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Quando non erano famosi (38) - Roberto Rossellini
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Anche Roberto Rossellini ha conosciuto la gavetta. Forse meno di altri, perché era partito avvantaggiato, in quanto figlio dell'imprenditore edile che aveva  costruito lo storico Cinema Teatro Corso (in seguito ribattezzato Étoile), una delle prime sale cinematografiche di Roma. Ma quando il padre morì, il suo percorso ripartì dal basso, facendolo passare attraverso una serie di mestieri grazie ai quali imparò il cinema vedendolo fare e partecipando attivamente alla sua realizzazione. All’età di trent’anni gira i suoi primi cortometraggi, Daphne (1936) e Prélude à l’après-midi d’un faune (1937), che non ci sono pervenuti, e Fantasia sottomarina, prodotto dalla INCOM (Industria Cortometraggi Milano) e distribuito dall’Istituto Luce solo nel 1940. Un filmato della durata di circa dieci minuti, i cui personaggi sono  un sarago, un polpo, due murene ed altri  abitanti dei fondali marini. Tutti pesci e molluschi che, durante un’estate passata a Ladispoli, lo stesso regista aveva preso a Civitavecchia e trasportato in un acquario costruito in casa. Con l’aiuto della moglie Marcella De Marchis, Roberto Rossellini mette in scena, con mezzi rudimentali, una favola avventurosa e romantica, interpretata da animali vivi, creando perfettamente l’illusione di una storia vera, realmente accaduta in una remota profondità sottomarina, come recita l’incipit del racconto.

Di seguito il video, messo a disposizione dalla Cineteca dell’Istituto Luce:

Subito dopo, Rossellini viene scelto dal regista Goffredo Alessandrini come suo collaboratore alla sceneggiatura di Luciano Serra pilota (1938), che riscuoterà un grande successo di pubblico e vincerà il premio per il miglior film italiano Mostra del Cinema di Venezia.

Prima de La nave bianca (1941), il suo primo lungometraggio da regista, Rossellini produrrà altri tre cortometraggi a sfondo naturalistico (Mario Bava curerà la fotografia dei primi due): La vispa Teresa (1939), avente come protagonisti una bambina e gli insetti che popolano un prato, Il tacchino prepotente (1939),  e infine Il ruscello di Ripasottile (1941), che si riteneva perduto, ma del quale sono stati recentemente ritrovati alcuni frammenti presso il cinema Cilea di Palmi (Reggio Calabria). Le parti recuperate, restaurate e rimontate, hanno consentito di ricostruire un filmato della durata di otto minuti, che è stato presentato il 20 maggio 2010 nel corso del Festival di Cannes. Il regista Stefano Roncoroni, nel suo articolo Il primo Rossellini, ci rivela:

“Questo documentario era pieno di trucchi, di mille piccoli accorgimenti [...]. La scena dei lucci che risalgono il ruscello era stata risolta all’Istituto Ittiogenico, nelle lunghe vasche che avevano loro per la coltura dei pesci, e mandando contro i lucci una corrente di acqua fortissima in modo che i pesci, trascinati dalla corrente, fossero sbattuti contro la parete di fondo. I lucci però, essendo per natura dei pesci che tendono a risalire e che si autoemozionano quando sentono un’acqua libera o che fluisce, reagivano cercando di vincere la corrente e nuotavano su questa specie di tapis roulant d’acqua. Un fondale arrotolato su due rullli che scorreva dietro le vasche e ripreso con la macchina ferma, in panoramica o in carrello, riusciva a dare l’idea che i lucci risalissero il torrente.” (dal volume Rossellini, a cura di Edoardo Bruno, 1980)

Gianni Rondolino, autore di una sua biografia, scrive che Rossellini si sentiva “contento e appagato di trovare, caso per caso, le soluzioni tecniche più appropriate, di inventare qualche trucco, di risolvere, con pochi mezzi, i problemi più difficili.” (da: Roberto Rossellini, 2006)

Roncoroni vede in queste prime opere del grande regista italiano “dei documentari difficilmente sfruttabili dalla retorica di allora e quindi al di fuori del giro ufficiale dove venivano affrontati i fatti, le cronache, le realizzazioni del regime fascista oppure veniva valorizzato in maniera retorica il patrimonio artistico”. Come dire: piccoli saggi di un modo indipendente ed appassionato di guardare al mondo.

  

La precedente puntata di Quando non erano famosi:

(37) Raoul Ruiz

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