Si fanno un po' da parte i titoli di settimana scorsa per lasciare spazio ai nuovi arrivi, che sono molti, ma come sempre non biosgna farsi ingannare: solo pochi di questi hanno un numero decente di schermi. Si tratta di Comedians, il nuovo film di Salvatores, con circa 300 sale, del remake di Lassie, che ne ha una sessantina meno e dell horror Run, che ne ha quasi 200.
Li segue il capolavoro coreano del 2003 Old Boy, con un numero di sale che in tempi normali mai avrebbe potuto avere: 125. Una buona occasione per recuperare, al cinema, un film"tremendo" e di grande spessore.
Ritorna a un vecchio amore, Salvatores. Anzi al primo: il testo teatrale Comedians, di Griffith, che lui portò in scena al Teatro dell'Elfo, nella sua Milano, dove rimase per tre anni in cartellone, portando alla fama giovani talenti di allora come Paolo Rossi (e lo stesso Salvatores, per il quale si aprirono le porte del cinema). Quella portata sullo schermo oggi è una versione rivista anche alla luce dei 35 anni trascorsi da quell'esordio. Con un cast di attori non ancora noti, come allora, e con qualche vecchia colonna come De sica o Ale e Franz.
Con Jon Bon Jovi, David Bryan, Tico Torres, Hugh McDonald, Phil X, John Shanks
Celebrazione della ormai trentennale carriera della band di hair metal - versione "pop" dell'heavvy - realizzata tramite le riprese di un concerto tenutosi al Paramount Theatre nello stato del New Jersey, patria del cantante e leader Jon Bon Jovi. Nelle sale del circuito Nexo Digital dal 10 al 13 giugno.
Dietro le quinte: l'espressione divenuta luogo comune va qui intesa nel senso letterale del termine. Grazie alle riprese realizzate a suo tempo da Ferruccio Castronuovo, che ebbe il privilegio unico di poter girare sui set di Casanova, La città delle donne, E la nave va e Ginger e Fred, il Fellini qui raccontato e indagato è il regista al lavoro: il suo modo di stare sul set, di dirgerlo, di intrattenere relazioni con i suoi attori e con il cast tecnico, di inventare cinema. Queesto materiale raro e unico è accompagnato dalle interviste realizzate dalla regista Silvia Ferretti con professionisti che hanno lavorato con Fellini, tra cui i Premi Oscar Lina Wertmüller, Nicola Piovani e Dante Ferretti.
Con Emmanuelle Devos, Gregory Montel, Gustave Kervern, Sergi López, Zelie Rixhon, Eva Chico
Lui guida e ha la schiena dritta, lei sta dietro e tiene il naso all'insù. Un po' perché è una "signorina" snob e pretenziosa, un po' perché annusare è il suo mestiere, visto che è una creatrice di profumi, o un "naso" come si dice appunto nell'ambiente. Ai già tanti film che raccontano di relazioni tra autista e passeggero - e in questo caso A spasso con Daisy sembra un riferimento preciso - si aggiunge ora questa commedia sentimentale con Emmanuelle Devos e Gregory Montel.
La guerra e la sua immagine. Di nuovo, come nel recente lavoro degli italiani D'Anolfi e Parenti, un documentario riflette sulla narrazione dei conflitti che ci viene restituita dalle immagini. Questa volta si tratta del lavoro dei più famosi fotoreporter che operano sui vari fronti, tredici dei quali raccontano il loro lavoro e ragionano su di esso.
Faceva parte della farlocca selezione ufficiale di Cannes 2020 (l'edizione saltata dell'anno scorso, che caricò a bordo un po' di titoli che potevano così almeno fregiarsi dal logo del festival) questa commedia francese che ha comunque fruttato a Laure Calamy il premio César come miglior attrice. Buon incasso in Francia, il film - diretto da Caroline Vignal - ha risvolti comici, bucolici e sentimentali.
Terzo capitolo - dopo Nostalgia della luce e il più recente La memoria dell'acqua (premiato a Berlino nel 2015 per la miglior sceneggiatura)- della trilogia che il documentarista cileno Patricio Guzman ha dedicato alla memoria più profonda del popolo cileno.
"Quell'attore è un cane!" Sì, ma interpreta il cane più famoso della storia del cinema, l'unico che ha modificato addirittura il nome comune dato alla sua razza, il pastore scoozzese. Che torna - ancora - a casa, cioè al cinema, ripartendo dal romanzo che lo rese celebre e che venne portato sul grande schermo per la prima volta nel 1943. In questo remake tedesco la casa è cambiata (nell'oriiginale ero lo Yorkshire, qui è appunto nella Germania del Sud) ma l'avventura è immutata e verte sul viaggio necessario per l'agognato ricongiungimento con il padroncino da cui le circostanze lo hanno separato.
Il successo del cinema asiatico nelle sale riporta sugli schermi un altro capolavoro d'oriente: questa volta è il turno del molto amato lavoro del coreano Park Chan-wook, il terribile revenge-movie vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes nel 2004.
Il grande Nord del continente americano è stato una fonte di costante ispirazione, un luogo di produzione di un epos moderno, cantato da autori come London, Melville, Carter, Thoureau o Hemingway, in ordine sparso. È sulla tracce di queste suggestioni - che rappresentano un fondamento nella cultura americana - che si incammina lo scrittore Paolo Cognetti, accompagnato dall'illustratore Nicola Magrin e "spiato" dall mdp di Dario Acocella.
Ha qualcosa di teso e inquietante il volto di Sarah Paulson, che sta vivendo un suo momento d'oro. Divenuta icona dell'horror psicologico contemporaneo grazie al lavoro svolto nell'acclamata serie antologica American Horror Story, ribadita come interprete disturbante nella stilosissima serie Ratched (dove interpretava l'infermiera di Qualcuno volò sul nido del cuculo), è ora protagonista in questo horror-drama, dove è la madre di una ragazzina che tiene praticamente isolata dal mondo. Dirige Aneesh Chaganty, regista e sceneggiatore di origine indiana, al suo secondo lungometraggio.
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