, Yat Ning Chan, Ekin Cheng, Sui-man Chim, Xiaoming Huang, Vincent Kok, Jo Kuk

 


 

Silenced (2011)

di Dong Hyeuk Hwang con Yoo Gong, Yu-mi Jeong, Hyeon-soo Kim, Ji-yeong Kim, Jeong In-seo, Baek Seung-Hwan, Hye-jin Park

 


 

East Meets West 2011 (2011)

di Jeffrey Lau, Susie Au con Eason Chan, Ekin Cheng, Karen Mok, Kenny Bee, Jaycee Chan, Lik-Sun Fong, Yi Huang, William So Wing Hong, Stephy Tang, Mini Yang

 

 

 

 

 

VENERDI', 27 aprile 2012.

Mattinata con Splendid Outing e A woman chasing a killer butterfly, e dal pomeriggio a seguire con Afro Tanaka, The Bounty, Blind e Vulgaria.

 

Splendid Outing (1978)

di Soo-yong Kim con Jeong-hie Yun, Dae-kun Lee, Yeong-ha Lee, Jeong-ran Kim, Mi-nam Song

 

 

A Woman Chasing a Killer Butterfly (1978)

di Ki-young Kim con Ja-ok Kim, Jeong-cheol Kim, Man Kim, Kung-won Nam, Mayu Loh, So Zang Yoon

 

A woman chasing a killer butterfly viene presentato come un film che a prima vista potrebbe sembrare il peggiore dei B-movies, e mi permetto di affermare con tutta certezza che non si tratta di nessuna apparenza, è il peggiore dei B-movies, neanche Ed Wood avrebbe saputo fare di peggio. Parte con buoni presupposti sul narrare la volontà di potenza nitezschiana e il trionfo della volontà hitleriana ma cade totalmente nel ridicolo e diventa un film grottesco che fa ridere per pena e non per comicità. Qui Paquet sembra aver preso un abbaglio, oppure l'ha scelto per confermare la teoria di Kim Hong-joon sul fatto che negli Anni Settanta in Corea il cinema offriva grandi capolavori o grandissime "ciofeche"? 

 

The Cockfighters (2011)

di Jin Rui con Shi Liang, Zhang Xin

 

 

Afro Tanaka (2012)

di Daigo Matsui con Shôta Matsuda, Nozomi Sasaki, Sei Ando, Ayaman-Japan, Ayaman-Kantoku, Kaname Endô, Lily Franky, Mitsuru Fukikoshi, Mikie Hara, Emiri Henmi

 

Daigo Matsui è al suo esordio, ed è il più giovane regista della selezione FEFF 2012. Afro Tanaka è come The woodsman and the rain una commedia divertente e intelligente. Tratto da un manga come Thermae Romae è la storia di Tanaka un ragazzo sfigato - come simpaticamente enuncia nella presentazione del film lo stesso Matsui- che lascia la scuola, prova la fortuna nel mondo del lavoro, ma, vergine e voglioso di anarchia, sceglie la vita da nullafacente allo scopo di realizzare se stesso nel rapporto con le donne. Il suo gruppo di amici ha già trovato la fidanzata, e mentre lui scopre la reale personalità di alcune delle ragazze dei suoi amici non trova quella per lui, e la sua vicina di casa, bellissima, gli fa il filo, ma lui rifiuta la sua presenza per crisi di inferiorità. Film che rimarrà nelle memorie degli spettatori a lungo tempo.
Il protagonista di questo film è lo stesso attore di Hard Romanticker, uno splendido e versatile Matsuda Shota. Davvero fuori dal comune, è così che Matsui Daigo ci presenta la sua opera prima:

 

 

The Bounty (2012)

di Fung Chih-chiang con Chapman To, Fiona Sit, Alex Man, Nick Wang, Max Zhang, Michael Hui, Eric Kot, Raymond Wong, Charmaine Fong

 

