Presenti 8 film. Magnifici.

Prima di tutto, io sono un folle. 

Questo lo sanno tutti quelli che mi conoscono per davvero.

A volte faccio dei ragionamenti totalmente schizzati e che per le altre persone hanno senso solo nella mia mente. E Brazil di Terry Gilliam questa cosa la rappresenta in ogni sua inquadratura. 

Anche il gesto più folle e insensato ha senso se ci pensiamo a fondo, basta osservarlo con lo sguardo giusto.

In ogni sua apparente follia Brazil nasconde insegnamenti profondi e tematiche su cui tutti noi dovremmo riflettere.

E quando incontriamo una persona che all’apparenza ci sembra strana e assurda, forse dovremmo cercare di conoscerla veramente e imparare a guardare le cose da un punto di vista diverso.

Secondo: a livello politico io odio tutti. 

Non esiste nemmeno un politico che non preferirei vedere a pulire le latrine di una scuola e non esiste nemmeno un’ideologia in cui riesco ad identificarmi. 

Sono poche le persone con cui riesco a parlare di politica senza che mi venga voglia di sbattere violentemente la testa contro un muro.

Ho una mentalità completamente anticonformista da questo punto di vista e questo tratto della mia personalità è perfettamente riassumibile nel capolavoro di Martin Scorsese.

Chi sta al potere dovrebbe pensare al bene del popolo, non a trovare il modo per vincere le prossime elezioni o per avere più privilegi possibili.

Dobbiamo essere noi individui comuni a trovare il modo per cambiare realmente le cose, altrimenti non cambieranno mai per davvero.

Terzo: ogni forma di odio che conduce a violenza e a sofferenza per me non dovrebbe esistere.

Se dal punto vista della politica come ho detto sopra basterebbe avere dei politici più intelligenti, tutti gli atti più orribili causati dall’uomo dovrebbero essere cancellati direttamente.

Genocidi, Razzismo, Dittature, Morte, Carestie, Epidemie...

Dal mio punto di vista la Guerra è la summa di tutte queste cose.

E se tutti i film dello Studio Ghibli, di Hayao Miyazaki e di Isao Takahata hanno sempre parlato di queste tematiche, è stato La Tomba Delle Lucciole ad avermi fatto capire veramente il male che si cela dietro a tutto ciò che l’uomo ha causato fino ad oggi.

Chi non riesce a capire da solo che la Guerra non è necessaria e che l’uomo deve cambiare la propria mentalità egoistica, dovrebbe guardarsi questo film e prepararsi a ricevere un pugno nello stomaco talmente forte che probabilmente gli rimarrà impresso nella mente per anni.

Quarto: ogni volta che non riesco a sopportare le ingiustizie della vita mi rifugio nella fantasia.

Può sembrare un comportamento infantile, ma in verità l’immaginazione è l‘unica cosa che veramente riesce a farci andare avanti ogni giorno. La speranza e la volontà di sapere cosa ci riserverà il futuro.

E chi riesce a cogliere appieno l’importanza della fantasia più di una bambina costretta a vivere in un periodo storico governato da un regime che vuole impedirle di avere tali fantasie?

Il film di Guillermo Del Toro non è altro che il più grande tributo che sia mai stato fatto all’immaginazione del bambino, unica persona realmente pura in un mondo che appare più grottesco e surreale delle sue stesse fantasie.

Dopo aver visto un generale franchista sparare ad un vecchio malato e a suo figlio solo per aver fatto una passeggiata di notte, quasi quasi ho voglia di credere di più al fauno proveniente da un mondo magico.

Quinto: non ho mai avuto completa fiducia nella famiglia e nella scuola.

La sensazione che per loro non fossi realmente così importante l’ho sempre avuta e mi ha sempre portato ad avere più fiducia nei miei amici e nei compagni di classe più fidati.

Il film di Truffaut rappresenta sia il mio lato più infantile e di cui più mi vergogno, ma anche tutte le incertezze che ho verso il mondo che mi circonda.

Il desiderio di libertà, la paura di non sapere che strada prendere nella vita, la voglia di dimostrare il proprio potenziale...

Cerchiamo sempre di puntare alle stelle, dimenticando che prima sarebbe meglio puntare a un obiettivo più raggiungibile.

Sesto: sono dannatamento cinico, ogni singolo giorno della mia vita.

Settimo: vado più d’accordo con le donne che con gli uomini, tranne in rarissimi casi.

Questi due punti sono perfettamente riassumibili nel film di Woody Allen, che anche se non è il suo miglior lavoro, è certamente quello che più mi rappresenta.

Sono la persona più pessimista che conosco, talmente pessimista che ogni volta che saluto una persona le dico “addio” per paura che non ci rivedremo più. Esattamente come Allen, cerco di placare queste insicurezze con autoironia e umorismo, in quanto senza di essi non si va da nessuna parte.

In quanto al settimo punto credo che tutti gli uomini dovrebbero imparare che se vogliono veramente stare con una donna o uscirci insieme, parlare con loro senza secondi fini sarebbe il primo passo per farlo.

E nel caso non funzioni, un’amica donna di certo non fa male.

Ottavo punto: credo che l’ironia sia una delle cose più importanti al mondo.

Come ho già detto prima l’autoironia mi permette di superare le mie insicurezze e il modo migliore per stare bene è non vivere sempre nella realtà.

La realtà è una barzelletta, il fatto che la prendiamo così seriamente sta alla base di tutti i nostri problemi.

Charlie Chaplin ha sempre parlato della realtà e di come essa a volte sia un’infinita serie di ingiustizie e di calci negli zebedei.

E Il Grande Dittatore è probabilmente la perfetta summa di quanto questi ostacoli siano facilmente superabili.

La risata è ciò che ci permette di superarli.

Vedere un uomo vestito da Hitler che si comporta come un bambino nonostante sia in corso una guerra che deciderà il futuro dell’umanità, francamente mi fa ridere e riflettere allo stesso tempo.

Ultimo punto: io amo l’arte.

Qualsiasi forma d’arte, che sia musica, pittura, fotografia o teatro.

Il cinema è l’unione di tutte le forme d’arte create dall’uomo e quindi quando dico che amo l’arte, in poche parole intendo dire che amo il cinema.

E quando penso al cinema per qualche motivo mi viene subito in mente 8 1/2 di Federico Fellini.

Ci sono tanti miei film preferiti che parlano del cinema, come ad esempio Ed Wood, Viale Del Tramonto o Effetto Notte. 

Ma il film di Fellini per me è la rappresentazione massima (insieme a pochi altri film in tutta la storia del cinema) di cosa può regalare questa forma d’arte.

Nel film più volte viene proposta la frase dal significato criptico:

“Asa Nisi Masa”.

Il film non spiega il significato della frase, perché non ha importanza saperlo.

Allo stesso modo, quando mi chiedono come mai io amo il cinema, non riesco a dare una ragione valida.

Lo amo e basta.