 

Blind (2011)

di Sang-hoon Ahn con Ha-Neul Kim, Seung Ho Yoo, Hie-bong Jo, Yang Yeong-jo, Mi-Kyeong Kim, Choong-seon Park, Park Bo-Geom, Dal-i, Won Poong-Yeon, Choi Eun-Seok

 

 

Vulgaria (2012)

di Pang Ho-cheung con Chapman To, Dada Chan, Ronald Cheng, Kristal Tin, Simon Liu Yu-yeung, Fiona Sit, Susan Shaw

 

 

 

 

SABATO, 28 aprile 2012. THE CLOSING NIGHT.

L'ultima giornata del Festival è un pienone, come fu per il giorno di apertura, per il primo weekend e per mercoledì 25.
Si parte al mattino con due capolavori dalla Corea del Sud al pari di Pollen e Iodo, si tratta di The Divine Bow e Flame. A seguire la giornata di chiusura offrirà: Mitsuko Delivers, Six degrees of separation from Lilia Cuntapay, Unbowed, The woman in the septik tank e per concludere The viral factor.

 

 

The Divine Bow (1979)

di Kwon-taek Im con Jeong-hie Yun, Hui-ra Kim, Man Kim, Hie Bang, Seong-min Hong

 

The divine bow è un'epopea sullo sciamanesimo coreano. Un manifesto di spiritualità, occulto e antropologia. Im Kown-taek sente il bisogno di ricordare ai suoi connazionali di non dimenticare le proprie origini e la propria cultura antica che il governo comunista stava cercando di declassare. La protagonista di questo spettacolare capolavoro è la prolifica e grande attrice Yooh Jeong-hee (attrice del recente Poetry di Lee Chang-dong) che interpreta una sciamana che dopo aver abbandonato il suo ruolo sacerdotale sull'isola dove vive, si rifiuta di eseguire un rituale per ridare al mare la sua prolificità ittica che secondo i pescatori avrebbe perso. Il film è un affascinante affresco di musiche e rituali tra gli strumenti, oggetti e utensili, e gli abiti delle sciamane in colori sgargianti, seguendo la triade di colori della coscienza degli antichi studi archetipici sul blu, rosso e giallo. Il finale dove la freccia della sciamana colpisce il suo obiettivo uccidendolo, mostra la nemesi di coloro che mettono in discussione lo sciamanesimo facendo implicito riferimento al governo coreano di allora. Forse il miglior film della selezione Paquet.

 

 

Flame (1975)

di Hyun Mok Yoo con Myeong-jung Ha, Jin Kyu Kim, Eun-a Ko, So-ra Yun

 

Yu Hyun-mok ci racconta l'esperienza di un uomo simbolo e allo stesso tempo portavoce di una coscienza popolare in passività di fronte alle calamità che la Corea ha subito in quasi 100 anni di storia. Ed è attraverso la contrapposizione tra le maestose immagini della natura circostante che Hyun-mok ci mette il sangue che sgorga dalle ferite e la distruzione dei cuori dei protagonisti che crepano di fronte all'incombenza del potere politico sulla loro quotidianità. Flame, in analogia a The divine bow è invece il più grande manifesto della sofferenza e della disperazione del popolo coreano di fronte a un susseguirsi di guerre e oppressioni accadute dagli inizi del XX secolo agli Anni Settanta, attraverso l'occupazione giapponese, la seconda guerra mondiale, e la Guerra di Corea. Il tutto attraverso gli occhi di un militare, in procinto di lottare per la propria sopravvivenza e non più per un ideale politico. Apogeo del miglior cinema coreano.

 

 

Mitsuko Delivers (2011)

di Yûya Ishii con Riisa Naka, Aoi Nakamura, Ryo Ishibashi

 

Mitsuko Delivers è ancora una volta come ci ha abituato il Giappone, una commedia brillante. Fa riflettere in modo intelettuale sulla necessità di aiutarsi l'un l'altro nelle vicissitudini della vita e allo stesso tempo è un elogio alla forza di carattere di una donna incinta, una vera e propria forza della natura di grande sensibilità ed una grande forza d'animo. Un film a dir poco eccezionale che coniuga umor nero a solenne ironia per poi passare nel romantico e nel drammatico raccontando e unendo diverse storie passando tutte per la protagonista. Un film imperidibile per passare spensierati 110 minuti di piacevole cinema. "Se il vento soffia dalla tua parte lasciati trasportare, se invece ti soffia contro, accettalo, perchè la vita è bella per come ti si pone" come la buona Mitsuko enuncia ripetutamente; "[..] se si litiga, facciamo un bel riposino, respiriamo profondamente e aspettiamo che il vento soffi dalla nostra" e nell'osservare le nuvole, Mitsuko trasmette una gran tranquillità spirituale tanto quanto un aforisma zen. Musiche bellissime, attori abili, regia eccellente.

 

 

Six Degrees of Separation from Lilia Cuntapay (2011)

di Antoinette Jadaone con Lilia Cuntapay, Raymond Rinoza

 

A questo punto si arriva alla tanto attesa presenza di Lilia Cuntapay, personaggio chiave del cinema filippino che a 76 anni dopo aver partecipato a quasi 80 film con diversi registi, essere stata una diva nell'ombra del cinema horror, diventa la protagonista di un mokumentary rivoluzionario. Si fondono la vita privata di "Nanay" (mamma, come viene soprannominata dai suoi amici e colleghi) con la sua abilità treatrale e i suoi sogni in una dimensione onirica tutta Cuntapay. Un elogio alla sua lunga, poco conosciuta ma importante carriera. Six degrees of separation from Kevin Bacon è il motto del mokumentary... è tale la sua impopolarità da essere arrivata così vicina a collaborare con attori di livello internazionale da non esserci riuscita, vita quasi grottesca di una donna straordinaria. Documentario imperidibile per gli appassionati di horror o per i semplici curiosoni. A momenti noioso è comunque un lavoro discreto.





 

Unbowed (2011)

di Ji-yeong Jeong con Sung-kee Ahn, Won-sang Park, Young-hee Na, Ji-ho Kim

 

 

The Woman in The Septic Tank (2011)

di Marlon Rivera con JM de Guzman, Kean Cipriano, Cai Cortez, Eugene Domingo, Jonathan Tadioan, Cherry Pie Picache, Mercedes Cabral, Lani Tapia, Sonny Bautista

 


 

The Viral Factor (2012)

di Dante Lam con Carl Ng, Bing Bai, Jay Chou, Andrew Dasz, Steven Dasz, Tin Chiu Hung, Issam M. Husseini, Brad Dirk Martin, Andy On, Ling Peng

 

 

 

 

LE PREMIAZIONI PER LA XIV EDIZIONE DEL FEFF 2012

 

Dopo l'ultima proiezione, si sono fatte le medie delle votazioni date a ciascun film dal pubblico durante tutto l'arco della manifestazione.
E l'esito di questa edizione è stato il seguente:

  1. GELSO D'ORO: "Silenced" di Hwang Dong-hyuk
    Media voto della giuria: 4,40 /5

  2. GELSO D'ARGENTO: "One Mile Above" di Du Jiayi
    Media voto della giuria: 4,20 /5

  3. GELSO DI BRONZO: "The Front Line" di Jang Hun
    Media voto della giuria: 4,16 /5

BLACK DRAGON AUDIENCE AWARD: "Silenced" di Hwang Dong-hyuk

MYMOVIES.it AUDIENCE AWARD: "Thermae Romae" di Takeuchi Hideki

 

Spero di poter recensire nuovamente l'evento anche per la XV edizione di questo meraviglioso festival tutto orientale. 
Ringrazio per l'attenzione.

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